Omosessualità: in Montenegro, per viverla bisogna nascondersi
Articolo di Nela Lazarević tratto da Le Courrier des Balkans del 30 ottobre 2009, liberamente tradotto da Erica
In Montenegro, le persone lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT) preferiscono nascondere il loro orientamento sessuale piuttosto che affrontare lo sguardo di una società ancora molto patriarcale e piena di pregiudizi incontrandoli.
In un paese dove è più grave essere accusati di omosessualità che di corruzione, la sessualità alternativa non riesce proprio ad essere accettata e l’assenza di una presenza carismatica portavoce dei loro diritti non aiuta a far evolvere le mentalità.
Mirko e Nenad vorrebbero proprio dimenticare la notte in cui la Polizia di Podgorica li ha presi in un parco, mentre si concedevano un momento di intimità.
I poliziotti avevano deciso di dar loro una lezione: li hanno picchiati, prima di abbandonarli nell’oscurità, spogliati dei loro abiti. Nudi sono rientrati a casa loro , discretamente hanno tentato di cancellare ogni traccia della loro “disgrazia” .
“Questi ragazzi hanno chiaramente sentito che non esiste nessun clima di tolleranza in Montenegro, al punto che ogni tentativo di far avere un seguito giudiziario a questa aggressione avrebbe causato loro più male che bene “ constata Alexandar Sasa- Zekovic, un ricercatore specializzato nei diritti della persona e membro del Consiglio per il Controllo Civile della Polizia.
Alexandar Sasa- Zekovic, una delle rare persone ad essere al corrente di questo affare è riuscito a corroborare la versione dei due giovani grazie a delle fonti in seno alla Polizia “Avevo in mano tutte le informazioni per portare questo affare in Tribunale, ad eccezione della cosa più importante : il consenso di una delle vittime”, prosegue.
Quattro anni più tardi, nessuno dei poliziotti implicati ha dovuto rendere conto ed il pubblico non ha mai potuto sapere esattamente quello che era successo ai due giovani uomini, i cui nomi non sono stati rivelati, per delle ragioni evidenti.
Le statistiche non danno una immagine fedele della realtà
Il basso numero degli incidenti a carattere omofono registrati in Montenegro non deve essere interpretato come una prova di tolleranza . Perfino quando osano sporgere denuncia in seguito ad una aggressione, le vittime di violenza omofoba hanno la tendenza a evitare di parlare dei loro orientamenti sessuali, non riflettono così il livello reale dell’omofobia nel paese.
Ivan (il nome è stato cambiato) , uno studente di venticinque anni di Podgorica , ha avuto uno zigomo fratturato , sono passati due anni da quando ha aiutato un suo amico preso da parte da un aggressore.
Mentre l’uomo lo picchiava a più riprese, gridava :” Sporchi froci! Vi uccideremo tutti!”. L’amico di Ivan ha avuto il timpano perforato. Si sono ritrovati tutti e due al Pronto Soccorso, mentre il loro aggressore si era dileguato nel nulla .
Un ispettore di Polizia li ha interrogati in Ospedale “ Noi gli abbiamo solo raccontato una parte della storia , non abbiamo osato rivelare le vere cause dell’incidente…” ricorda Ivano “ gli abbiamo detto che un tipo aveva provato a rubarci il nostro ombrello, pioveva, che noi avevamo resistito e che allora ci aveva attaccato “E’ d’altra parte la versione ufficiale.
A casa ho raccontato che mi ero fratturato lo zigomo in un club durante un tafferuglio che non avevo scatenato, in breve che mi ero trovato nel posto sbagliato in un momento sbagliato…” aggiunge.
Un Tabù scritto nelle mentalità.
La cultura patriarcale di questi piccoli paesi – la cui popolazione arriva fino a 620.000 abitanti- ha formato la mentalità in un modo tale che gli orientamenti sessuali alternativi dimostrano bene la difficoltà a farsi accettare.
Se il Montenegro è stato la prima delle antiche Repubbliche della vecchia Iugoslavia a depenalizzare l’omosessualità nel 1977, la maggior parte dei cittadini montenegrini continua a percepire l’omosessualità come un comportamento anormale.
“ Il Montenegro è considerato per la sua mentalità tradizionale, patriarcale, se non tribale, cosa che influenza la percezione di numerose persone a proposito delle molteplici questioni e fenomeni sociali” spiega Sroljan Vukadinovic, professore di Sociologia nel Centro di Ricerca Sociale montenegrino. “ E’ la ragione per cui i cambiamenti della società avvengono qui molto più lentamente che nei paesi vicini.”
Pochi indizi lasciano sperare che un cambiamento nelle attitudini di buona parte della popolazione sia imminente. Le personalità influenti del mondo politico e sociale restano per lo più silenziose e non abbordano il soggetto dell’orientamento sessuale, quando non tengono loro stessi dei comportamenti di dubbia moralità.
Quanto ai media , trattano raramente i temi legati alla comunità gay e lesbica, una comunità d’altra parte priva di un portavoce che potrebbe far valere la loro causa nella sfera pubblica.
L’omosessualità, uno strumento ideale per il ricatto
Poiché gli orientamenti sessuali alternativi delle persone sono attentamente mantenuti nell’ombra, l’omosessualità è frequentemente utilizzata a dei fini di ricatto.
“ Quando vivete in una società tradizionale come quella che prevale in Montenegro , essere designati come omosessuali è l’ultima cosa che voi volete…” precisa Alexandar Sasa- Zekovic .
“ E’ a volte più facile , per rovinare la reputazione di una persona, diffondere la chiacchiera che è omosessuale piuttosto che dire che è corrotto o che ha violato la legge.” Rincara la dose Alexandar Sasa- Zekovic.
