Questione di cuore. L’irresistibile tentazione di un bacio gay
Lettera inviata a Natalia Aspesi* tratta da Il Venerdì di Repubblica, 29 luglio 2011, p.18
Nei giorni successivi all’approvazione, da parte dello Stato di New York, della possibilità di contrarre matrimonio anche fra le persone dello stesso sesso, pensavo a quale potrebbe essere la reazione dell’italiano medio se una simile opportunità si presentasse per uno strano caso anche da noi.
Forse alla maggioranza non interesserebbe granché, di certo una cospicua minoranza comincerebbe a ululare per cancellare questo diritto.
Di fatto, la gente non è abituata a vedere due donne o due uomini che camminano tenendosi per mano o abbracciati, che si scambiano un bacio tranquillo alla fermata del metrò.
E noi non li stiamo abituando, invidiamo le coppie uomo-donna che passeggiano abbracciate e si baciano se lo desiderano, ma noi continuiamo a camminare distaccati, non sia mai che ci riconoscano per quello che siamo.
Temiamo di offendere qualcuno, i bambini magari? Ma non abituando i bambini, non li aiutiamo a capire che il nostro amore è amore e basta e come tale ha bisogno di mostrarsi al mondo.
Il mio compagno è nel fiore dell’età adulta, io mi avvicino alla pensione, non siamo e non sembriamo ragazzi, quando usciamo ci teniamo per mano oppure io cingo col mio braccio le sue spalle. Chiacchieriamo, ridiamo, ci baciamo semplicemente, con la naturalezza di una coppia di sposi. La gente attorno a noi?
Non so, finora non ho visto ostilità, poca curiosità, qualche sorriso, ma direi innocente, qualcuno si volta a guardarci e spesso ti accorgi che sono due maschi che forse ci invidiano ma non ci imitano.
La mia lettera è un invito a vincere la paura, il senso di vergogna, i falsi pudori e a camminare per le vie della città con la normalità di qualsiasi coppia: si abitueranno a vederci, con l’abitudine non faremo più notizia, non susciteremo più timore, scandalo, curiosità o forse invidia.
Adriano di Milano
La risposta…
Non vorrei che mi giudicasse bigotta, ma sinceramente penso che una coppia, da chiunque sia formata, non dovrebbe aver bisogno di esporre pubblicamente il suo amore.
Credo che non sia necessario baciarsi in strada per esibire li proprio affetto, e che in ogni caso l’amore sia una faccenda piuttosto privata.
Etero o omo che sia, che bisogno ha una coppia di far sapere al mondo di vivere una relazione, una passione? Personalmente, forse perché sono stata giovane molti decenni fa, a me pare che l’amore vada protetto dalla curiosità degli altri: non nascosto, ovviamente, ma neppure esibito.
Capisco il suo punto di vista: per una coppia gay, affermare il proprio legame pubblicamente con un bacio o un abbraccio, vuole dire «normalizzarlo», renderlo non diverso dagli altri. Probabilmente è vero, ma ci sono molti modi per rendersi visibili: il bacio, secondo me, fa parte dell’intimità, che è tale se privata.
Non clandestina, ovvio, anche se poi, chi ha vissuto l’esperienza di una passione nascosta, la ricorda come la più bella e viva, chissà perché. In ogni caso, etere o no, le effusioni sono carine tra giovanissimi, meno tra persone mature.
Altri sono i diritti che giustamente gli omosessuali devono pretendere, cominciando da quelli civili, irrinunciabili.
* La giornalista Natalia Aspesi conduce da anni, su Il Venerdì di Repubblica, la rubrica ‘Questioni di cuore”.