“Nota sull’insegnamento della Chiesa Cattolica sull’omosessualità” del Cardinale Basil Hume (1997)
Testo redatto dal Cardinale Basil Hume, Arcivescovo cattolico britannico di Westminster, nell’Aprile 1997, liberamente tradotto da Marius
1. Nel 1992 i vescovi degli Stati Uniti ricevettero una raccomandazione generale da parte dei superiori della Congregazione per la Dottrina della Fede su come valutare l’impatto delle proposte legislative concernenti le persone omosessuali e il loro diritto a casa e lavoro. Alcune delle espressioni utilizzate nell’atto di questo consiglio, pubblicato successivamente e citato senza contesto, causarono angoscia, rabbia, e confusione sulla posizione della Chiesa. Nel 1993 preparai ‘Alcune osservazioni sull’insegnamento della Chiesa Cattolica per quanto riguarda le persone omosessuali ‘ che fu inviato ad alcune persone e organizzazioni.
2. Da allora sono stato avvicinato da un certo numero di questi gruppi e da persone in cerca di ulteriori chiarimenti sulla dottrina della Chiesa circa l’omosessualità, e ho continuato a riflettere sulla responsabilità pastorale di un vescovo in materia. Ho concluso che potrebbe essere utile pubblicare una nota integrativa incorporando i principali punti sollevati nel documento precedente ‘Osservazioni’, che ho scritto nel febbraio del 1995. In alcuni articoli di stampa successivi, le parti di cui al paragrafo 9 furono citate fuori dal contesto e interpretate male, e ho quindi aggiunto alcune frasi introduttive all’inizio di questo paragrafo, per sottolineare il suo vero significato.
3. In ciò che segue inserisco spesso citazioni tratte dalla “Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali” della Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicata nel 1986 (PC). Inserisco anche citazioni da “Un’Introduzione alla Pastorale delle persone omosessuali”, redatta dalla Commissione Cattolica per lo Stato Sociale della nostra Conferenza Episcopale del 1979 (IH).
PRINCIPI
La dignità della persona umana
4. La Chiesa riconosce la dignità di tutte le persone e non le definisce o le etichetta in termini di orientamento sessuale. “Il pastore e consigliere deve vedere tutte le persone, indipendentemente dalla loro sessualità, come figli di Dio e destinati alla vita eterna “. (IH pagina 10) La Congregazione afferma questo ancora più pienamente: “La persona umana, fatta a immagine e somiglianza di Dio, difficilmente può essere descritta adeguatamente da un riferimento riduttivo del suo orientamento sessuale. Chiunque viva sulla faccia della terra affronta problemi e difficoltà personali, ma anche sfide di crescita, punti di forza, talenti e doni. Oggi, la Chiesa offre un contesto indispensabile per la cura della persona umana, quando rifiuta di considerare la persona come eterosessuale o omosessuale e insiste sul fatto che ogni persona ha un’identità fondamentale: che è una creatura di Dio, e per grazia, figlio ed erede della vita eterna”(PC para. 16).
Sessualità e matrimonio
5. Sostenendo la dignità delle persone omosessuali la Chiesa è coerente al suo insegnamento. Ci sono due principi fondamentali che determinano l’insegnamento della Chiesa cattolica circa le questioni sessuali. In primo luogo, la Chiesa ha sempre insegnato che l’ espressione sessuale (genitale) dell’amore è destinata dal piano della creazione di Dio a trovare il suo posto esclusivamente nel matrimonio tra un uomo e una donna. La Chiesa, pertanto, non può in alcun modo equiparare una coppia omosessuale a un matrimonio eterosessuale. In secondo luogo, l’espressione sessuale (genitale) dell’ amore deve essere aperta alla possibile trasmissione di una nuova vita.
Per questi due motivi la Chiesa non approva gli atti genitali omosessuali. Quando la Chiesa descrive tali atti come “intrinsecamente disordinati” (comma 3 PC), significa che questi atti non sono coerenti con i due principi fondamentali di cui sopra. È in questo senso che la Chiesa insegna che non ci può essere alcun diritto morale negli atti omosessuali, anche se essi non sono più ritenuti criminali in molti ordini giuridici secolari. Nessun individuo, vescovo, sacerdote o laico, è in grado di cambiare l’insegnamento che la Chiesa ritiene derivi da Dio stesso.
ULTERIORI CONSIDERAZIONI
L’orientamento omosessuale
6. E’ necessario distinguere tra l’orientamento o l’inclinazione sessuale, e il compiere atti sessuali (genitali), eterosessuali o omosessuali. Né un orientamento omosessuale, né un orientamento eterosessuale portano inevitabilmente ad atti sessuali. Inoltre, l’orientamento sessuale di un individuo può essere poco chiaro, anche complesso. Inoltre, può variare nel corso degli anni.
Significato di ‘oggettivamente disordinato’
7. Il particolare orientamento o inclinazione della persona omosessuale non è un fallimento morale. Un’inclinazione non è un peccato. Un’ inclinazione verso atti che sono in contrasto con la dottrina della Chiesa è, però, stata descritta come “oggettivamente disordinata”. La parola “disordinato” è dura nella nostra lingua inglese. Suggerisce immediatamente una situazione di peccato, o almeno implica una riduzione della persona, o anche una malattia. Non dovrebbe essere interpretata in questo modo.
