Papa Francesco e i gay. Ma cosa ha detto davvero?
Riflessioni tratte dal sito la Compagnia della speranza del gruppo Guado di Milano, 30 luglio 2013
Premessa. Le parole sugli omosessuali che hanno suscitato tanto clamore non fanno parte di un discorso che papa Francesco ha fatto da qualche parte. Non sono nemmeno parte di un’intervista che ha rilasciato a qualcuno.
Sono state dette durante l’incontro con i giornalisti che viaggiavano sull’aereo che lo riportava in Europa dopo il viaggio in Brasile. Se si vuole fare un paragone di tipo giornalistico si può dire che si è trattato di una sorta di “conferenza stampa” in cui il papa ha dimostrato una grande disponibilità, affrontando tutti i temi che gli venivano proposti.
Quelle sugli omosessuali, a nostro avviso, non sono nemmeno le cose più interessanti che papa Francesco ha detto. Sarebbe bello riportare tutto il testo di questa conversazione, ma il rischio è quello di diventare troppo dispersivi (chi fosse interessato ad ascoltare l’intera “conferenza stampa” può seguirla sul sito del quotidiano Avvenire).
Al massimo potrebbe essere interessante chiedersi come mai le parole sui gay siano state quelle hanno destato maggiore scalpore.
La spiegazione che ci viene in mente è che il clima che veniva percepito dai giornalisti che seguono le cose di chiesa era di grande diffidenza nei confronti dell’omosessualità e che le parole di papa Francesco che non hanno fatto che ribadire quegli aspetti, presenti nella dottrina della chiesa, in cui si fa maggiore riferimento alla misericordia e all’accoglienza, siano stati vissuti come una novità di cui dare conto con grande evidenza.
Prima di leggere il testo occorre poi ricordare che la domanda che viene posta a papa Francesco riguarda le indiscrezioni di stampa, proposte da alcuni ambienti che vedono con ostilità le novità con cui si sta presentando il suo pontificato, relative alla presunta omosessualità di monsignor Battista Ricca che, nello scorso mese di Giugno era stato nominato “prelato” dello IOR.
E’ infine giusto ricordare che, sempre durante il viaggio di ritorno dal Brasile, c’era stato, con la giornalista brasiliana Patricia Zorzan, uno scambio di battute sui motivi per cui papa Francesco non aveva parlato, durante il suo viaggio, di aborto e di matrimoni omosessuali.
Visto che la stampa italiana non ha ripreso questa conversazione che era in spagnolo, ve la riportiamo immediatamente di seguito, prima delle dichiarazioni di papa Francesco che sono invece state riprese da tutti gli organi di stampa.
Patricia Zorzan: «Parlando a nome dei brasiliani. La società è cambiata, i giovani sono cambiati e si vedono in Brasile tanti giovani. Lei non ha parlato sull’aborto, sul matrimonio tra persone dello stesso sesso. In Brasile è stata approvata una legge che amplia il diritto all’aborto e ha permesso il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Perché non ha parlato su questo?».
Papa Francesco: «La Chiesa si è già espressa perfettamente su questo. Non era necessario tornarci, come non ho parlato neppure della frode, della menzogna o di altre cose sulle quali la Chiesa ha una dottrina chiara!»
Patricia Zorzan: «Ma è un argomento che interessa ai giovani…»
Papa Francesco: «Sì, ma non era necessario parlare di questo, bensì delle cose positive che aprono il cammino ai ragazzi. Non è vero? Inoltre, i giovani sanno perfettamente qual è la posizione della Chiesa!»
Patricia Zorzan: «Qual è la posizione di Vostra Santità, ce ne può parlare?»
Papa Francesco: «Quella della Chiesa. Sono figlio della Chiesa!»
Ecco adesso la domanda finale in cui papa Francesco dice la famosa frase: «Chi sono io per giudicare i gay».
Domanda della giornalista. Vorrei chiedere il permesso di fare una domanda un po’ delicata: anche un’altra immagine ha girato un po’ il mondo, che è stata quella di monsignor Ricca e delle notizie sulla sua intimità. Vorrei sapere, Santità, cosa intende fare su questa questione? Come affrontare questa questione e come Sua Santità intende affrontare tutta la questione della lobby gay?
Risposta di papa Francesco: Quello di monsignor Ricca ho fatto quello che il Diritto Canonico manda a fare, che è la investigatio previa. E da questa investigatio non c’è niente di quello di cui l’accusano, non abbiamo trovato niente di quello. Quella è la risposta.
Ma io vorrei aggiungere un’altra cosa su questo: io vedo che tante volte nella Chiesa, al di fuori di questo caso ed anche in questo caso, si va a cercare i “peccati di gioventù”, per esempio, no?, e questo si pubblica. Non i delitti, eh? I delitti sono un’altra cosa: l’abuso sui minori è un delitto. No, i peccati.
Ma se una persona, laica o prete o suora, ha fatto un peccato e poi si è convertito, il Signore perdona e quando il Signore perdona, il Signore dimentica e questo per la nostra vita è importante. Quando noi andiamo a confessarci e diciamo davvero «Ho peccato in questo», il Signore dimentica e noi non abbiamo il diritto di non dimenticare [i peccati degli altri], perché abbiamo il rischio che il Signore non si dimentichi dei nostri [peccati] eh?
E’ un pericolo quello. Quello è importante: una teologia del peccato. Tante volte penso a San Pietro: ha fatto uno dei peggiori peccati, che è rinnegare Cristo, e con questo peccato lo hanno fatto Papa. Dobbiamo pensare tanto.
Ma tornando alla Sua domanda più concreta: in questo caso, ho fatto l’investigatio previa e non abbiamo trovato. Questo è la prima domanda.
Poi, Lei parlava della lobby gay: mah… si scrive tanto della lobby gay. Io ancora non ho trovato mi dia la cartella d’identità in Vaticano con “gay”. Dicono che ce ne sono.
Credo che quando uno si trova con una persona così, deve distinguere il fatto di essere una persona gay dal fatto di fare una lobby, perché le lobby tutte non sono buone. Quello è il cattivo.
Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?
Il catechismo della Chiesa cattolica spiega tanto bello questo, ma dice… Aspetta un po’, come si dice…? Dice: «non si devono emarginare queste persone per questo, devono essere integrate in società».
Il problema non è avere questa tendenza. No! Dobbiamo essere fratelli, perché questo è uno, ma se c’è un altro, un altro, il problema è fare lobby di questa tendenza o lobby di avari, lobby di politici, lobby dei massoni, tante lobby. Questo è il problema più grave per me.
E La ringrazio tanto per aver fatto questa domanda. Grazie tante!