Quando si ama… le regole dell’amore gay
Riflessioni tratte da galanet, liberamente tradotte da Dino M.
L’amore è stato sempre considerato come una relazione esclusiva tra due persone di sesso opposto. Tuttavia, benché l’amore gay sia considerato spesso come una devianza, esiste. Ci si trova allora di fronte a questa domanda: “E’ possibile amare al di fuori dalla norma sociale?”. La risposta è si!
Infatti è impossibile scartare l’omosessualità dal quadro dell’amore, infatti anche se l’amore gay si costruisce effettivamente ai margini della società e delle sue norme, sa comunque creare nuove norme e la nascita di nuovi valori capaci di mettere in discussione le vecchie concezioni morali. E proprio il caso di dire che la forza “dell’amore tutto cambia e tutto muta”.
Si amano i propri genitori, si amano gli amici, si ama il proprio compagno o la propria compagna, si ama la città oppure la campagna, si ama la vita o l’alcool, Dio o i cioccolatini.
In mezzo a tutti questi esempi, che sono a priori una generalizzazione del significato della parola “amare” che alla fine rimanda ad un concetto del godimento, è possibile tuttavia differenziare un gruppo del tutto particolare.
Quest’ultimo si distingue in modo empirico: ognuno fa l’esperienza di una “forma” di amore particolare, che prende origine nella relazione sessuale scelta con un altro.
La maggior parte del tempo, questo amore è una relazione esclusiva tra due persone di sesso opposto. Tuttavia, benché questo sia considerato come “una cosa a parte”, per alcuni come una devianza, sembra che l’amore possa ugualmente esistere in altri contesti. Sembra allora che l’amore sia sottomesso ad una norma sociale; si considera come sola possibilità dell’amore esclusivamente la relazione eterosessuale.
Ci si trova allora di fronte a questa domanda: E’ possibile amare al di fuori dalla norma sociale? Le nostre discussioni ci hanno portati a trattare tre principali aspetti della questione: in primo luogo il timore dell’amore omosessuale in confronto all’amore eterosessuale, in seguito la linea di divisione tra l’amore esclusivo e l’amore collettivo o condiviso; in fine la possibilità di due tipi di amore paralleli: l’amore delle coscienze e l’amore delle identità. La questione dell’omosessualità è evidentemente centrale nella riflessione sulla normalizzazione dell’amore. Vi si ritrovano due livelli di analisi.
Il primo tratta del riconoscimento dell’omosessualità da parte della legge. In Francia l’amore omosessuale non è considerato un delitto, e non è soggetto ad alcun divieto. Si potrebbe allora pensare che l’omosessualità sia riconosciuta dalla legislazione come pratica amorosa a tutti gli effetti.
Allo stesso modo esiste un riconoscimento ufficiale dell’unione omosessuale con il PACS: una coppia omosessuale ormai può essere considerata dalla società come un unico insieme economico e civile , al pari di una coppia eterosessuale.
Tuttavia si vede molto chiaramente che si scava un solco tra l’amore eterosessuale e l’amore omosessuale quando si parla del matrimonio. Il matrimonio è il riconoscimento, da parte della legge e della società che essa regola, di un’unione amorosa allo scopo di fondare una famiglia. E il matrimonio omosessuale non è autorizzato in Francia. E’ una disputa di ordine etico che oppone i favorevoli al matrimonio omosessuale e i “conservatori”; vale a dire l’educazione dei figli.
Alcuni pensano che sia indispensabile che un bambino possa beneficiare della presenza di di un padre e di una madre, e invece altri rivendicano “il diritto ad essere genitore” dell’individuo. Da un lato come dall’altro le argomentazioni sono discutibili. Sembra infatti un atteggiamento ipocrita difendere l’educazione mista quando sappiamo che in Francia una coppia su due è divorziata. In questo caso il bambino non è allevato che da uno solo dei suoi genitori, e il concetto di “misto” non è rispettato.
Allo stesso modo, il fatto di rivendicare il diritto di essere genitori torna a mettere in secondo piano i diritti del bambino: il bambino si ritrova nella posizione di un oggetto posseduto dai genitori, e questo apre la strada a terribili devianze. Se si considera la genitorialità come un diritto, si dà la possibilità ai genitori di scegliere di avere dei figli come si sceglierebbe di comprare dei vestiti ( e perché non chiedere di abortire un bambino che non fosse del sesso desiderato, per esempio).