In primo luogo, la parola è un termine appartenente al vocabolario della teologia morale cattolica tradizionale e della filosofia. Questo termine è usato per descrivere un’inclinazione che è una deviazione da ciò che si considera generalmente la norma. La norma consiste in un’inclinazione verso un rapporto sessuale con una persona del sesso opposto e non tra persone dello stesso sesso. Trattandosi di una persona omosessuale non è, quindi, né moralmente buona, né moralmente cattiva; sono gli atti genitali omosessuali che sono moralmente sbagliati.
In secondo luogo, quando la Chiesa parla dell’inclinazione all’omosessualità come di “un disordine oggettivo” (comma 3 PC), non considera certamente come disordinata anche tutta la personalità e il carattere dell’individuo . Le persone omosessuali, come pure le persone eterosessuali, possono, e spesso lo fanno, dare un esempio dell’ amicizia e dell’arte dell’amore casto.
Amicizia
8. L’amicizia è un dono di Dio. L’amicizia è un modo di amare. L’amicizia è necessaria per ogni persona. Equiparare l’amicizia al pieno coinvolgimento sessuale con un’altra persona significa distorcere il concetto stesso di amicizia. L’amore sessuale presuppone amicizia, ma l’amicizia non richiede il pieno coinvolgimento sessuale. E’ un errore dire o pensare o presumere che se due persone dello stesso sesso o sesso diverso godono di una profonda e duratura amicizia allora devono essere coinvolte sessualmente.
L’amore umano
9. La parola ‘amore’ non deve mai essere pensata come sinonimo della parola ‘sesso’. L’amore può assumere molte forme. C’è l’amore tra genitori e figli, tra parenti, così come l’amore casto dell’ amicizia. Naturalmente, per le persone sposate il rapporto sessuale dovrebbe essere una parte importante del loro amore. In qualsiasi contesto esso nasca, e sempre nel rispetto del modo appropriato di esprimerlo, l’amore tra due persone, sia dello stesso sesso, sia di sesso diverso, deve essere apprezzato e rispettato. ‘Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro’, si legge. (Giovanni 11:5)
Quando due persone amano, sperimentano in modo limitato in questo mondo, quello che sarà la loro interminabile gioia quando saranno uno con Dio nell’altro mondo . Amare un altro significa infatti tendere a Dio che condivide il suo essere amato con la persona che amiamo. Essere amato è ricevere un segno, o una parte, dell’amore incondizionato di Dio.
10. Amare un’altra persona -nel senso illustrato ai paragrafi 8 e 9 – significa aver raggiunto il livello più alto dell’esperienza umana, sia che l’amore sia tra persone dello stesso sesso, sia tra persone di sesso opposto. Ma quell’esperienza di amore si guasta, sia che si tratti di matrimonio sia di amicizia, quando non pensiamo e non agiamo come Dio desidera. L’amore umano è precario poiché la natura umana è ferita e fragile. Così non sarà mai facile gestire il matrimonio e l’amicizia. Spesso non ci riusciamo, ma l’ideale rimane.
RISPOSTA DELLA CHIESA CATTOLICA
11. La Chiesa cattolica è chiamata a offrire a tutte le età una comprensione rigorosa ed etica del matrimonio e della sessualità, fatto spesso difficile da mettere in pratica, ma che tutti dovrebbero continuamente sforzarsi di fare proprio. La Chiesa è anche consapevole del fatto che le persone possono non riuscire a vivere con coerenza quello che la Chiesa insegna. Occorre avere una comprensione pastorale di questa incapacità; la Chiesa non rifiuta tali persone, ma vuole camminare con loro per guidarle verso una più piena comprensione e realizzazione dell’insegnamento che essa sostiene di origine divina.
Difesa dei Diritti Umani
12. La Chiesa cattolica sostiene e difende i diritti umani fondamentali di ogni persona. La Chiesa non può, tuttavia, riconoscere tra i diritti umani fondamentali la proposta al diritto verso atti che sono moralmente sbagliati rispetto al suo insegnamento. Tuttavia, è un diritto umano fondamentale di ogni persona, indipendentemente dall’orientamento sessuale, di essere trattata dalle persone e dalla società con dignità, rispetto ed equità.
Il documento prodotto dalla Commissione per lo Stato Sociale della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles del 1979 (IH) riassume gli obblighi della Chiesa a livello nazionale con termini applicabili anche oggi: “La Chiesa ha una responsabilità importante nell’operare per eliminare qualsiasi ingiustizia sociale perpetrata nei confronti degli omosessuali. Essendo un gruppo che ha sofferto oltremodo l’oppressione e il disprezzo, la comunità omosessuale ha il particolare diritto a rivendicare l’intervento della Chiesa. “(IH pagina 13)
Politiche Sociali
13. Data la complessità delle questioni di politica sociale che possono sorgere, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha stabilito che i giudizi in materia legislativa e le risposte da parte della Chiesa possano essere lasciate ai vescovi del paese interessato (L’Osservatore Romano, 29 luglio 1992). La Chiesa ha il dovere di opporsi alla discriminazione in tutte le circostanze in cui l’orientamento o l’attività sessuale di una persona non possano ragionevolmente essere considerate rilevanti. Tuttavia, nel dare qualsiasi risposta alle modifiche alla legge e destinate a eliminare le ingiustizie contro le persone omosessuali, ci sono una serie di criteri che devono essere tenuti in considerazione.
