Quando l’omofobia si nasconde nei cuori di certi cristiani
Riflessioni di Marie Pierre Truquet pubblicate sul blog cattolico Reflexion et partage (Francia) il 6 luglio 2016, liberamente tradotto da Marco Galvagno
In questo tempo di caos suscitato dal movimento Manif pour tous contro l’approvazione (in Francia) della legge sul matrimonio omosessuale, rileggevo il Vangelo del Giudizio Universale (Matteo 25, 31-46). Mi immaginavo lo sguardo di Gesù posato su questa gente in cammino. Non li separavo “come i pastori separano le pecore dalle capre”, ma si separavano da soli senza saperlo.
Ma lui il Signore sa, dato che giudica le intenzioni e i pensieri di ognuno e che nessuna creatura sfugge al suo sguardo, che c’erano quelli che sfilavano in pace con la propria coscienza. Si opponevano radicalmente al progetto di legge, alla distruzione della famiglia, alle manipolazioni genetiche e commerciali dei diritti dei bambini.
Alcuni erano giunti lì da molto lontano per manifestare con la loro presenza fisica. Ma non vi era ombra di omofobia nelle convinzioni che li animavano. Si rallegravano anche che uomini e donne apertamente omosessuali sfilassero al loro fianco. Rispettavano la loro natura e le conseguenze sulla vita affettiva e sessuale. Il Signore non avrebbe dimenticato il loro atteggiamento. “In verità vi dico nella misura in cui l’avete fatto a uno dei miei piccoli fratelli l’avete fatto a me”.
Vedeva anche gli altri manifestanti, così determinati come i primi nell’opporsi al progetto di legge, stesso comportamento da bravi ragazzi, stessa calma sorridente. Ma lui che scruta nei cuori e nelle anime fino alle articolazioni e fino alle viscere vi leggeva una profonda repulsione per gli omosessuali. Questa manifestazione era un colpo di fortuna inaspettato per loro, per esprimere il rifiuto verso questa comunità di “emarginati e depravati”. E la loro benevolenza sbandierata mascherava una condanna senza appello.
A questi Gesù avrebbe detto:
“Avevo fame del riconoscimento altrui, essenziale per amare me stesso. Chiedevo solo di essere riconosciuto per quello che sono semplicemente, ma la mia omosessualità pesava sempre di più dei miei doni, della mia intelligenza. Mi avete rifiutato il posto che meritavo”.
“Ero prigioniero di pregiudizi morali, di commenti sarcastici e degradanti e voi mi avete umiliato sputandomi addosso.”
“Avevo fame d’inviti, d’accoglienza senza secondi fini, di considerazione. La vostra porta è rimasta chiusa.”
“Avevo sete d’ascolto per spiegarvi, la mia natura, quella con cui sono nato e devo vivere; dirvi d’accettare il mio diritto a essere felice come tutti. Non avete voluto ascoltare nulla.”
“In verita, in verità vi dico se non l’avete fatto a uno di questi piccoli non l’avete fatto a me.”
Testo originale: Méditation à propos des « Manifs pour tous »