Noi omosessuali cattolici abbandonati dalla nostra Chiesa
Riflessioni di Susie* e Randy Roth* tratte da Star Bulletin (Stati Uniti)** del 29 marzo 2010, liberamente tradotte da Alessandra C.
I nostri genitori erano cattolici, così come i nostri nonni e bisnonni. Frequentammo una scuola cattolica e il college Gesuita. Il cattolicesimo è per noi cultura ed eredità, non solo religione.
Sia le suore a scuola sia i Gesuiti al college ci insegnarono a fare ciò che per noi era “la cosa giusta”, a prescindere dagli altri e a lavorare con impegno se ritenevamo che un’istituzione, compresa la Chiesa Cattolica, non stesse facendo la cosa giusta. Notammo che la chiesa cattolica considerava gli omosessuali dei veri oppositori all’insegnamento di Gesù Cristo.
L’ammonizione ecclesiastica di amare i peccatori ma di rifiutare il peccato implica che i gay sessualmente attivi siano inferiori dal punto di vista morale. Questo per noi è chiaramente sbagliato. Nessuno dei gay che conosciamo dichiara di aver scelto la propria omosessualità. Nostro figlio, ad esempio, ride al pensiero che qualcuno possa coscientemente scegliere di essere omosessuale.
Anche se non si considera una vittima, e noi siamo più che orgogliosi di lui, per lui è ridicolo che si possa pensare che abbia scelto in coscienza di essere oggetto di rifiuto, di scherno, di condanna e di tutto il peggio. Proprio come la razza e il colore della pelle, l’omosessualità di nostro figlio gli è stata data da Dio stesso. Avrebbe potuto scegliere di essere eterosessuale o asessuato, ma non sarebbe stata la realtà. Non sarebbe stato ciò che è.
Quando frequentava ancora la scuola superiore qualcuno con un oggetto appuntito incise una sprezzante parola sul baule della nostra auto. Ricordiamo ancora la shock alla vista di quelle sei grandi lettere in stampatello: F R O C I O.
È stato come se ce le avessero incise nell’anima. Certo, ci arrabbiammo, ma soprattutto ci spaventammo all’idea di ciò che qualcuno avrebbe potuto fare a nostro figlio un giorno. Chiunque abbia scritto quella parola pensava in qualche modo che persone come nostro figlio fossero degli esseri inferiori. Con amarezza, notammo che la Chiesa poteva essere una fonte di tali pensieri con la sua posizione del nei confronti dell’omosessualità.
Se vi vengono dei dubbi su tale conclusione, provate a domandarvi perché molti omosessuali cattolici si sentono abbandonati dalla Chiesa. Crediamo che la loro sensazione di rifiuto sia reale e ben fondata.
* Susie Roth è un’insegnante che ha fondato con Jo Chang Da MOMS, un gruppo di sostegno locale per famiglie con membri GLBT.
Randly Roth è professore alla Facoltà di Legge dell’University of Hawaiʻi at Mānoa (Honolulu, Stati Uniti). Entrambi sono membri del centro Gesuita Newman al campus UH-Manoa e Susie è un “genitore all’ascolto” di Fortunate Families, un gruppo cattolico di genitori con figli gay e lesbiche.
** Questo articolo è stato ripubblicato anche su Fortunate Families Newsletter del maggio 2010, foglio informativo dell’Associazione Fortunate Families, famiglie cattoliche per il rispetto e la giustizia per i loro figli e figlie omosessuali.
Testo originale: Catholic policy toward gays misguided (pdf)