Tra i più importanti sono i seguenti:
# Vi sono motivi fondati per giudicare che l’istituzione del matrimonio e della famiglia potrebbe, e lo sarebbe, essere minata da una modifica della legge?
# il rifiuto della società di una proposta di modifica della legge sarebbe più nocivo per il bene comune dell’accettazione di un tale cambiamento?
# l’orientamento o attività sessuale di una persona costituisce, in particolari circostanze, una ragione sufficiente e rilevante per trattare quella persona in un modo diverso rispetto agli altri cittadini?
Si tratta di questioni di giudizio pratico e di valutazione delle conseguenze sociali, e, quindi, devono essere considerate caso per caso – il che non pregiudica l’insegnamento cattolico riguardante gli atti omosessuali. Potrebbe darsi il caso, però, che i cattolici raggiungano conclusioni diverse su particolari proposte legislative, anche tenendo conto di questi criteri.
Condanna della violenza
14. La Chiesa condanna la violenza di parola o azione contro le persone omosessuali. Ciò è stato reso molto chiaro nella prima parte del paragrafo 10 della lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede del 1986 che trattava questo tema specifico: “E’ deplorevole che le persone omosessuali siano state, e siano, oggetto di violenza verbale o fisica. Ovunque si manifesti, un comportamento simile merita la condanna dei pastori della Chiesa. Esso rivela una sorta di disprezzo per gli altri, che mette in pericolo i principi fondamentali di una società sana. La dignità propria di ogni persona deve essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nella legge” (par.10 PC). Qualsiasi sistematica inosservanza della dignità deve essere affrontata, se necessario, da una legislazione appropriata.
15. Non si può dire che nulla nella dottrina della Chiesa sostenga o punisca, anche implicitamente, la vittimizzazione di uomini e donne omosessuali. Inoltre, l’omofobia non dovrebbe avere luogo tra i cattolici. L’insegnamento cattolico sull’omosessualità non si fonda, e non può mai essere usato, per giustificare atteggiamenti omofobici’. Anche se le persone omosessuali sono incautamente tentate ad agire in modo provocatorio o distruttivo, ciò non giustifica atteggiamenti o reazioni omofobiche.
Risposta pastorale
16. La risposta pastorale della Chiesa alle persone omosessuali comporterà un atteggiamento rispettoso e una comprensione solidale della loro situazione, oltre alla vita sacramentale, la preghiera, il consiglio e
l’assistenza individuale, in modo che “tutta la comunità cristiana possa giungere a riconoscere la vocazione ad assistere i suoi fratelli e sorelle, senza deluderli o isolarli” (par.15 PC). La Chiesa riconosce che “una persona omosessuale, come ogni essere umano, deve essere profondamente alimentata contemporaneamente a molti diversi livelli”(PC para.16).
Inoltre, la Chiesa in questo paese ha sottolineato che “gli omosessuali hanno il diritto a una cura pastorale illuminata ed efficace con ministri che siano stati
formati adeguatamente per soddisfare le loro esigenze pastorali “(IH pagina 13). Coloro che esercitano la cura pastorale riconoscono che la natura umana è fragile e soggetta alla tentazione. Si adoperano particolarmente ad essere comprensivi e ad aiutare coloro che faticano a vivere secondo la dottrina della Chiesa.
Inoltre, anche se gli atti genitali omosessuali sono oggettivamente sbagliati, tuttavia, la Chiesa mette in guardia contro generalizzazioni ad attribuire colpe nei singoli casi (PC par.11).
CONCLUSIONE
17. Tutti sono preziosi agli occhi di Dio. L’amore che una persona può avere e ricevere da un altro è un dono di Dio. Tuttavia, Dio si aspetta da parte degli omosessuali, come del resto anche da parte delle persone eterosessuali, che questi rispettino la sua legge e operino per raggiungere un ideale difficile, anche se questo sarà conseguito solo gradualmente (cfr Familiaris Consortio N.34).
Per ogni persona, Dio ha un amore che è più grande di qualsiasi tipo di amore che un essere umano possa nutrire per un altro. In tutte le circostanze e le situazioni della vita, Dio chiama ogni persona, qualunque sia il suo orientamento sessuale, a soddisfare quella parte del suo disegno che solo quella persona può realizzare.
* Basil Hume (2 marzo 1923 – Londra, 17 giugno 1999) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico britannico, arcivescovo di Westminster dal 1976 al 1999 e presidente della Conferenza episcopale cattolica dell’Inghilterra e del Galles dal 1979 al 1999.
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Testo originale: A note on the teaching of the Catholic Church concerning homosexuality del Cardinal Basil Hume, April 1997