Quando i nostri “maestri di vita” ci deludono
Riflessioni tratte da qoudouss.skyrock.com, liberamente tradotto da Dino
E’ la prima volta che parlo della mia genitrice su questo sito. Prima non ne sentivo affatto il bisogno. Adesso lo faccio perchè quanto è successo mi infastidisce. Perchè c’è un’ omofobia di cui si parla molto poco: l’omofobia dei genitori. Me ne sono andato via da casa dei miei genitori dodici anni fa. Li vedevo sempre meno regolarmente. Tuttavia ci sono degli atteggiamenti che mi fanno ancora male e che non mi lasciano indifferente.
Credo che l’omofobia di una madre peraltro esemplare possa essere compresa. Non accettata, ma compresa, tollerata, questo sì.
Lei ha il diritto di porsi delle domande, può non essere in grado di capire ciò di cui non ha mai avuto esperienza. Ma credo che i gay che hanno avuto una madre esemplare possano averne compassione… Ma qui non è davvero il caso.
Due e-mail è quello che ho ricevuto. Nessuna congratulazione. In ogni caso non ce ne sono state in occasione del nostro fidanzamento. Soltanto condanne, soltanto insulti, considerandomi un malato di mente, un traditore, la spazzatura della famiglia. Ma quale famiglia? La mia famiglia è rappresentata da Nicolas e dai miei amici più intimi.
“Spero che almeno non dirai alla madrina e agli altri membri della nostra famiglia che hai queste tendenze e che desideri fare queste cose.” E in seguito: “La mia offerta è sempre valida: Venite, tu e Nico, a farvi curare nello studio specializzato…”.
Mia madre, che per molto tempo è stata agnostica, ora frequenta dei sacerdoti che l’aiutano a tranquillizzare la sua coscienza e le imbandiscono quella deliziosa pietanza che è il movimento ex-gay. Durante queste ultime 35 ore non ho fatto altro che pensare all’amore che Nicolas ha per me e a quello che io ho per lui, come antidoto per il veleno dell’omofobia della mia genitrice.
Stasera ho avuto un colloquio con quello che da dodici anni, fino ad una mezz’ora fa, consideravo il mio miglior amico. Lo ritenevo un fratello adottivo. Ora anche lui me ne ha appena fatta una bella: lui e sua moglie non verranno al nostro matrimonio, affinché la loro figlia non sia scandalizzata vedendo un matrimonio tra due maschi. Bang! Che botta dolorosa! E’ come se qualcuno non volesse condurre a passeggio i suoi figli nel parco, perchè laggiù ci sono dei neri, e non si deve scandalizzare i bambini. E’ la stessa cosa.
E sopra il conto ha avuto anche il coraggio di aggiungere: “Tu hai fatto delle scelte, delle scelte personali, pensando che tutto questo venisse da Dio.”. Adesso mi ha detto queste cose, anche se durante la lotta che anni fa ho sostenuto per accettare la mia realtà lui era al mio fianco, ha potuto vedere ciò che stava succedendo, ha conosciuto le domande che mi ponevo. E’ insieme a lui che ho analizzato i passaggi biblici più spinosi, sapeva bene cosa stavo passando.
E all’inizio sua moglie era molto gentile con me. Egli sa che non si è trattato di una scelta, ma conosce molto bene il problema. E adesso, perchè dice così? Gli è stato fatto un lavaggio del cervello? Si è messo a condividere le idee dei “distruttori di finocchi”? E’ sua moglie che gli ha lavato il cervello? E’ forse il fatto di diventare padre quando non si è ancora maturi per esserlo, è questo che rende cretini?
Testo originale: Donneurs de leçons