Da un lato è possibile vedere un’ipocrisia conservatrice che spesso nasconde una evidente omofobia, e dall’altro una totale liberalizzazione che sfocerebbe nella desacralizzazione del bambino.
In ogni caso, queste sono due posizioni estreme, e probabilmente è a causa della radicalizzazione dei discorsi che nel nostro paese la discussione segna il passo. In Spagna il matrimonio omosessuale è stato autorizzato, e una coppia omosessuale sposata ha gli stessi diritti e gli stessi doveri di una coppia eterosessuale.
Le coppie omosessuali possono dunque adottare dei figli e sono allora costrette ad educarlo ed a provvedere a tutti i suoi bisogni materiali, morali, ed affettivi, fino alla sua maggiore età. Si tratta di un compromesso che sembra efficace: il bambino mantiene il suo statuto di vulnerabilità e di individuo a pieno titolo, e l’amore omosessuale è riconosciuto allo stesso modo dell’amore eterosessuale.
Il secondo livello di analisi tratta del riconoscimento dell’omosessualità come “forma d’amore” per la “globalità”, per la massa. In questo preciso caso si entra in rapporto con l’influenza ancora molto importante del cattolicesimo nei paesi latini.
E’ risaputo, e il Papa Benedetto XVI ce l’ha appena ricordato, che la Chiesa di Roma considera l’omosessualità, come una devianza, come uno squilibrio mentale, come una rottura dell’ordine stabilito da Dio. Pertanto, se si considera che la Natura è la creazione di Dio, non si può affermare che l’omosessualità è una devianza: si possono infatti osservare pratiche omosessuali in numerose specie, in particolare presso le scimmie Bonobos.
Questo argomento da solo non sarebbe sufficiente a smontare la tesi cattolica. Presso i cattolici infatti si trova una concezione sacra dell’amore. Il fatto che dei primati dello stesso sesso intrattengano delle relazioni sessuali, non può essere paragonato all’amore. L’amore, per i cattolici, non può realizzarsi che tra un uomo ed una donna, ed ha come punto fermo l’alleanza eterna davanti a Dio e la relazione sessuale associata sistematicamente alla riproduzione.
Si comprende qui che un paragone tra l’amore degli uomini e l’amore delle scimmie non possa essere preso in considerazione da un cattolico. Ci si può veramente opporre alla dottrina cattolica considerando che “lo stato naturale” non esiste per l’uomo, e che è assurdo parlare di devianza nel contesto non-naturale dell’uomo.
La discussione a questo punto si blocca e rimanda a due assiomi incompatibili: da una parte il cattolicesimo e il carattere divino – e dunque naturale ed evidente – dell’amore, e dall’altra parte la tesi dell’uomo sociale e del controsenso della parola “devianza”.
Dunque è ancora la dottrina cattolica che resta molto presente nella mentalità di massa del nostro paese. Infatti, non è perché un paese riconosce l’unione omosessuale che il popolo che lo costituisce la riconoscerà anche lui. L’esempio più probante lo si osserva in Spagna: la legge riconosce il matrimonio omosessuale, mentre la maggioranza degli Spagnoli lo disapprovano.
La maggioranza dei Francesi d’altra parte segue l’esempio dei suoi vicini latini: considera esclusivamente l’amore eterosessuale come sola vera incarnazione dell’amore. Se si osserva un così massiccio rifiuto dell’amore omosessuale, significa che una coppia omosessuale non è riconosciuta come incarnazione dell’amore.
L’omosessualità viene associata ad un’immagine sociale del vizio sessuale, della droga e, ancora ai nostri giorni, dell’AIDS. Per una maggioranza di eterosessuali l’omosessualità è una devianza in rapporto alla norma, che sarebbe quindi la sola forma di vero amore.
E’ possibile allora ritrovare questa equazione: l’omosessualità non è riconosciuta come amore poiché essa è a margine della norma amorosa. Si può allora pensare che l’amore non esiste che all’interno della norma? Si può considerare l’omosessualità come amore, quando esso devia dalla norma?
Evidentemente è proprio impossibile scartare l’omosessualità dal quadro dell’amore; poiché se essa si costruisce effettivamente a margine alla società e alle sue norme, essa instaura delle nuove norme in una nuova società nella quale nuovi valori possono amplificarsi.
Dunque si può proprio parlare di amore omosessuale. La questione della possibilità di un amore lontano dalle norme, non è tuttavia sempre stata sottoposta a regole, poiché l’omosessualità instaura essa stessa delle nuove norme che le sono proprie.
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