Quello che la Chiesa cattolica insegna sull’omosessualità e quello che non dice, ma che bisogna sapere

Non è un segreto: il tema dell’omosessualità è incandescente. È una realtà che fino a poco tempo fa si commentava solo di nascosto; oggigiorno, invece, è il tema del momento.
Omosessualità è una parola che si sente in ogni ambiente, sia liberale che conservatore. Si possono contare sulle dita della mano quelli che non hanno già alcuna opinione al riguardo e questo tema controverso ha trovato posto anche nella Chiesa Cattolica.
Tutti ricorderanno come nel passato il semplice tema della sessualità era escluso dalla pubblicità e considerato un peccato vergognoso.
Non si è mai sentito predicare di questo tema nelle Messe domenicali e l’unico posto dove si poteva fare era il confessionale. Ma questo è già passato per sempre.
Nel futuro si potrà parlare del tema dell’omosessualità dal pulpito anche se ad alcuni potrà sembrare fastidioso a seconda del grado di conoscenza che hanno e dell’atteggiamento di fronte ai “gay” e alle lesbiche.
C’è un altro fattore che influenza questo grado di accettazione: l’appartenenza etnica, la tradizione familiare, le proprie esperienze e se si conosce qualche omosessuale.
E’ importante sapere che esiste un Dipartimento Pastorale per i Gay e le Lesbiche fondato dal Cardinal Mahony già dodici anni fa (1986) nell’Arcidiocesi di Los Angeles (Stati Uniti). Forse non si sa che ci sono Parrocchie (ndr statunitensi) dove Lesbiche e Gay sono i benvenuti e accettati.
Per alcuni questo ministero non basta perché lo vedono solamente come un gesto di avvicinamento che in fondo nasconde indifferenza e paura. Altri, in minoranza, non trovano necessario questo tendere la mano e condannano questo ministero come il principio della fine di una Chiesa davvero Cattolica.
Da un lato stanno i liberali cattolici che pensano che tutto quello che la Chiesa ha detto sull’omosessualità nel passato è falso e passato di moda.
Altri dell’ala conservatrice, pensano che l’unico posto per gli omosessuali nella Chiesa sia il confessionale ed in questa stessa ala altri pensano che gli omosessuali sono dei deviati e devono essere esaminati sul lettino dello psichiatra.
Tuttavia la maggior parte dei cattolici sperimentano da una parte una tensione interna tra la fedeltà ad un chiaro insegnamento della Chiesa e dall’altra parte un’autentica preoccupazione per l’omosessuale e l’isolamento che deve subire.
Preoccupazione che si estende verso i genitori che hanno figli gay. Normalmente questi sentimenti si producono quando si è vicini a un parente o a un amico omosessuale.
Ho osservato che quelli che hanno un’opinione molto rigida sugli omosessuali, normalmente considerano chi la pensa in maniera differente come nemici.
C’è una minoranza, molto rumorosa per il resto, che sembra avere tolleranza zero per qualunque tipo di avvicinamento alla gente omosessuale e la cui unica caratteristica è la rigidità e la severità, che dista molto della nostra tradizione cattolica.
A volte penso che il tema dell’omosessualità si possa aprire una grande divisione nella Chiesa che potrebbe distruggere la sua unità. Le mie paure si vedono confermate in incontri con estremisti di destra e di sinistra.
Le posizioni estreme, di qualunque tema, non sono state mai trionfanti nella Tradizione Cattolica. I suoi militanti sono stati solo un elemento di disturbo nella sua marcia millenaria e non hanno risolto questi temi delicati.
Ciò che è particolarmente tragico è che la Chiesa ceda davanti alla pressione di tali gruppi e alla fine sia l’omosessuale cattolico a soffrirne; si deteriora la relazione genitori-figli e si vede minacciata l’unità familiare.
Così, in forma molto sottile, le idee risultano molto confuse e la credibilità dell’insegnamento ufficiale della nostra Chiesa si deteriora.
Ho conosciuto e servito persone gay per la maggior parte della mia vita sacerdotale. Ho diretto questo ministero arcidiocesano negli ultimi nove anni, nominato dal Cardinal Mahony. Parlo così per lunga esperienza.
