“Per loro non c’era posto”. Quando la Chiesa prende troppo spazio

Questa vignetta di Naked Pastor* mostra, con quattro sole immagini, un lento e silenzioso allontanamento tra Gesù e la Chiesa.
All’inizio sono abbracciati, stretti, condividono lo stesso spazio. Poi, man mano che il tempo passa, la Chiesa si ingrandisce, prende più spazio, si fa ingombrante. E Gesù… Gesù finisce per essere spinto fuori dal letto.
Dal mio punto di vista queer, questa scena racconta un’esperienza familiare. Quante volte ci è capitato di sentirci messi ai margini proprio da chi dovrebbe custodire il Vangelo dell’accoglienza? Quante volte la Chiesa ha detto di parlare nel nome di Gesù, ma poi ha occupato tutto lo spazio, lasciando fuori i corpi e le storie non conformi?
Quella figura enorme e sorridente che si gode il letto tutto per sé, mentre Gesù è lì, steso per terra con aria rassegnata, è un’immagine che fa male ma che riconosco. È come se dicesse: “Abbiamo preso il suo nome, il suo messaggio, ma lo abbiamo usato per i nostri comodi”. E chi è queer, chi ha dovuto lottare per essere riconosciuto non solo dalla società, ma anche dalle istituzioni religiose, lo sa bene: non è stato Gesù a cacciarci, è stata la Chiesa a crescere su sé stessa, fino a non lasciargli più posto.
Eppure Gesù è ancora lì. Non se ne va, non scompare. Sta a terra, accanto al letto, come a dire: “Io resto con chi è stato buttato fuori”. E forse, proprio lì, fuori dal letto dorato e troppo grande della religione istituzionale, si può ancora trovare quel Gesù che cammina con chi è marginalizzato, che tocca i corpi ritenuti impuri, che chiama beati gli esclusi.
Come ha scritto una volta l’attivista queer cristiana Kathy Baldock: “La Chiesa ha spesso agito come il guardiano di Dio, ma Gesù è sempre stato il compagno di chi sta fuori dai cancelli” (Baldock, Walking the Bridgeless Canyon, Canyonwalker Press, 2014).
Questa vignetta è una provocazione, sì, ma anche una speranza: ci ricorda che forse Gesù non è dove pensavamo che fosse… ma dove abbiamo sempre desiderato trovarlo.
*Naked Pastor è lo pseudonimo di David Hayward, ex pastore evangelico canadese diventato vignettista e artista. Con i suoi disegni provocatori e ironici smaschera le contraddizioni delle Chiese istituzionali, difende la libertà spirituale e dà voce a chi si sente emarginato, in particolare alle persone LGBTQ+. I suoi lavori mescolano fede, critica e umanità, sempre con uno sguardo affilato e compassionevole.