Pedofilia del clero e coperture vaticane: “Mea maxima culpa”
Articolo del 6 marzo 2013 di Claudio Tanari pubblicato su Cronache laiche
Il docu-film di Alex Gibney sui criminali in tonaca e le coperture della Curia sta per uscire in Italia. In un momento particolarmente difficile per le gerarchie vaticane.
«Nulla è più sacro dell’innocenza. Coprire questo crimine e non denunciarlo equivale a commetterlo» ha affermato nella conferenza di presentazione del suo film il regista Alex Gibney. Il documentario Mea maxima culpa – Silenzio nella casa di Dio, sugli abusi sessuali da parte di alti prelati ai danni di piccoli sordomuti, presentato lo scorso anno a Toronto nell’ambito del Festival Internazionale del Film, verrà proiettato nei cinema italiani dal 20 marzo.
I produttori avevano tentato di promuoverlo all’ultimo Festival del Cinema di Venezia. Invano. «Non so se l’abbiano effettivamente censurato – ha dichiarato Gibney in un’intervista -. Quello che so è che a Venezia si sente forte la pressione politica».
Gibney racconta una storia tristemente già vista: un prete, padre Lawrence Murphy; un istituto per bimbi sordomuti, la St. John’s School di Milwaukee; le molestie subite dai piccoli alunni dal 1963 al 1974. Ma il film ci dice anche della prima iniziativa collettiva contro le violenze sessuali di sacerdoti cattolici negli Stati Uniti a partire dalla metà degli anni Settanta.
Mea maxima culpa decide di far “parlare” alcune delle vittime, oggi adulte, attraverso il linguaggio dei gesti cui danno voce le interpretazioni di attori (tra gli altri Jamey Sheridan, ed Ethan Hawke) che traducono efficacemente le espressioni di rabbia e disgusto delle drammatiche testimonianze.
Ma Gibney – premio Oscar nel 2008 per il documentario Taxi to the dark side sulla morte per tortura di un tassista afgano nella base statunitense di Bagram – lascia il Wisconsin per affrontare fatti analoghi emersi in America e nel mondo: ecco allora padre Tony Walsh, il prete che per adescare le sue giovanissime vittime imitava Elvis; il caso dell’istituto Antonio Provolo di Verona con i suoi bambini anch’essi sordomuti e poveri molestati: prede perfette. Fino allo scandalo della Chiesa di Boston e alle scuse di Ratzinger.
A proposito di Benedetto XVI, oggi papa emerito, il film è impietoso nel documentare la vasta opera di secretazione passata attraverso la cattedra pastorale del vescovo di Milwaukee Timothy Dolan, oggi tra i più accreditati candidati alla successione papale, fino alla scrivania dell’allora cardinale Ratzinger che pretese da Giovanni Paolo II nel 2004 d’indagare (insabbiare) solo lui le segnalazioni che pervenivano sempre più numerose in Vaticano.
Si chiede Gibney nel corso della sua inchiesta: «Negare. Minimizzare. Censurare. Si sarebbe reagito così anche di fronte a una serie di omicidi?»