L’omosessualità non è un’idea astratta. L’omosessualità ha a che vedere con persone concrete. Il contesto naturale dell’omosessualità è la famiglia, come ogni essere umano nasce nel seno di una famiglia, chiamati ad amarsi ed a preoccuparsi gli uni degli altri.
La Chiesa ha proclamato un solenne e pubblico compromesso battezzando di fronte a tutti, perfino quelli che risultano essere omosessuali. La Chiesa possiede insegnamenti dottrinali e morali che danno un senso ad una persona omosessuale. Per queste e altre ragioni non si potrà mai espellere dalla Chiesa ai cattolici gay o lesbiche.
Credo di avere la grazia e la vocazione per svolgere questo compito. Mi baso, per parlare di ciò, sugli insegnamenti attuali della Chiesa. Sono inoltre preparato ad accettare qualunque altra opzione che la Chiesa in futuro possa darmi su questo tema.
Essendo esperto di questo tema, d’altra parte, non ho trovato sempre convincenti tali insegnamenti, ovvi o obbligatori. Credo, perché sono membro di una Chiesa di fede che insegna, di una comunità di fede che c’invita tutti a non dividerci in eccessi individualisti.
Dove sono giunti i fedeli? Dove si trova la Chiesa cattolica?
Vorrei esporre alcuni cardini dei temi controversi nella Chiesa che spero permettano non solo di capire il tema del quale stiamo parlando, ma possano anche aiutarci a definire il nostro ruolo e il nostro contributo a questo dialogo.
È normale trovare controversie nella vita della Chiesa. Nascono dal porsi domande.
“Chi dicono che io sia”? Avete ascoltato ciò che si dice… ma io dico a voi… E Maria domandò all’Angelo: “Come è possibile… ? Durante il cammino discutevano chi sarebbe stato il più grande… “.
Esiste la controversia nella Chiesa perché nessuno possiede il grado di Dottore in Discepolato. Esistono diversi punti di vista perché non esauriamo mai il mistero della nostra fede.
Quando si formulano domande nella Chiesa si ascoltano diverse risposte. Tanto del lato conservatore come del lato liberale. Ma definiamo i termini.
Un vero conservatore è quello che mette tutta la sua energia nel preservare e proteggere i misteri della fede. Un vero liberale è quello che mette tutta la sua energia per una migliore comprensione dei misteri della fede.
Non bisogna uno vergognarsi di essere liberale o conservatore. L’interazione di ambedue è essenziale per la salute della Chiesa.
Una Chiesa governata solo da liberali non sarebbe nient’altro che un sala di dibattiti, non una comunità di fede.
Una Chiesa governata solo da conservatori condurrebbe ad un fondamentalismo dogmatico più che ad una vera fede viva. La soluzione sta nell’equilibrio tra le due parti. Tanto i liberali quanto i conservatori si devono basare in quello che chiamo il “centro radicale”.
Il centro radicale è costituito dalla Scrittura e dalla Tradizione. La Scrittura e la Tradizione non sono fini a se stessi, il loro ruolo è quello di portarci verso il Signore Risorto che viene in mezzo a noi, come Signore e come Maestro.
Il centro radicale è sempre il punto di partenza per ritornare, con qualche nuova conoscenza o sviluppo di dottrina, una volta che la controversia è stata risolta.
Tanto i conservatori quanto i liberali sanno istintivamente che in ogni controversia si può andare tanto lontano da questo centro verso destra o sinistra da trovarsi fuori dalla Scrittura o dalla Tradizione.
È per questa ragione che liberali e conservatori dovrebbero ascoltarsi sempre e dialogare mutuamente.
Oggigiorno quello che sembra stia succedendo è che la tensione sana e naturale tra liberali e conservatori abbia generato in una polarizzazione. Ogni polarizzazione può distruggere l’unità della Chiesa.
Si ha polarizzazione ogni volta che si perde di vista la mira e si rimpiazza con una visione di idee proprie e individuali. Consideri le seguenti affermazioni:
Non si potrà parlare di un’accettazione totale degli omosessuali fino a che la Chiesa non riconosca il matrimonio omosessuale. L’omosessualità è un peccato: non è necessario un ministero speciale per qualcosa di tanto contrario alla natura.
