Papa Francesco tenta di chiarire le sue parole su identità LGBT e psichiatria
Articolo di Robert Shine* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 2 aprile 2019, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Papa Francesco ha di nuovo detto la sua sull’omosessualità, in modo ambiguo anche se apparentemente positivo, durante una recente intervista.
Il giornalista Jordi Evole del [canale televisivo] spagnolo La Sexta ha già interrogato due volte il Pontefice sui temi della sessualità: in occasione del celebre “Ma chi sono io per giudicare?” nel 2013 e del commento su bambini e psichiatria lo scorso anno, da alcuni interpretato come un invito alle terapie riparative.
A proposito di quest’ultimo episodio, il [sito cattolico] Crux riporta come Francesco abbia in seguito tentato di chiarire la sua posizione: “Papa Francesco ha affermato che le tendenze omosessuali ‘non sono peccato’, ma ha anche detto ai genitori che cominciano ‘a vedere cose non belle’ nei loro figli ‘per favore, andate da un professionista a chiedere consiglio’, perché ‘può darsi che non sia omosessuale’ […]
“Il giornalista spagnolo Jordi Evole gli ha allora chiesto se pensa che sia ‘una cosa non bella’ per dei genitori avere un figlio omosessuale, e il Papa ha risposto ‘In teoria, no, ma parlo di una persona che si sta sviluppando, e i genitori cominciano a vedere cose non belle […] per favore, andate da un professionista a chiedere consiglio, così capirete cosa sta succedendo e magari non è omosessuale, c’è qualcos’altro che non va’.
“Francesco ha poi affermato che, secondo lui, di solito è problematico per una famiglia avere un figlio omosessuale, perché i genitori possono rimanere ‘scandalizzati da qualcosa che non comprendono, qualcosa che è fuori dal normale […] Il mio non è un giudizio di valore, la mia è un’analisi fenomenologica’”.
Il Papa ha criticato “la malafede” dei media sul suo commento dell’agosto 2018, che alcuni hanno visto come un’autorizzazione alle terapie riparative; il Vaticano, tuttavia, ha più tardi chiarito che il Pontefice non considera l’omosessualità una malattia mentale. Ma La Sexta riporta: “Il Papa ha detto: ‘Stavo spiegando che non si deve mai cacciare da casa una persona omosessuale, ma ho fatto una distinzione: quando una persona è molto giovane e inizia a mostrare strani sintomi, è utile andare… io ho detto da uno psichiatra, in quel momento dici la parola che ti viene alle labbra, oltretutto in una lingua che non è la tua’”.
Crux riporta un altro commento di Francesco tratto dalla Sexta: “Una volta che l’identità omosessuale è ‘fissata’, dice Francesco, un uomo o una donna omosessuale ‘ha il diritto ad avere una famiglia, e il padre e la madre hanno il diritto di avere un figlio [o una figlia], comunque sia, e un figlio o una figlia non possono essere cacciati da casa’”.
Questi ultimi commenti sono piuttosto positivi e confermano che papa Francesco non aveva in mente le terapie riparative quando faceva riferimento alla psichiatria: la sua intenzione era invitare a consultare uno specialista quando un figlio è nella fase di comprensione della sua sessualità, soprattutto perché avere buone conoscenze sull’orientamento sessuale di un figlio o una figlia a volte, per una famiglia, è difficile. Forse la cosa migliore è l’affermazione secondo cui nessun figlio, e nessun figlio LGBTQ, può essere cacciato da casa.
Ma i riferimenti a un’identità LGB che dovrebbe “fissarsi” e a bambini che mostrano “strani sintomi” che potrebbero indicare la loro omosessualità ci ricordano che l’atteggiamento di Francesco verso l’omosessualità è ancora lontano dall’essere ideale. Il suo ovvio approccio pastorale dovrebbe essere corroborato da uno studio della sessualità, in modo da fare affermazioni chiare, non mormorii ambigui. È vero che la Chiesa non può avere tutte le risposte, ma questo non esime la gerarchia dall’informarsi adeguatamente da fonti aggiornate. Il Popolo di Dio, in ogni caso, si merita di più che risposte benintenzionate, ma dannose nella loro ambiguità.
* Robert Shine è direttore associato di New Ways Ministry, per cui lavora dal 2012, e del blog Bondings 2.0. È laureato in teologia alla Catholic University of America e alla Boston College School of Theology and Ministry.
Testo originale: Pope Francis: “No Son or Daughter Can Be Thrown Out of the Home,” Including LGBTQ Children