Accusa inoltre l’elite politica montegenevrina di ricorrere regolarmente a delle allusioni di omosessualità come arma per screditare avversari politici.
In più, la gente normale fa spesso la stessa cosa fuori dall’ arena politica. Le vittime – che provengono da tutti i settori della società – omettono abitualmente ogni menzione in pubblico delle minacce che ricevono e questo con l’idea di proteggere la loro intimità in un ambiente ostile.
Nell’agosto 2009 “ D.M” di Podgorica, ha estorto 100 euro ad un omosessuale in cambio del suo silenzio a motivo della sua sessualità. Ma quando “D.M.” gli ha chiesto 30 euro supplementari, la sua vittima ha sporto denuncia e “D.M.” è stato incolpato di ricatto.
Intanto si ignora se la vittima conti di fare una denuncia per discriminazione fondata sull’orientamento sessuale. Se non è il caso, un altro crimine motivato dall’omofobia passerà oltre il trabocchetto senza essere registrato.
Anche in Slovenia gli omosessuali hanno paura di farsi vedere
Visti da fuori, i membri della comunità omosessuale sembra stessero meglio nella vecchia Repubblica Jugoslava della Slovenia. Un movimento lesbico , gay, bisessuale e transessuale (LGBT) vi è attivo da venticinque anni e la comunità gode della protezione di una legislazione anti-discriminatoria. In più , le coppie dello stesso sesso possono iscriversi come partner davanti allo Stato Civile.
Tuttavia , la cultura della dissimulazione resta forte e le ricerche dimostrano che quasi il 92% degli Sloveni che hanno subito delle violenze omofobe non le hanno mai riferite.
Jasna Magic , del progetto Povej Naprej, che si consacra a repertoriare le violenze omofobe, stima che solo l’omofobia interiorizzata possa spiegare perché la maggior parte dei membri della comunità omosessuale slovena si astenga dal riferire le aggressioni di cui sono fatti oggetto.
Alla maniera degli omosessuali del Montenegro, tendono a fare basso profilo, oppure a negare i crimini commessi contro di loro. “L’omofobia interiorizzata significa che , in fondo a noi stessi, noi crediamo che c’è qualche cosa di anormale dentro di noi”, spiega Jasna Magic.
“ E’ per questo che troviamo giustificazioni a questi crimini pieni di odio”.
Salvate la pelle, rimanete invisibili
“Per le persone lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT) che vivono in un ambiente ostile , diventa la strategia per eccellenza per sopravvivere”, deplorava Morten Kjaerum, direttore dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA), in uno studio apparso nell’aprile 2009.
Se una “strategia di invisibilità” resta molto diffusa perfino nei paesi tolleranti della UE, come sostiene la Francia, non stupisce che questa discrezione sia ancora più imperativa nei Paesi dei Balcani.
Gli omosessuali ed i bisessuali del Montenegro provano a passare inosservati e non organizzano che riunioni strettamente private. Gli incontri si fanno su internet o attraverso intermediari nella rete di amici LGBT.
Non esiste una stima ufficiale delle persone LGBT in Montenegro . Comunque, se una porzione che oscilla tra il 5 ed il 10% di non importa quale popolazione è effettivamente omosessuale o bisessuale -cosa che corrisponde ad una valutazione della comunità LGBT – allora il numero probabile di Montenegrini che pratica una sessualità alternativa deve aspettare ancora molto tempo.
Le feste dei gay in Montenegro sono il più delle volte organizzate negli appartamenti di uomini omosessuali, di una certa età e relativamente agiati .
Vengono invitati solo amici scelti ” Se andate ad una festa come queste in Occidente, potete essere accompagnati da chiunque vi sembri simpatico, ma, a Podgorica, ci si aspetta che portiate un gay alla ricerca di un compagno”, si lamenta Mirko, 28 anni, che abita nella capitale.
Un’altra forma di socializzazione si organizza nei luoghi di determinati abbordaggi, di solito nei parchi. Gli uomini omosessuali si incontrano là,soprattutto la notte, e arrivano all’intimità spesso senza nemmeno conoscersi.
Notiamo che la comunità LGBT è divisa su questo tipo di approccio. I più conservatori disapprovano questo tipo di approccio, mentre altri – Marko per esempio- ricordano che questo aspetto della vita omosessuale non differisce per nulla da quello che capita ad Amsterdam o a Barcellona.
La sola differenza è che , negli ambienti più tolleranti, questi luoghi di abbordaggio non rappresentano che una delle diverse opzioni possibili. Nel Montenegro, invece, si tratta di una delle sole opzioni possibili per i membri della comunità LGBT che desiderano fare degli incontri senza suscitare una attenzione imbarazzante.
Le spiagge nudiste costituiscono un altro luogo dove i gay possono esprimere la loro sessualità. Sono molto popolari durante il periodo estivo. Marko considera che gli eterosessuali che frequentano le spiagge nudiste “ tendono in generale ad essere più aperti di spirito e meno suscettibili a scandalizzarsi alla vista di due persone dello stesso sesso che dividono un momento di intimità” piuttosto che i Montenegrini normali per cui si spiega il successo di questi posti.
Ad eccezione dei parchi e delle spiagge nudiste, il mondo LGBT Montenegrino evita di incontrarsi in pubblico. Alcuni assicurano di non sentire il bisogno di assumersi il proprio orientamento sessuale apertamente.
Roman Kuhar, professore sloveno di Studi su gay e lesbiche, sostiene che questo può denotare una omofobia interiorizzata. Fa notare che gli eterosessuali non sentono questo bisogno di intimità.”Ogni volta che vedete una coppia eterosessuale che si tiene per mano, stanno segnalando il loro orientamento sessuale”, dice Roman Kuhar
Testo originale
Homosexualités : au Monténégro, pour vivre mieux, vivez cachés