Può una persona omosessuale diventare e rimanere cristiana?

A molte persone è stato insegnato, durante gli anni della fanciullezza, che l’omosessualità è condannata sia da Dio che dalla loro religione perché è contro natura ed è moralmente depravata.
Se queste persone scoprono più avanti nella loro vita di essere lesbiche o gay o bisessuali, perciò spesso si trovano ad attraversare una crisi spirituale.
Chi riesce a sopravvivere sperimenta un conflitto tra ciò che sono e ciò in cui credo. Alle volte abbandona la religione. Alcuni diventano accaniti nemici della religione stessa.
Lo scopo di questo breve saggio è quello di esplorare la possibilità per una persona gay o lesbica di recuperare la fede attraverso il superamento del conflitto, tutto apparente, tra la religione e il suo orientamento sessuale.
Sceglieremo ciò che potrebbe essere l’esempio più difficile: quello di una persona omosessuale, un ex-cristiano fondamentalista, il quale crede che la Bibbia sia priva di errori nella sua stesura originale e che, perciò, per definizione condanni il comportamento omosessuale.
Cosa ha detto Gesù Cristo sull’omosessualità?
I Vangeli riportano centinaia di istruzioni e raccomandazioni di Gesù che riguardano i comportamenti e i pensieri degli uomini; ma nessuno di essi riguarda l’omosessualità.
La predicazione di Gesù si è concentrate essenzialmente sull’interazione della persona umana con Dio e con i suoi simili. E’ vero, Gesù ha detto alla donna adultera di non peccare più.
Ma quella è stata l’unica volta, per quanto ci è dato di sapere, in cui Gesù abbia parlato di moralità sessuale. Può darsi che Gesù abbia ritenuto l’omosessualità una questione su cui non valeva la pena soffermarsi.
Comprendere le Scritture della tradizione ebraica
Ci sono molti passi delle Scritture della tradizione ebraica (Antico Testamento) che sono stati abitualmente interpretati come una condanna dell’omosessualità. A questo riguardo, è importante superare le moderne traduzioni delle Scritture come, ad esempio, la Versione di Re Giacomo, e che stabiliamo quello che gli autori originali hanno scritto. Nella loro smania di condannare gay e lesbiche, traduttori ed interpreti della Bibbia hanno spesso inserito una vena di anti-omosessualtà nei loro lavori.
Da un’attenta analisi dei testi originali possiamo ricavare una versione diversa:
– Il capitolo 19 della Genesi descrive la distruzione di Sodoma, la cui causa è stata attribuita alle pratiche omosessuali dei suoi cittadini; si dice che gli abitanti di Sodoma volessero violentare gli angeli (maschi).
Veramente, il testo biblico, in quel punto è ambiguo: è vero che la parola originale ebraica alle volte viene usata per indicare attività sessuali, ma è vero anche che la medesima parola di solito è usata con il significato di “conoscere” in senso letterale.
Tuttavia da un’attenta analisi e da un confronto tra il racconto della Genesi e il libro di Ezechiele possiamo stabilire che l’inospitalità, la superbia, l’idolatria e la mancanza di considerazione per i poveri erano considerati i peccati principali dei sodomiti.
Se l’omosessualità ebbe qualcosa a che fare con l’accaduto, ovviamente si era trattato di attività sessuale non consensuale, di violenza sessuale.
Così possiamo sicuramente concludere che Sodoma fu distrutta a causa dei peccati dei loro cittadini, tra i quali anche l’usanza di essere violenti contro i visitatori. Il libro dei Giudici, al capitolo 19, sembra essere quasi un duplicato del racconto della Genesi.
– Levitico, capitolo 18, versetto 22 e capitolo 22 versetto 13. Questi brevi versetti sembrano condannare il comportamento omosessuale maschile, ma in realtà si riferiscono solo alla prostituzione del tempio. Anche se si riferissero alle relazioni lesbiche e gay non sarebbero applicabili ai cristiani d’oggi, non più di quanto lo sono le altre 613 leggi che costiuiscono la Legge Sacra degli Ebrei.
Non sarebbe affatto onesto per un ministro o un teologo cristiano insinuare che solo i due versetti considerati sono ancora validi per la condotta dei cristiani d’oggi, e allo stesso tempo affermare che i restanti codici della Legge Ebraica non sono più applicabili.
– Deuteronomio, capitolo 23, versetto 17, Primo libro dei Re, capitolo 14 versetto 24 e capitolo 15 versetto 12. Tutti questi versetti sono stati tradotti malamente in alcune versioni della Bibbia in modo tale che siano applicabili al comportamento omosessuale. “Prostituzione del tempio” sarebbe una traduzione più accurata.
– Libro di Ruth, capitolo 1, versetto 16 e capitolo 2, versetti 10-11. Tali versetti descrivono una relazione intima tra Ruth e Naomi che può aver avuto, ma può anche non aver avuto alcuna componente sessuale.
