Presidente Berlusconi cosa c’entrano gli omosessuali!
Lettera aperta* al Presidente del Consiglio Berlusconi di Gianni Geraci, portavoce del Gruppo del Guado – Cristiani Omosessuali di Milano, del 2 novembre 2010
Gentile presidente Berlusconi, non ho mai condiviso il moralismo di chi usa le abitudini sessuali di un politico per metterlo in difficoltà nel suo lavoro. Ed è per questo motivo che non capisco molti commenti con cui vengono stigmatizzate certe notizie che la riguardano.
Al massimo un uomo di governo corre il rischio di cadere nel ridicolo, ma la storia è piena di personaggi che, da Cesare a John Kennedy, sono stati presi in giro le loro intemperanze sessuali e che però si sono rivelati degli eccellenti statisti.
Gli italiani sono chiamati a giudicare il suo operato non tanto per il numero e per la qualità delle donne che transitano dal suo talamo, ma per i risultati che il suo governo riesce a conseguire quando si tratta di risolvere i problemi concreti delle persone: i disoccupati che sono alla ricerca di un nuovo lavoro; gli imprenditori che non trovano i soldi per affrontare le scadenze; le famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese; i cittadini che si arrabbiano quando hanno a che fare con dei servizi pubblici che sono indegni di un paese civile.
Tra queste persone ci sono anche gli omosessuali: quelli che vivono da anni delle relazioni di coppia e che hanno la necessità di avere finalmente, come del resto capita nella maggior parte dei paesi europei, un quadro legislativo chiaro all’interno del quale impostare la loro relazione; quelli che sentono l’urgenza di una legge contro l’omofobia strisciante che, soprattutto in occasione dell’estate, è la causa di un numero significativo di aggressioni e di soprusi; quelli che non l’hanno votata, ma anche quelli che l’hanno votata e che già in passato hano dovuto sopportare una sua battuta secondo cui i gay «sono tutti dall’altra parte».
Questi omosessuali sono persone che, come lei, vorrebbero essere giudicati per quello che fanno nella loro vita di tutti i giorni e non per quello che fanno quando sono chiusi in camera da letto con il loro partner.
Questi omosessuali sono persone che, come lei, rivendicano il loro diritto di essere quello che sono, senza per questo essere messi sotto accusa per i loro gusti sessuali.
Questi omosessuali sono pesone che, come lei, hanno il diritto di non fare salti mortali per tenere nascoste amicizie a frequentazioni che migliorano la qualità della loro vita.
E’ per questo che non ci saremmo mai aspettati da parte sua una frase come quella che ha pronunciato questa mattina alla Fiera di Milano.
Come fa a dire certe cose uno che, come lei, ha rivendicato più volte il suo sacrosanto diritto di essere giudicato dal popolo italiano e dal Parlamento che ne è l’espressione, per il lavoro che fa e non per le abitudini che ha, quando è in camera da letto.
Aspettiamo fiduciosi una pronta rettifica da parte sua, perché altrimenti saremmo costretti a concludere che quella libertà a cui dice di ispirarsi, sia qualche cosa che le sta a cuore solo quando riguarda i suoi amici e le persone che, come lei, fanno parte di una casta politica a cui tutto è permesso.
* Questa lettera aperta fa seguito alla battuta infelice in cui il Presidente Berlusconi ha usato un’espressione poco rispettosa degli omosessuali.