Omosessualità e vita cristiana. Le iniziative pastorali delle diocesi francesi
Documento di pastorale redatto da alcuni membri delle équipes diocesane francesi per la pastorale omosessuale insieme ai delegati alla pastorale famigliare e alle associazioni/gruppi di persone omosessuali cattolici ed inviato ai vescovi cattolici francesi pubblicato sul sito dell’associazione cristiana Réflexion et Partage (Francia) il 30 settembre 2018, prima parte, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
1. Introduzione
Questo documento è stato redatto su iniziativa di alcuni membri delle équipes diocesane [per la pastorale omosessuale], di delegati alla pastorale famigliare e membri di associazioni/gruppi di persone omosessuali cristiane; è destinato ai vescovi, ai responsabili diocesani per la pastorale famigliare, ai sacerdoti, alle comunità parrocchiali e a chiunque si interessi all’accoglienza pastorale delle persone omosessuali nella Chiesa. È un documento al servizio delle persone perché ciascuna e ciascuno, qualunque sia il suo orientamento sessuale, possa vivere serenamente nella Chiesa senza dover nascondere qualche aspetto della sua personalità e della sua vita. Camminare insieme nella fede significa accogliere la realtà nella sequela di Cristo, che non smette mai di approcciare, incontrare, cercare la relazione, liberare e rialzare.
Oggi la questione omosessuale esce progressivamente dal silenzio, ma spesso è ancora fonte di disagio per i responsabili della pastorale, che per difetto di conoscenza non sanno cosa dire, né a chi indirizzare. L’ignoranza può condurre alla paura, e attraverso parole o atti inappropriati può ferire profondamente, oppure escludere, anche senza volerlo.
In Francia esistono gruppi, associazioni e centri spirituali che da molti anni propongono periodi di accoglienza, riflessione, conferenze, ritiri, periodi di raccoglimento e di preghiera, a cui ormai si aggiungono molte iniziative diocesane in più di un terzo delle diocesi francesi.
Scopo di questo documento è proprio far conoscere queste proposte. Noi speriamo che le piste che stanno contribuendo ad aprire possano portarci al centro della nuova pastorale che attraversa l’esortazione Amoris Laetitia (apriel 2016) e i testi del Consiglio su Famiglia e Società della Conferenza Episcopale Francese (settembre 2012 e maggio 2013).
La redazione del documento si radica nella convinzione che è necessario vigilare perché in queste iniziative al servizio del prossimo si eserciti il giusto discernimento, nel rispetto delle coscienze e del cammino di ciascuno con Cristo. Ci auguriamo che questo documento sia d’aiuto agli operatori pastorali, di modo che tutti i trovino rassicurati della loro dignità di figli di Dio, in quel mistero unico che è ogni persona: “La gloria di Dio è l’uomo vivente” (1).
2. Iniziative diocesane
Ci anima la convinzione che qui non sia questione di una “pastorale” a parte, la quale implica la necessità di un’accoglienza differenziata per le persone omosessuali, bensì di riconoscere e apprezzare ciò che già si vive “perché queste persone possano vivere una vita cristiana ordinaria e impegnata e avere il loro posto nella Chiesa, come qualsiasi battezzato” (2). Qualche esempio tra molti testimonia di questa vitalità.
2.1 Operatori in missione ed équipes diocesane
Sacerdoti, diaconi e laici sono stati mandati in missione dai loro vescovi per creare delle équipes. Alcune di esse derivano dai servizi diocesani per la famiglia, altre vi sono collegate. A seconda dei casi, possono essere composte da persone molto diverse: operatori della pastorale famigliare, sacerdoti, genitori di figli omosessuali, persone omosessuali, eterosessuali, professionisti della salute mentale, teologi etc.
Per quanto riguarda le loro missioni, diamo come esempio di cammino quello assegnato dal vescovo di Nantes alla sua équipe:
– offrire alle persone omosessuali e ai loro cari uno spazio cristiano di discussione e scambio;
– aiutare le persone omosessuali a compiere un cammino di fede e a trovare il loro posto nella comunità cristiana;
– aiutare le comunità cristiane ad accogliere le persone omosessuali come fratelli e sorelle in Cristo.
“Già da qualche anno, su richiesta del nostro vescovo, abbiamo messo in opera un piccolo gruppo d’accompagnamento per le persone omosessuali e le loro famiglie. [Organizziamo] incontri mensili molto semplici, nel gruppo si può andare a venire ed è un ambiente conviviale, che facilita l’intervento personale e lo scambio vero e profondo, nel rispetto di ogni persona e nella confidenzialità.
