“Non solo vescovi”. Viaggio tra i pastori della chiesa che s’interrogano
Intervista di Silvia Lanzi a Giovanni Panettiere, giornalista e blogger, del 21 gennaio 2013
Un uomo giovane, impegnato, che ama la sua Chiesa. Un blog, “Pacem in Terris“, puntuale e attento, che si potrebbe definire di controinformazione rispetto alla normale editoria, web e cartacea, cattolica.
Un libro appena uscito per i tipi della Gabrielli Editori, “Non solo vescovi – la Gerarchia Cattolica e le sfide della Chiesa”. Questo – anche questo – è Giovanni Panettiere.
Il tuo blog è fantastico! Si sente che ci metti passione. Dopo aver lavorato tutto il giorno con le parole (Giovanni è giornalista per Qn – Il Giorno, La Nazione, Il Resto del Carlino), che voglia hai ancora di tenerlo?
“Mi spinge l’amore per la Chiesa cattolica e la passione di approfondire le tematiche ecclesiali, presentando il popolo di Dio per quello che è: plurale, peccatore, unico”.
Tra gli articoli, che spaziano su tutti i temi di attualità, religiosa, non per forza in senso stretto, mi hanno colpito molto, ad esempio, le parole del vescovo Lanfranconi, che non usa il Catechismo della Chiesa Cattolica come un corpo contundente, ma è attento e aperto alle persone. Come mai certo giornalismo ‘istituzionale’ (leggi l’Osservatore Romano o Avvenire) non sottolinea questo tipo di aperture?
“Ci sono quotidiani che hanno il mandato di dar voce al magistero della Chiesa. Quest’ultimo, almeno di primo acchito, soffre di astrattismo, specie in merito ad ambiti specifici quali il fine vita o la sessualità.
Sta all’informazione laica accendere i riflettori su chi mette al centro della propria pastorale la persona e la sua dignità. Resta il fatto, però, che, se non si pone mano a una seria rilettura della morale cattolica, anche quelle che possono sembrare delle aperture alla distanza si rivelano per quello che sono: dei fuochi di paglia”
La Chiesa non è monolitica, ma viva e in costante cambiamento. Perché pochi, come te, hanno il coraggio di dirlo?
“Il cambiamento, personalmente preferisco parlare di ‘aggiornamento’ sulla falsariga di Giovanni XXIII, c’è, nonostante in questa fase della storia ecclesiale proceda a marce ridotte. Quanto al pluralismo nella Chiesa, non piace al blocco conservatore, che vive nel mito dell’indottrinamento, e nemmeno ai laicisti, per i quali la Chiesa è unità nel suo clerico-fascismo e da stigmatizzare sempre e comunque. Peccato che il popolo di Dio non sia una caserma e nemmeno una comunità in via di estinzione, con buona pace degli uni e degli altri”.
Il tuo libro, ‘Non solo vescovi. La gerarchia cattolica e le sfide della chiesa’ è un libro coraggioso. Come ti è venuta l’idea di scriverlo?
“Mi interessava incontrare i vescovi alla guida di piccole diocesi e pertanto ancora in stretto contatto con la comunità dei fedeli. Con loro ho cercato di affrontare i nodi più spinosi della vita ecclesiale (dal celibato obbligatorio alle convivenze, dall’omosessualità alla laicità dello Stato) e ho scoperto che esistono, fortuna vuole, pastori aperti al dialogo, in ascolto dei bisogni dei fedeli. In fondo, non dovrebbe essere questa la principale qualità di un successore degli apostoli?”
I contenuti toccano punti spesso delicatissimi e controversi, come la pedofilia, il rapporto Chiesa-politica e la morale sessuale. Hai trovato delle resistenze nel proporlo alle case editrici?
“La Gabrielli editore ha creduto sin da subito al progetto e non posso che ringraziarla per il supporto, anche umano, che ha voluto darmi”.
L’ultimo scritto del cardinal Martini prima della sua morte è stata una lettera di presentazione al tuo lavoro. Sintetico e profetico come al solito afferma che “Qualche volta si ha l’impressione, assistendo ad una conferenza generale dei vescovi italiani, di vedere tutto come coperto da una nube grigia…. Così ci si rallegra molto della presenza, in questo libro di opinioni e inclinazioni che derivano dalla storia concreta di queste persone”. Un’introduzione profetica per un libro profetico?
“Diciamo che è stato uno degli ultimi scritti del cardinale. Vivo le sue parole come un regalo straordinario a suggello di un lavoro che, per un anno e più, mi ha visto bruciare chilometri in autostrada su e giù per l’Italia dopo intense giornate di lavoro in redazione. Non credo che il mio libro sia profetico: più semplicemente è un piccolo affresco dell’episcopato italiano senza orpelli e celebrazioni. Profeta era Martini che spero di ringraziare al termine di questa vita. Ma questa è un’altra storia. Più intima e misteriosa”.
Un libro che non è tanto un libro-inchiesta o un libro-contro, ma che è, prima di tutto, una dichiarazione d’amore per una Chiesa che, forse, è un po’ troppo rigida e bacchettona.
Giovanni Panettiere, “Non solo vescovi – la Gerarchia Cattolica e le sfide della Chiesa“, con una riflessione del cardinale Carlo Maria Martini, Gabrielli Editori, 2012, pp. 128
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