Perché molti cattolici LGBT sono scettici sulle scuse della chiesa cattolica ai gay?
Articolo di Jack Jenkins pubblicato sul blog Think Progress (Stati Uniti) il 28 giugno 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Papa Francesco ha espresso accoratamente le sue scuse nei confronti delle persone LGBT, chiedendo alla Chiesa cattolica di prendersi la responsabilità per il male perpetrato contro la comunità bisessuale, transgender, lesbica e gay. Ma molti sostenitori delle persone LGBT dicono che le parole del pontefice suonano vuote e fanno notare che la Chiesa deve cambiare la sua opposizione ufficiale aull’omosessualità e smettere di allontanare le persone apertamente gay.
Mentre stava parlando ai giornalisti questo fine settimana sul volo di ritorno a Roma dall’Armenia, è stato chiesto a Francesco di rispondere ai commenti fatti da un cardinale tedesco che ha detto che la Chiesa avrebbe dovuto chiedere scusa alle persone LGBT, specie sull’onda della terrificante sparatoria di questo mese che ha lasciato 49 morti in un night club gay a Orlando in Florida.
“Ripeterò ciò che dice il catechismo della Chiesa cattolica: che [le persone omosessuali] non dovrebbero essere discriminate, che devono essere rispettate e accompagnate pastoralmente” ha detto Francesco: “Ciò che importa è la persona in queste condizioni [e] ha la buona volontà di cercare Dio”.
Francesco ha anche dato voce ad un’altra versione del suo commento del 2013 sui preti gay, quando chiese “Chi sono io per giudicare?”: “La questione è: se una persona in questa condizione ha buona volontà e cerca Dio, chi siamo noi per giudicare?” ha detto Francesco questa settimana.
Le affermazioni di riconciliazione di Francesco, fatte nel suo caratteristico stile a ruota libera, sono state inizialmente ben accolte da alcune organizzazioni per la tutela delle persone LGBT. La Human Rights Campaign ha rilasciato una dichiarazione che loda il pontefice, dicendo che queste parole “sono un passo ben accetto per portare i cattolici LGBTQ più vicini alla Chiesa e per curare le ferite di coloro che si sono sentiti scacciati dalla loro Chiesa e dai suoi insegnamenti.”
Ma molti cattolici LGBT non sono stati colpiti dalle scuse di Francesco. Marianne Duddy-Burke, direttore esecutivo dell’organizazione cattolica LGBT DignityUSA, ha detto che l’ammissione del Papa che la Chiesa ha ferito le persone LGBT è “essenziale”, ma non cambia la realtà vissuta da molti gay cattolici: “Per portare alla completa guarigione la relazione tra Chiesa cattolica e persone LGBT, la Chiesa deve non solo riconoscere gli errori del passato ma anche agire concretamente per dimostrare il suo impegno nel trattare le persone LGBT in modo giusto da ora in poi”, si legge nella dichiarazione di Duddy-Burke.
Allo stesso modo Eliel Cruz, leader del gruppo religioso per il sostegno delle persone LGBT Faith in America, ha notato che questa richiesta di perdono, quando disgiunta da sostanziali cambiamenti religiosi nella Chiesa, suona a vuoto per milioni di persone credenti che rimangono ostracizzate dalle comunità cattoliche a causa della loro sessualità: “Il commento di papa Franceso sui ‘trattamenti’ passati della Chiesa nei confronti dei gay non riconosce la ferita causata nel presente”, ha detto Cruz in una dichiarazione alla stampa: “Cercare di chiedere scusa senza riconoscere le cause alla radice della ferita è inutile. Francesco chiede scusa per le ferite causate, senza cambiare la teologia che continua a produrre queste ferite… Francesco continua a credere che le persone LGBT siano intrinsecamente disordinate. L’insegnamento della Chiesa cattolica sulle persone LGBT demonizza la loro comunità”.
Altri cristiani LGBT, sia cattolici che protestanti, fanno eco allo scetticismo nei confronti dei commenti di Francesco. Molti hanno sottolineato che, mentre il catechismo della Chiesa cattolica proibisce “ingiuste discriminazioni” contro i gay, esso si riferisce anche alle “tendenze omosessuali” come “intrisecamente disordinate”.
I leader cattolici hanno già da lungo tempo chiarito che condannare gli atti omosessuali è diverso dal condannare le persone LGBT ma, come ha riportato ThinkProgress, molti esperti di salute mentale hanno capito che una teologia anti-LGBT – sia che le demonizzi come persone o disprezzi le relazioni omosessuali come intrinsecamente peccaminose – può avere come risultato ferite psicologiche a lungo termine.
Di più, Duddy-Burke e altri notano che la proibizione da parte del catechismo cattolico della discriminazione contro le persone LGBT non ha fermato la Chiesa dal licenziare ripetutamente lavoratori cattolici solo perché erano visibilmente omosessuali.
Dal 2012 le istituzioni cattoliche degli Stati Uniti hanno licenziato direttori musicali della chiesa, impiegati presso centri di aiuto alla vita, lavoratori delle mense per i poveri e chi è stato sincero sulla propria sessualità, così come hanno lasciato che se ne andassero insegnanti in scuole cattoliche in Iowa, Nebraska, Pennsylvania, tra gli altri. Nel frattempo, i gruppi cattolici di Florida, Hawaii,Massachusetts, Ohio, e California stanno combattendo per contrastare i Vescovi che stanno minacciando di fare la stessa cosa nelle loro diocesi. Il problema è così pronunciato che i gruppi LGBT si sono riuniti a Chicago nel 2015 per escogitare una strategia per porre fine ai licenziamenti.
Lo schema è frustrante specialmente per i credenti degli Stati Uniti, dove il 60% dei cattolici è apertamente a favore dei matrimoni omosessuali e molte confessioni cristiane ora abbracciano apertamente il matrimonio omosessuale e ordinano persone LGBT.
Naturalmente, molti vescovi cattolici in America hanno condannato apertamente l’omofobia della Chiesa, sull’onda del massacro di Orlando il vescovo di St. Petersburg, in Florida, ha dichiarato: “… Tristemente è la religione, inclusa la nostra, che li prende di mira, di solito verbalmente, e che spesso fa nascere disprezzo per gay, lesbiche e transgender”.
Ma per i sostenitori delle persone LGBT come Marianne Duddy-Burke, questo tipo di parole sono solo il primo passo verso la riconciliazione e hanno poco significato senza ulteriori azioni da parte della Chiesa. “[La Chiesa] deve parlare chiaramente e ad alta voce contro l’orribile violenza e la discriminazione che è spesso diretta contro le persone LGBT in tutti i Paesi del mondo, incluso il nostro, molti con una numerosa o maggioritaria popolazione cattolica” ha detto Duddy-Burke.
Testo originale: Why LGBT Catholics Are Skeptical Of Pope Francis’ Apology To Gays