– Primo libro di Samuele, capitolo 18, versetti 1-4 e capitolo 29, versetti 41-42, secondo libro di Samuele, capitolo 1, versetti 25-26. Questi versetti descrivono tutti una profonda relazione intima tra Davide e Gionata, relazione che può aver avuto, ma può anche non aver avuto affatto una componente sessuale.
Concludiamo col dire che le Scritture ebraiche condannano la violenza omosessuale e la prostituzione del tempio, ma non disapprovano le relazioni gay e lesbiche.
Si può essere certi che secoli di sermoni tipo “fuoco e fiamme” contro l’omosessualità basati sui versi dell’Antico Testamento siano stati la conseguenza di un’ interpretazione errata della Bibbia.
Comprendere le Scritture Cristiane
Ci sono molti passi delle Scritture Cristiane (Nuovo Testamento) che sono state tradizionalmente interpretati come una condanna dell’omosessualità.
– Lettera ai Romani, capitolo 1, versetti 26 e 27. Qui san Paolo critica l’attività sessuale che è contro la natura o contro l’indole di una persona. Questo passo è stato variamente interpretato in modo che si riferisse a tutti i comportamenti omosessuali, alle attività orgiastiche, alla prostituzione del tempio, o alle persone eterosessuali coinvolte in rapporti sessuali con persone dello stesso sesso. Il significato, tuttavia, non è chiaro.
– La prima lettera ai Corinzi, capitolo 6, versetto 9, contiene un elenco di attività che impediscono alle persone di ereditare il Regno dei Cieli.
Una di queste è stata storicamente tradotta in modo che si riferisse alla masturbazione. In tempi piuttosto recenti, invece, il medesimo versetto è stato ritradotto in modo che si riferisse dell’omosessualità. Il vero significato è andato perduto.
– Nella prima lettera a Timoteo, il versetto 9 del primo capitolo è simile alla lettera ai Corinzi citata.
– Lettera di Giuda, capitolo 7. C’è un riferimento agli abitanti di Sodoma i quali “si sono abbandonati alla fornicazione e hanno perseguito la “carne diversa”.
La lettera è stata variamente tradotta in modo da vedere una specie di riferimento al rapporto sessuale delle donne con gli angeli e all’omosessualità in generale. Il vero significato è andato perduto.
Concludiamo col dire che San Paolo, nel Nuovo Testamento, sembra voler condannare alcune attività omosessuali, ma non è chiaro quali. Non c’è alcun cenno alle relazioni d’amore, all’impegno tra persone gay e lesbiche in tutto il Nuovo Testamento.
Comprendere il credo e la politica delle varie istituzioni religiose
Alcune confessioni cristiane sembrano dare maggiore enfasi a ciò che la gente fa a letto con il proprio partner piuttosto che concentrarsi sull’uso di droghe, sull’odio, sull’omofobia, la povertà, la discriminazione razziale, l’intolleranza religiosa, la violenza, il sessismo, eccetera.
Negli ultimi secoli, ci sono stati molti dibattiti su problemi in qualche modo legati al sesso tra organizzazioni religiose ufficiali e altri gruppi della società. Tra gli argomenti di questi dibattiti segnaliamo:
– l’aborto
– il controllo delle nascite
– il sacerdozio delle donne
– il comportamento omosessuale
– i matrimoni interreligiosi
– le esperienze sessuali prematrimoniali
– il ruolo degli uomini e delle donne nel matrimonio e nella società
– i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
In generale, i gruppi di fede più liberali sono i primi a dare una soluzione a queste forme di conflittualità. A questi seguono le organizzazioni religiose più grandi e da ultimi i cosiddetti Fondamentalisti. Quale esempio, consideriamo il controllo delle nascite.
Al passaggio del secolo, tutti o quasi tutti i gruppi religiosi condannavano la pianificazione familiare; alcuni gruppi erano attivi nella promozione di leggi che bandissero la vendita di contraccettivi.
Oggi, quasi tutti i gruppi considerano il controllo delle nascite un non problema. Con un’importante eccezione, la Chiesa Cattolica Romana. Ma quasi tutti gli appartenenti anche a questa chiesa (il Popolo di Dio), hanno adottato qualche forma di controllo delle nascite
Consideriamo ora uno dei punti di conflitto più complessi: l’aborto. Fino ad alcuni decenni fa, c’era un fronte unico tra i gruppi religiosi che ritenevano la procedura un crimine; e le legislazioni nazionali riflettevano tale concezione.
Attualmente, i gruppi religiosi più liberali (L’Associazione Unitaria Universale, la Chiesa Unita del Canada, la Chiesa Unita di Cristo, ecc.) sostengono il diritto di scelta della donna. I gruppi religiosi maggiori (Anglicani, Congregazionisti, Metodisti, ecc.) hanno posizioni diverse. I più conservatori (Fondamentalisti e altri Evangelici) sono decisamente contro l’aborto.
