Papa Francesco come ha incontrato le persone transgender? Con calore, affetto e attenzione
Articolo di Maxwell Kuzma* pubblicato sul sito di NCR – National Catholic Reporter (USA) il 24 aprile 2025, liberamente tradotto da Luigi e Valeria de La Tenda di Gionata
Quando ho incontrato papa Francesco lo scorso autunno in piazza San Pietro, non è stata solo un’esperienza assolutamente unica per me personalmente, ma un incontro che ora fa parte dell’eredità di Francesco riguardo all’importanza della cura pastorale nei confronti della comunità LGBTQ+.
Scegliere di vivere in linea con la mia autentica identità di uomo transgender cattolico ha purtroppo significato per me perdere molti amici e persino alcuni membri della famiglia. Ma incontrare Francesco, presentarmi a lui in spagnolo come cattolico transgender e ricevere da lui in risposta il suo calore e il suo benvenuto, è stato un momento fondamentale di riconoscimento. Posso avere un’identità sociale stigmatizzata, ma la pienezza di ciò che sono appartiene ancora alla Chiesa cattolica. Lo ha detto il Papa stesso.
La mia esperienza di incontro con Francesco è certamente occasionale, ma non lo è l’impatto che ha avuto su di me. Molte persone LGBTQ+ sono d’accordo con questa idea, anche se non sono cattoliche. Questi amici e parenti mi hanno fatto notare il calore e l’apertura del Papa verso tutti, dicendo che hanno un grande desiderio che anche altre figure istituzionali abbiamo la sua capacità di empatia.
Il suo papato, però, non è stato tutto rose e fiori. Le persone transgender e intersessuali, in particolare, sono rimaste profondamente deluse dalla pubblicazione della Dignitas Infinita, un documento vaticano del 2024 che sosteneva la mancanza di consenso tra gli esperti medici sull’identità transgender e cancellava di fatto la realtà di vita delle persone intersessuali con l’uso di un linguaggio riduttivo e offensivo. Sebbene non siano state pronunciate direttamente dalla bocca del Papa, queste espressioni inadeguate sono purtroppo in linea con quanto Francesco stesso ha detto quando si è schierato contro la cosiddetta “ideologia del gender”.
Tuttavia, il Papa ha dimostrato nella sua vita di superare i limiti della guerra ideologica. Così facendo, ha ampliato l’orizzonte di ciò che significa essere un cattolico queer oggi, inserendo più saldamente la Chiesa nella linea dell’esempio pastorale di Gesù, che non ha mai cacciato nessuno.
Francesco ha fatto questo attraverso attività pastorali locali a Roma a favore di donne transgender sex worker, che hanno goduto di posti in prima fila nelle udienze generali papali e per le quali ha organizzato le vaccinazioni durante la pandemia COVID-19, attraverso i suoi incontri regolari e le sessioni di ascolto con i membri della comunità LGBTQ+ e attraverso le sue lettere pubbliche di sostegno per le associazioni cattoliche LGBTQ+ come New Ways Ministries e Outreach.
I gesti di Francesco non erano semplicemente simbolici, ma esprimevano una fede realmente incarnata. Riflettevano una teologia radicata non in una rigida ideologia, ma nell’incontro con le persone. In una Chiesa che troppo spesso tratta le vite delle persone queer e transgender come problemi astratti da risolvere, Francesco ci ha invece trattati come persone da amare.
Questo, credo, è il cuore della sua eredità: un impegno ad essere presenti e vicini alle persone, anche quando la dottrina dovesse rimanere indietro.
È un momento davvero spaventoso per le persone transgender in molte parti del mondo, e l’America di Donald Trump non fa eccezione. In questo momento così difficile e delicato, la morte di Francesco sembra la perdita di una persona che come poche sapeva comprendere la complessità dell’esperienza umana, in un mondo sempre più diviso dalla crudeltà e dalla paura.
Noi cattolici statunitensi transgender ci meritiamo che i nostri vescovi si battano per la nostra sicurezza e per la nostra dignità, anche se, come Francesco, non comprendono appieno la nostra esperienza. Invece, i vescovi statunitensi preferiscono purtroppo insistere ancora di più sugli stereotipi tradizionali di binarismo complementare maschio-femmina e di esclusione.
L’eredità di Francesco nei confronti delle persone LGBTQ+ rispecchia l’esempio di Gesù: Francesco non ha avuto paura di farsi vedere con noi. Non ha avuto paura di stare in mezzo a noi, tendendoci per mano e guardandoci negli occhi, come parti del corpo di Cristo.
Possa il prossimo Papa non solo seguire il suo esempio, ma andare oltre nel raccogliere gli spunti di empatia e di accoglienza che Francesco ha avviato per trasformarli in un cambiamento duraturo della Chiesa.
* Maxwell Kuzma è un uomo cattolico transgender che si batte per l’inclusione delle persone LGBTQ nella Chiesa e scrive sui doni unici delle persone queer e sulla bellezza della diversità nella creazione di Dio. Gli articoli di Max sono stati citati dal New York Times e dall’Associated Press a proposito delle notizie del Vaticano relative alle persone transgender.
Testo originale: How did Pope Francis treat trans people? He gave us presence, warmth, love