Nonni arcobaleno, perche non c’è differenza nel bacio di una figlia o di un nipote
Testimonianza di Maria e Paolo
Per parlare della nostra esperienza, della nostra famiglia così sorprendente, è difficile trovare un punto di partenza “neutrale”, che non metta subito in primo piano le differenze fra le famiglie dei figli e di ciascuno dei cinque nipoti. Ci è venuto in soccorso, come più volte è accaduto nella nostra storia, il Vangelo di oggi (1 ottobre, Lc 9,57-62): si parla del Figlio dell’Uomo che non ha dove posare il capo, di tane delle volpi e di nidi….
Gesù chiama i discepoli e tutti e tutte noi con loro, a rinunciare alle sicurezze della “casa”, dei genitori, dei legami familiari per fondare relazioni nuove, il Regno di Dio!
Le nostre relazioni familiari corrono il rischio di essere rinchiuse in stereotipi che rassicurano, ma che fanno perdere di vista l’eccezionalità di qualunque relazione di amore: i figli e le figlie si amano così come sono, non perché ci somigliano! Non per il loro “sangue”! A volte il ritrovare in loro i nostri difetti può addirittura essere un ostacolo, una difficoltà nella relazione. La stessa cosa (l’amore incondizionato) – a maggior ragione – la si può sperimentare per i nipoti e le nipotine!
Il buon Dio ci ha dato due figli e una figlia, tutti e tre hanno ricevuto e custodiscono il dono della Fede, tutti e tre hanno legami stabili, benedetti da Dio e “ufficializzati” con le nostre tre nuore, tutti e sei si vogliono bene e le loro vite, insieme alle nostre, sono arricchite dal dono di cinque nipoti!
L’immagine che mi pare possa esprimere questa realtà affettiva è quella di una foresta: ciascun nucleo familiare è come un albero e, insieme agli altri alberi, forma uno spazio accogliente, dove si respira un’aria buona e che può rendere pieno di vita anche l’ambiente circostante.
Questo fondamento solido di relazioni più o meno tradizionali, ma ciascuna luminosissima nella sua unicità, alimenta il nostro stupore e la nostra gratitudine: le differenze che emergono evidenti danno colori diversi solo alla superficie degli alberi che simbolicamente rappresentano i legami di amore fedele, di decentramento, di accudimento, di volontà di far fiorire in pienezza ogni persona.
Tutti e tredici ci sentiamo parte di questa fiammella che arde del fuoco del Regno e che ci fa volgere verso l’esterno e verso l’eterno!
Giudicare un albero dal suo colore (sia pure arcobaleno!) non è cosa saggia, sono altre le qualità più importanti: quanto è radicato in profondità, la robustezza del tronco e dei rami, la salute delle foglie, la bontà dei frutti! Ecco perché la nostra nipotina “arcobaleno” non è diversa dai suoi cugini e cugine!
Se guardi ciò che conta, perde di significato la contingenza – sempre misteriosa – del suo concepimento. Il “come” Dio te l’ha donata, attraverso l’amore di chi ogni giorno (e ogni notte!) la fa crescere nella sua irripetibile e stupenda originalità, è un dettaglio che diventa sempre più secondario, mentre emerge prepotentemente la gratitudine per una nuova fonte di amore che impara ad esprimersi ogni giorno un po’ di più, negli sguardi, nei sorrisi, nel desiderio di un abbraccio!
Il nostro carissimo amico monaco, don Benedetto, quando era arrivato vicino alla fine della sua vita fatta di preghiera con la Parola, amava ripetere: “Dio è un bacio!”.
Veramente possiamo testimoniare che Dio ci bacia ogni giorno con i baci dei figli, delle nuore e – ancora più – con quelli dei nipoti!
E non c’è differenza fa un bacio e un altro, come non c’è differenza fra Dio e Dio!

