Noi omosessuali cristiani e le parole di papa Francesco
Testo diffuso dall’ANSA, 29 luglio 2013
“Siamo stati colpiti da queste parole, anche se ce lo aspettavamo visto il profilo e l’approccio che il Papa ha subito mostrato. E’ ovvio che la Chiesa cattolica aveva bisogno di aprire un capitolo su cosa significa accogliere le persone omosessuali”: cosi’ all’ANSA Andrea Rubera, presidente dell’associazione di gay cristiani “Nuova proposta”, commenta le parole di Francesco.
“Il lavoro del nostro gruppo e di tutti gli altri, una ventina sul territorio nazionale, che riuniscono le persone omosessuali cristiane e cattoliche – spiega Rubera – e’ proprio quello di far capire alla Chiesa cosa significa accogliere una persona omosessuale e transessuale nella sua condizione, non imponendogli condizioni di vita a cui nessuno e’ in grado di aderire”.
In sostanza, senza negare l’affettività’: “guardare alle nostre vite non vedendole come vite mutilate, dove cioè’ l’affettività’ non deve esistere, ma come vite con pari dignita’ rispetto alle vite degli altri” conferma.
“Le parole del Papa – prosegue Ribera – sono il punto di partenza di una nuova stagione dei rapporti tra Chiesa cattolica e omosessualità’. Se davvero la Chiesa comincerà’ a guardare ai gay non col giudizio a priori ma come persone, cio’ potrebbe inaugurare una nuova stagione.
Molte persone omosessuali e credenti, portatori di una duplice sofferenza perche’ si sentono rifiutate dalla loro chiesa, potrebbero ritrovare la pace e la serenita’ per impostare la loro vita con una progettualità’ pari a quella di chiunque altro”.
Quanto al riferimento al Catechismo fatto dal pontefice, che per alcuni limita la portata innovatrice delle sue parole sugli omosessuali, secondo Rubera “il Catechismo e’ un documento di qualche anno fa, dove da una parte si raccomanda l’accoglienza con tenerezza nei confronti delle persone omosessuali ma dall’altra si ricorda che gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati.
Il Papa pero’ fa riferimento solo all’accoglienza: il fatto che non abbia citato l’altra parte del Catechismo e’ indicativo. La speranza e’ che da Francesco venga il superamento della parte più’ ambivalente del Catechismo. Lui ha fatto riferimento a quella parte che parla di accoglienza: lo leggo come un messaggio indirizzante” conclude.