Per suscitare il cambiamento forse i gruppi di credenti omosessuali dovrebbero cambiare per primi
Riflessioni di Emanuela del gruppo Narciso e Boccadoro, 15 giugno 2011
Inizio da questa considerazione di Cinzia per dirvi alcune mie impressioni: “Avere la certezza che qualcosa sta cambiando, deve cambiare! Sognare la svolta! Osare sperare ancora una volta e nonostante tutto!”.
Vi confesso che sono giorni che mi chiedo se scrivere o meno le mie opinioni, purtroppo sarà che sto passando un periodo in cui vedo un po’ tutto nero ma non riesco più ad avere la certezza del cambiamento.
Sicuramente qualcosa sta cambiando però (purtroppo!) non riesco ad essere positiva come Cinzia.
Devo dire che il pride mi ha suscitato molte impressioni positive, il dibattito dei credenti invece non mi ha entusiasmato…..
Ho l’impressione che per far cambiare veramente le cose, forse dovremmo cambiare un po’ il nostro modo di agire come gruppi credenti.
Mi spiego meglio e divido il discorso in due parti.
– la CONFERENZA di venerdì organizzata dal FORUM dei credenti: sicuramente i ragazzi che hanno organizzato sono stati incredibili!
Hanno lavorato molto per invitare una dozzina di relatori e per curare tutti gli aspetti tecnici: allestimento del banchetto, presenza costante per 1 settimana, il “prendersi cura” dei vari relatori, la traduzione dei vari interventi… Insomma non posso che ringraziarli di cuore!
E proprio perchè si sono dati da fare così tanto mi spiace che il lavoro non abbia portato molti più frutti…. almeno secondo il mio modo di vedere le cose.
Sicuramente è stato positivo creare lo spazio di gay credenti all’interno del pride park, però secondo me, all’esterno non è arrivato il messaggio…. o è arrivato molto poco (e non mi riferisco alle gerarchie).
Il dibattito era interessante e faceva capire tante cose della chiesa attuale e di quello che potrebbe essere se seguisse meno le gerarchie e di più la bibbia…
Messaggi positivi come: “dobbiamo liberaci dal masso”, “ dobbiamo uscire allo scoperto”, “le gerarchie non sono la vera chiesa ”, “la bibbia non va letta alla lettera ”, “Dio ci ama per quello che siamo, dobbiamo imparare a rispettarci noi in prima persona ”, “molte chiese sono piene di omofobia e di maschilismo”, “noi abbiamo fatto un cammino di liberazione”…..
Tutte cose che condivido e che sono fondamentali per poter proseguire il cammino di credenti. Però una conferenza del genere l’ho già sentita non una ma tante tante volte! E non credo di essere una mosca bianca.
Una conferenza simile sarebbe importantissima se riuscisse a coinvolgere il mondo etero o le persone gay che sia affacciano per la prima volta al mondo dei gay-credenti e che hanno un disperato bisogno di sentirsi dire “credente e gay si può!”.
E’ vero la conferenza era all’aperto e in un parco pubblico, perciò in teoria tutti potevano venire… Però di fatto non è così. E non è stato così anche per altre conferenze a cui ho assistito in passato.
Forse è giunto il momento di riflettere sulle strategie migliori per comunicare con l’esterno. Lo sappiamo tutti che anche (e soprattutto) in politica la VISIBILITA’ e il SELF-MARKETING vincono!
Secondo me, in futuro alle conferenze “private” (tra noi persone glbt credenti) sarebbe bello invitare degli esperti nel campo della comunicazione e discutere fra noi (anche in piccoli gruppi) su come “essere visibili” all’esterno, attivamente e non solo sulla carta.
Scoprire assieme le strategie migliori per ROMPERE le scatole all’esterno. Partendo dal basso o dalle gerarchie, dalle scuole o dalle associazioni o da qualsiasi parte possa servire a cambiare l’opinione della gente e distruggere veramente l’omofobia.
Come singoli e anche come gruppi molti sono maturati, raggiungendo il bellissimo traguardo del “sono orgogliosa di essere credente e lesbica (gay, trans…) !”.
Secondo me ora dovremmo passare alla fase SUCCESSIVA: capire come farlo sapere a tutti gli altri gay ed etero!
Per esempio in futuro anziché riunire xx relatori in un unica conferenza, si potrebbero contattare xx scuole o xx gruppi – parrocchiali, scout, il club casalinghe, o quello che volete 🙂 – e fare tante mini conferenze.
Con 1 relatore che dica a loro, le tante cose interessanti che noi abbiamo sentito varie volte, magari accompagnato da qualche lesbica/gay/trans che racconti il proprio vissuto!
– Il PRIDE: è esaltante! Rigenerante e secondo me è inspiegabile a chi non l’ha mai provato. Lo consiglio a tutti soprattutto come “terapia” personale! 🙂
Mi ricordo ancora l’emozione fortissima che ho provato 4/5 anni fa quando ho portato lo striscione del mio gruppo (Narciso & Boccadoro) per la prima volta e una signora dal pubblico mi ha sorriso e ha gridato “bravi!”…
Quest’anno ho portato lo striscione molto poco… e in quei pochi minuti iniziali si è avvicinato un ragazzo romagnolo simpaticissimo che mi ha chiesto info sul gruppo e mi ha detto che ci contatterà!
E poi, vi confesso, mi sono lasciata trasportare dal desiderio di rivedere tante amiche e dall’euforia di sfilare, con la mia ragazza, in mezzo allo spezzone lesbico…..
Sfilare al pride è sentirsi parte di un mondo, è vivere per alcune ore “la normalità”! SI’ proprio così! In mezzo a tanti carri e a varie “carnevalate” (il boa lo indossavo pure io!), sentirsi parte di un mondo che non è poi così strano e “lontano” come si potrebbe credere dall’esterno.
E’ bellissimo camminare fra tanta gente, osservare le diversità di ognuno di noi, guardare la folla esterna e pensare (e dire con lo sguardo):
“sono lesbica, sono simile a tanta gente che sfila con me, anche quelli + “stravaganti” sono simili a me!
E sono una persona uguale a te che mi guardi ai lati della parata, ma ho molti meno diritti di te! Ora sono qui io ma potresti benissimo esserci tu al mio posto o un tuo parente….“
Il pride serve! E soprattutto servirebbe farlo spesso in città dove non è mai stato fatto.
A livello PERSONALE lo ritengo utile per aumentare l’autostima e per sentirsi “liberi” (per chi, come me, non ha ancora superato tutte le barriere dell’omofobia interiorizzata).
A livello PUBBLICO è INDISPENSABILE per dire “ci siamo anche noi e siamo in tanti!”, tutti diversi ma tutti uniti dalle discriminazioni che subiamo continuamente.
E mi auguro che in futuro sempre + gente partecipi al pride.
…. lettere, dibattiti, forum etc etc sono utilissimi per cambiare la mentalità della gente ma non c’è niente di più dirompente della forza dei numeri!
E in Italia il 10% di oltre 60 milioni di abitanti non è poco!