Padre nostro: “Non indurci in tentazione”
Riflessioni di Elsa Woods tratto da Diaspora evangelica del gennaio 2006
"Mi sento libera di pregare come Gesù mi ha insegnato: “non indurci in tentazione” non perché credo in un Dio che dovrei trattenere da cattive intenzioni, ma solo perché vorrei ricordargli, ed anche ricordare a me stessa, che sono fatta di polvere e molto debole, anche spiritualmente parlando".
La tentazione sappiamo tutti cosa è, anche se siamo sempre meno pronti a guardare le nostre tentazioni in faccia invece di quelle degli altri. Siamo sempre tentati di non prestare attenzione alle nostre tentazioni!
Sul soggetto delle tentazioni ho letto che Lutero divideva le tentazioni in due gruppi: quelle di sinistra e quelle di destra.
Quelle di sinistra sono quelle che ci assalgono quando ci troviamo in situazioni di sofferenza, come la malattia o la povertà, che causano reazioni di rabbia, odio, durezza o impazienza in noi.
Poi ci sono quelle di destra, più sottili, che si presentano mascherate di frutti buoni, come il desiderio di fare il bene, di essere umili o lo zelo per la chiesa o l’evangelizzazione.
Queste possono portarci all’orgoglio, all’invidia, alla mancanza d’amore, all’intolleranza, all’ipocrisia, alle smanie di potere e autorità. José Martinez (l’autore di Abbà-Padre) dice giustamente che sono le tentazioni che più spesso sono presenti nell’ambito della comunità cristiana.
E siccome siamo qui in una comunità cristiana dovremmo pregare più frequentemente: “non indurci in questo tipo di tentazione, Signore!”
Non dimentichiamoci che il libro di Giobbe è una bella illustrazione di come i teologi che più difendono con zelo la sana dottrina di ogni epoca possono arrivare ad un’intolleranza e mancanza d’amore, che sono completamente fuori delle vie di Dio.
Le tentazioni sono prove, che sono state descritte in mille modi nella Parola: da Adamo a Gesù e da Gesù all’Apocalisse. E se vogliamo superare una prova di maturità o qualsiasi altro esame è bene studiare la materia.
Se voglio andare avanti nella vita cristiana è bene studiare la materia per superare la prova; devo studiarmi ben bene dove altri hanno fallito o vinto nella lunga storia dell’uomo con il suo Dio e come quell’unico Figlio dell’Uomo ha superato la prova finale. E poi?…
E poi mi accorgerò di non essere pronta per la prova! Un po’ come ogni scienziato dopo tanto studio, se è onesto, si accorgerà di non sapere nulla.
E a volte mi viene un po’ di panico d’esame che mi fa dire. “no, non sono pronta, non posso dare quell’esame!” E grido: “Non indurmi in tentazione, Signore! Tu lo sai bene come sono debole. Ricordati che sono stata fatta di polvere", come dice Davide nel Salmo 103.
E come risponde Dio a questo grido? Mi fa ricordare i mille incoraggiamenti della sua Parola. “Dio non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze”, dice Paolo. E anche se devo ammettere che gli credo solo a metà, mi dà lo stesso un po’ più di coraggio.
Forse mi dà ancora più coraggio il fatto che voglio credere che Gesù , che è stato tentato lui stesso fino all’estremo, intercede ancora per me, come faceva prima della tentazione di Pietro, dicendo: “ho pregato per te, che la tua fede non venga meno”.
E poi mi dà coraggio la promessa del Paracleto, promessa che vale anche per me, che lo Spirito mi starà accanto, nella prova piccola di ogni giorno e nella prova grande ogni tanto.
”Non indurci in tentazione”. Non devo farmi venire problemi teologici pensando a un dio sadico, che spinge i suoi figli verso il male. Assolutamente no! Ma devo solo rendermi conto della realtà che siamo in guerra. Siamo nell’esercito di Dio contro le forze del male.
La guerra in sé è la cosa migliore per formare soldati forti, coraggiosi e affidabili, ma soldati così saranno anche abbastanza saggi ed umili per chiedere al generale di non metterli in posizioni di eccessivo pericolo, dove rischiano di essere ammazzati troppo presto.
Per questo mi sento libera di pregare come Gesù mi ha insegnato: “non indurci in tentazione” non perché credo in un Dio che dovrei trattenere da cattive intenzioni, ma solo perché vorrei ricordargli, ed anche ricordare a me stessa, che sono fatta di polvere e molto debole, anche spiritualmente parlando.