Queste affermazioni ci parlano di rancori nascosti, di paure, di rigidità mentale e di mancanza di umore. Quelli che fanno queste affermazioni si autoproclamano “profeti” o “ortodossi”.
Ciò può costare molto caro perché è la base per l’eresia e per lo scisma. Non si ripete sempre che le condizioni pericolose dello scisma è il prodotto dagli estremisti conservatori o liberali.
La tendenza di favorire l’estremismo conservatore sembra essere qualcosa di cronico nella nostra Chiesa. Ma spesso si tratta di una posizione data dall’estrema ingenuità e dalla non conoscenza delle cose.
Quello che la Chiesa insegna
In relazione alla controversia sull’omosessualità nella Chiesa è essenziale conoscere quello che la Chiesa insegna e quello che non insegna.
L’omosessualità è una realtà molto complessa che non si può risolvere in modo semplice.
L’ultima parola sulla sessualità non è stata detta dalla Chiesa. In base ai documenti recenti dobbiamo dire che non ha cambiato niente di quello che ha insegnato fino ad ora. Quello che è cambiato è l’atteggiamento della Chiesa verso le persone che hanno un orientamento omosessuale.
Chiaramente la Chiesa riconosce che esistono persone con una distinta orientamento sessuale. Le investigazioni scientifiche propiziano varie teorie che tentano di spiegare le origini di tali orientazioni. Nessuna conclusione solida e finale è stata data finora. L’omosessualità è trattata come un fatto; le sue origini rimangono un mistero.
Dato che la Chiesa accetta i fatti è ovvio che l’omosessualità è qualcosa di più che un tema di peccato e di confessione.
Essere differente in quanto a orientamento sessuale esige una cura pastorale più completa e una comprensione verso la persona omosessuale. Dunque, che cosa è quello che la Chiesa ora insegna?
Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna: “L’omosessualità si riferisce alle relazioni tra uomini e tra donne che sperimentano un’attrazione sessuale esclusiva e predominante verso persone dello stesso sesso.”
Questa definizione è importante. Ci parla di “Relazioni”; “Sperimentazione”; “Esclusiva Attrazione” sono parole positive e non si menziona nessuna attività sessuale. Nella mente della Chiesa l’omosessualità non è la stessa cosa che l’attività sessuale.
L’omosessualità è, inoltre, una forma di relazionare, sentire e sperimentare se stesso in relazione con gli altri sia uomini che donne. Non c’è base per presupporre che si debba intendere l’attività sessuale nell’omosessualità, cosa che appanna e distrae il dialogo e la comprensione del tema. Anche questo significa un messaggio che deteriora il chiaro insegnamento della Chiesa.
La Chiesa insegna chiaramente che l’omosessualità non è qualcosa che uno sceglie, bensì è qualcosa che qualcuno scopre. Quello che si può scegliere è lo stile di vita che si desidera vivere. Nessuno – meno ancora la più alta gerarchia della Chiesa – conosce con certezza le origini dell’omosessualità.
Possiamo scegliere qualunque spiegazione che desideriamo, ma imporre questa teoria ai nostri fratelli gay e lesbiche, fare pressione sulla Chiesa perché preferisca una teoria piuttosto che un’altra o dare l’impressione che una è la chiesa “cattolica” aggiunge solo polarizzazioni e fa più grande l’abisso e la distanza che ci separa dai nostri fratelli gay e lesbiche.
* Il The Ministry with Lesbian and Gay Catholics (Pastorale per gay e lesbiche cattolici) dell’Arcidiocesi cattolica di Los Angeles è stato fondato dal Cardinale Roger Mahony il 4 febbraio 1986 ed è sostenuta, in tutta l’Arcidiocesi, a livello parrocchiale. Questa pastorale specifica è rivolta a gay e lesbiche cattolici, ai loro genitori, alle loro famiglie e agli amici. Per approfondire si può consultare il sito dell’Arcidiocesi di Los Angeles (USA)
Testo originale: La Homosexualidad y la Iglesia. Lo que la Iglesia enseña y lo que no enseña. Y por qué Usted debe saberlo