“Quando ci si è annusati per bene e la conoscenza reciproca è stata approfondita, il gruppo è sempre felice di incontrarsi ma si mette un po’ a ‘ronfare’ e si apre poco agli altri. Abbiamo dunque deciso insieme di organizzare dei tempi forti, in varie forme e in luoghi diversi della diocesi. L’obiettivo è dimostrare e vivere:
– l’accoglienza incondizionata rivolta a tutti;
– la vicinanza;
– la riflessione umana e spirituale;
– la preghiera con chi lo desidera.
“Il nome del gruppo ha conosciuto un’evoluzione, da ‘Chi sono io per giudicare?’ a ‘Osare vivere nella verità’, e il suo slogan potrebbe essere: ‘Vieni come sei nella nostra Chiesa, noi ti amiamo di già!’.”
(Myriam Jaupitre, delegata episcopale a Lilla)
Nella volontà di prendere sul serio la realtà e il vissuto delle persone, le équipes hanno elaborato varie proposte pastorali. In generale possiamo dire che le équipes, rendendosi visibili attraverso dépliants con numero di telefono, indirizzo email, nome di persona da contattare (dépliants di solito diffusi nelle comunità cristiane), hanno spesso creato luoghi di ascolto e accoglienza e gruppi di discussione.
2.2 Proposte pastorali
Visibilità (indirizzo email e telefono amico)
“I nostri dépliant sono accolti in maniera diversa a seconda della parrocchia e della diocesi: alcune, felici dell’iniziativa, li hanno esposti in chiesa, altre invece le hanno gettati subito via. In alcuni casi è stato lo stesso vescovo a presentare l’iniziativa di fronte ai sacerdoti della diocesi.” (Régine, Lione)
Un indirizzo email o un numero di telefono stampati su un dépliant diffuso nelle parrocchie permettono alle persone omosessuali, o a chi è interessato al tema, di avere un nome con cui iniziare un dialogo.
“Il numero di telefono che diffondiamo è anonimo e reindirizza automaticamente sul numero di un membro dell’équipe, che ha ricevuto una formazione apposita. All’inizio ricevevamo una decina di chiamate al mese, che poi sono diminuite. Le esigenze sono varie: spesso chiamano persone omosessuali che desiderano incontrare un sacerdote, o persone sofferenti. Una volta ci ha chiamato un sacerdote scioccato dalla decisione di un confratello, che non ha voluto battezzare una persona perché omosessuale.” (Padre Bruno-Marie Duffé, Lione)
Gruppi di discussione
Gruppi di discussione per genitori con un figlio o una figlia omosessuale
Testimonianza di una madre di famiglia: “Questi gruppi sono molto importanti per lo scambio, la comunicazione, la libertà di parola, il sostegno reciproco”. “È una ‘formula eccezionale’, che risponde bene alle aspettative dei genitori, una formula da promuovere ovunque sia possibile. Abbiamo avuto l’occasione di parlarne con numerosi amici e molti di noi (17 coppie) hanno detto di avere anch’essi dei figli omosessuali. Condividere la nostra esperienza è stato positivo ed è stato accolto bene, ma molte coppie ci hanno detto che nessuno sa della loro situazione e che non bisogna parlarne.” (Élisabeth, St-Germain-en-Laye)
Nascono frutti inattesi: un gruppo di genitori della zona di Niort, costituito dopo un ciclo di quattro serate sulla differenza, ha scritto una lettera aperta al Sinodo della diocesi di Poitiers. Nel dicembre 2017 la lettera è stata pubblicata sui giornali missionari gratuiti della diocesi, distribuiti in 75.000 copie. I genitori in questione hanno accettato di testimoniare nelle parrocchie e in un istituto professionale cattolico di Niort, raccontando la loro esperienza che li ha visti procedere a tentoni tra il dolore e la gioia, di come la fede li aiuti ad accettare la loro situazione, ad esercitare il discernimento e a vivere in libertà, illuminati e trasformati dal Vangelo.