Ma anche in quest’ultimo caso, c’è un movimento al loro interno verso una direzione più liberale: attualmente un maggior numero di confessioni religiose sostiene il diritto della donna all’aborto in caso di gravidanza quale conseguenza dello stupro e dell’incesto o finalizzato a salvare la vita della donna.
Anche in questo caso c’è un chiaro dibattito in corso all’interno delle organizzazioni religiose più liberali, le quali sono le prime a cambiare la propria posizione, seguono le organizzazioni più grandi e infine l’ala più conservatrice, la quale arranca molto dietro.
I matrimoni inter-confessionali e inter-razziali erano anche questi, un tempo, argomenti per discussioni molto accese. Ora sono diventati dei non-problemi.
Il sacerdozio femminile, il femminismo e altri argomenti in qualche modo legati al sesso sono ancora oggetto di dibattito molto acceso. Con la possibile eccezione dell’ala più conservatrice, le organizzazioni religiose stanno ancora discutendo se:
– gli adulti celibi con orientamento omosessuale hanno titolo all’appartenenza all’organizzazione stessa e/o al sacerdozio,
– le persone gay e lesbiche sessualmente attivi hanno titolo all’appartenenza all’organizzazione/o al sacerdozio,
– le persone omosessuali legate da relazioni d’amore debbano vedere riconosciute le loro unioni attraverso forme di riti religiosi,
– i matrimoni tra persone dello stesso sesso debbano essere riconosciuti,
– ci debbano essere forme di istruzione ed educazione generale dei propri membri circa l’omosessualità, al fine di compensare l’odio insegnato per secoli dalla maggior parte delle organizzazioni religiose.
Un’indagine sulle chiese cristiane e altre religioni rivela che molti gruppi sono in grande angoscia circa il cambiare o meno le loro politiche. Molti decidono di non agire o di fare comunque un passo in avanti verso una maggiore liberalizzazione. Per quanto ne sappiamo, nessun gruppo di credenti è andato nella direzione opposta, cioè, verso una minore liberalizzazione.
Poiché un numero sempre maggiore di gay e lesbiche è uscito dalla riservatezza, è stato possibile effettuare una ricerca maggiormente accurata sul problema. Tale ricerca spiega le cause dell’orientamento sessuale e ora che le nuove generazioni hanno occupato posti di comando, ci si aspetta che una politica meno rigida nei confronti delle persone omosessuali possa continuare.
Nei primi anni del nuovo secolo, è probabile che la maggior parte dei gruppi religiosi finiranno per accettare il fatto che l’omosessualità non è una scelta ed è irreversibile anche nell’età adulta. Coloro che ancora si oppongono al comportamento omosessuale si concentreranno probabilmente sull’opera di convincimento di gay e lesbiche a rimanere celibi.
Crediamo che la tendenza verso l’accettazione dell’orientamento omosessuale sia un fatto naturale, normale ed inarrestabile e che tutte le organizzazioni religiose abbandoneranno le loro restrizioni nei confronti della piena partecipazione di gay e lesbiche.
Tuttavia ci vorranno parecchi decenni perché questo processo avvenga in modo completo nelle organizzazioni più conservatrici.
Dove trovare, per gli omosessuali, sostegno spirituale
Ci sono diverse possibilità:
– domandare all’associazione locale di sostegno LGBT se hanno al loro interno un gruppo religioso di riferimento. Qualora non ce ne sia, formarne uno;
– accertarsi che l’organizzazione religiosa alla quale appartieni abbia un ufficio per la consulenza omosessuale o se ci sono membri dello stesso gruppo che ne hanno formato uno. Sono disponibili degli elenchi di tali gruppi;
– considerare il trasferimento verso organizzazioni maggiormente liberali;
– considerare la possibilità di trasferirsi presso la Chiesa Comunitaria Metropolitana (ndr non è presente in Italia), la quale è costituita per l’85% da gay, lesbiche e bisessuali. Tale confessione religiosa segue una teologia tradizionale (ndr va precisato che i gay e lesbiche cristiani italiani sono accettati senza tanti problemi nella chiesa valdese e metodista, in numerose comunità battiste ed in alcune parrocchie e comunità cattoliche);
– considerare di diventare un “praticante solitario” e seguire la tua fede da solo;
– leggere un libro che descrive l’esperienza di vita di devoti cristiani che sono anche gay. Il libro migliore che abbiamo trovato fin’ora sull’argomento è: Strangers at the Gate: To be Gay and Christian in America, Simon & Schuster, New York, 1994 (ndr in Italia segnaliamo due libri che si occupano di presentare il cammino dei cristiani omosessuali: Omosessualità e Vangelo. Franco Barbero risponde, Gabrielli editori, 2008 e Alle porte di Sion. Voci di Omosessuali credenti, ed Monti, 1998 ). Si può ordinare il libro in una libreria on-line.
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