Quando ho capito che sono un gay cristiano!
Riflessioni di Brian G. Murphy* su queertheology.com (Stati Uniti), sito web di spiritualità queer, liberamente tradotte da Innocenzo Pontillo
Era più facile fingere di essere etero prima di aver guardato un porno gay. È stato allora che tutto è crollato. Prima di allora riuscivo a non pensarci. Ero entusiasta quando conoscevo un nuovo amico, quando cercavo dei nuovi vestiti in un catalogo o non desideravo le donne, perché così mi comportavo da buon cristiano.
In seconda media, i ragazzi guardavano i porno. I miei amici maschi, che venivano con me in chiesa, non lo avrebbero mai ammesso apertamente, ma parlavano di quando sbirciavano i cataloghi di intimo femminile delle loro mamme.
Ero giustamente (ma silenziosamente) indignato. Non dovremmo farlo mi dicevo! Ma anche allora sapevo che non avrei dovuto dirlo ad alta voce.
I miei amici di scuola, invece, erano più espliciti riguardo al materiale porno che cercavano su internet. Ma come si fa a trovarlo” mi chiedevo? Io non ne avevo la minima idea.
Così, l’ho cercato su Google… o meglio ho chiesto al mio assistente vocale (perché sono un vecchio millennial!): “Dove si trova il porno?”. Che mi ha risposto: “Dove trovi immagini di nudo di…”, e mi ha mostrato un menu a tendina che mi permetteva di selezionare “donne”, “uomini” o “entrambi”. Naturalmente io ho cliccato sempre su “donne”.
Aspetta. Gli uomini erano un’opzione? Le persone potrebbero voler vedere foto di uomini nudi? E questo fatto era noto persino al mio maggiordomo algoritmico?
Ci sono volute tante altre volte, prima che riuscissi a cliccare sopra la parola “uomini”. La selezionavo, ma subito dopo tornavo a selezionare la parola donne e premevo invio. Finché un giorno ho detto “Fanculo” e l’ho fatto. Ed è stato allora che tutto è cambiato.
Improvvisamente l’omosessualità è passata da una cosa vaga, che poteva non essere vissuta o cliccata con il mouse.
Perché se si trattava di un clic del mouse potevo evitare di cliccare, potevo spegnere il computer, potevo non fare delle cose.. Potevo non guardare i porno, non guardare la sezione di intimo maschile nel centro commerciale. Non guardare i miei amici.
Mi ci sono voluti anni per disimparare la lezione che mi era stata trasmessa in seconda media, ovvero che essere omosessuale è qualcosa che semplicemente “non si fa”, che è solo un’attività sessuale e, soprattutto, ho capito che non è sbagliato esserlo. (…)
*Brian G. Murphy è co-fondatore del sito queertheology.com di risorse per cristiani queer ed è accompagnatore spirituale negli Stati Uniti.
Testo originale: What Gay Porn Taught Me About Faith