Gruppi di discussione per persone omosessuali
“Sono tra i più giovani del gruppo della diocesi di Angoulême Accueil et Parole (Accoglienza e Discussione). Alla festa di compleanno di un amico comune ho avuto la fortuna di conoscere Jean-Michel, e mentre discutevamo mi ha invitato a scoprire il gruppo. Dopo le manifestazioni per il matrimonio omosessuale non pensavo di trovare, all’interno della Chiesa, un luogo di condivisione per cristiani omosessuali, gestito da omosessuali. Ero sempre più in difficoltà a trovare il mio posto in questa Chiesa, che ai miei occhi continuava a negare una parte importante della mia identità… Poi ho partecipato al mio primo incontro serale ed è stato un vero piacere trovarmi in compagnia di tanti gay dalle condizioni più diverse, che condividevano la mia stessa fede, le mie stesse domande, le mie stesse gioie e difficoltà. In un certo senso il gruppo mi ha riconciliato con la mia fede, e io ‘credente non praticante’ sto progressivamente tornando alla mia Chiesa, convinto come sono ora che i cristiani gay hanno il loro posto e la loro testimonianza da fornire. Se non è facile accettare la propria omosessualità nella nostra società, lo è ancora meno all’interno della Chiesa. C’è ancora un gran cammino da fare, cominciando ovviamente dalla discussione e dal semplice condividere, e il gruppo ci aiuta ad essere più tolleranti verso le nostre vite di gay cristiani. Abbiamo ancora della strada da fare, ma insieme la passeggiata è bellissima!” (Fred, Angoulême)
Le Marce spirituali
Durano una giornata e sono spesso chiamate “Cammini di Emmaus”. Sono aperte a tutti, in particolare alle persone omosessuali e a chi è interessato al tema, per favorire il dialogo. Camminare insieme agevola l’incontro profondo in un clima pacifico e sereno. Vi partecipano regolarmente molti vescovi.
“Molto convinto di quello che sono, ho risposto all’invito per una giornata organizzata dalla diocesi di Orléans, in quanto era aperta ‘agli amici, ai genitori, ai fratelli e alle sorelle’ e perché mi interessava il tema proposto: ‘Ti rendo grazie, perché sono un prodigio’. Era la prima volta che udivo una simile frase, così inclusiva, in un ambiente ecclesiale. Ho vissuto dei bei momenti, peccato siano stati troppo brevi.
“[La marcia] mi ha permesso di trovarmi in un ambito in cui potevo parlare semplicemente di chi sono e del legame con la mia fede, e soprattutto di parlare con dei genitori, dato che i miei mi rifiutano. Abbiamo molto da imparare gli uni dagli altri; [la marcia] mi ha permesso di trovarmi in un ambito in cui potevo ascoltare una parola positiva per vivere. Sono una persona profondamente credente e per me è importate percorrere il cammino che mi porterà ad essere meglio integrato nella Chiesa.
“Quel giorno il vescovo, alla mia proposta di mettere in cantiere un gruppo di ‘Scoperta della Bibbia incarnata nella vita’, mi ha risposto ‘Facciamolo presto’ e il [mio] parroco, molto disponibile, mi ha accolto fraternamente, anche se pensa che gli altri sacerdoti, se conoscessero la mia situazione, ‘mi rifiuterebbero la Comunione’ (sic). Sono davvero integrato?
“Si può essere pienamente integrati nella Chiesa quando si fa parte da più di dieci anni di una coppia stabile e fedele e non si vuole più vivere nel nascondimento e nella vergogna? La risposta, oggi, è chiaramente NO, in quanto fare una lettura, dare la Comunione, animare un gruppo rimane difficile nella mia situazione, in certi luoghi. Questo accadeva nel settembre 2017.
“È passato un anno e non ho più potuto recarmi agli incontri diocesani, né al Cammino di Emmaus del 2018, ma l’impatto del primo incontro mi ha fatto deporre le armi con mia nonna novantenne. Per il resto, ho accettato di partecipare come animatore al Percorso Alpha [un movimento che si propone di far scoprire la fede cristiana attraverso serate conviviali e gruppi di discussione, n.d.t.], dal settembre 2017 al gennaio 2018; ho incontrato il nuovo sacerdote responsabile del settore pastorale e gli ho proposto di lanciare un nuovo percorso di scoperta della Bibbia, presentando in maniera molto sincera la mia condizione. Il progetto è stato accettato ed è stato messo in atto nell’aprile 2018: ho visto molta voglia di condividere esperienze e conoscenze… e non sono il solo ad ascoltare i partecipanti.” (Paul-Damien)
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(1) Sant’Ireneo di Lione, Contro le eresie (188).
(2) Padre Denis Trinez sulla Croix del 19 marzo 2014, p. 17.
Testo originale (PDF): Homosexualité et vie chrétienne. De nombreuses initiatives diocésaines au service des personnes et de leurs familles