Quando i cristiani LGBT diventano un ponte tra il mondo omosessuale e la chiesa cattolica
Testimonianza di Elena e Enrico, genitori del Gruppo Davide di Parma, su “Liberare le esistenze” ritiro con i cristiani LGBT e i loro familiari organizzato dalla Diocesi di Torino (6-8 gennaio 2017)
“Che il vostro gruppo (di cristiani LGBT) diventi un ponte tra il mondo omosessuale e la chiesa”. Questo augurio è bellissimo e sa di profezia. Dovrebbe diventare preghiera quotidiana per tutti coloro che si impegnano a qualsiasi titolo per rendere il mondo dell’omosessualità parte integrante del cammino della chiesa.
Questo è il pensiero conclusivo dell’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia nell’incontro avuto sabato pomeriggio (7 gennaio 2017) durante il ritiro “Liberare le esistenze” organizzato dalla diocesi di Torino.
Io ed Enrico non eravamo stati informati prima della visita dell’arcivescovo e ci sembrava, quando ce lo hanno comunicato all’ora di pranzo, pressoché inverosimile che potesse accadere. Ci ha stupito l’interesse e l’attenzione con cui ci ha accolti ed ascoltati, il fatto che abbia cominciato a parlare dicendo che era venuto per ascoltare, per raccogliere le nostre testimonianze e richieste. “Un vescovo in ascolto, è cosa rara!” ci siamo detti. Invece ci ha proprio ascoltato ed ha accolto le nostre richieste.
La commozione che c’è stata è stata il segno evidente della relazione che si era creata tra noi e Lui.
Anche mons. Nosiglia è stato coinvolto in quel clima di dialogo profondo che aveva iniziato con sapienza e in maniera eccellente il giorno prima la dott. Arianna Petrilli e che è continuato per tutta la durata del ritiro.
Pensiamo che la bellezza di questa esperienza sia stata proprio l’intimità che si è creata tra i partecipanti, sin dall’inizio. La volontà e la gioia di ognuno di condividere il proprio vissuto fatto di paure, colpe e sconfitte ma anche di vittorie e soddisfazioni che ognuno di noi non ha esitato a mettere in comunione con gli altri come se ci si fosse trovati a confrontarsi tra amici intimi di vecchia data mentre invece per molti di noi era la prima volta che ci si vedeva, provenendo tutti da parti diverse dell’Italia. Ognuno ha donato un po’ di se stesso agli altri ed è stato bello, arricchente e liberatorio per tutti.
Siamo tornati a casa tutti sicuramente più liberi e sereni. Io ed Enrico abbiamo imparato e condiviso molto con tutti e grazie a tutti. Non possiamo fare altro che cercare di portare anche ad altri la nostra gioia e serenità con la speranza di una chiesa il più vicino possibile alla chiesa di Cristo in cui ognuno possa sentirsi a casa al sicuro, accolto, capito e protetto, che accoglie e ama tutti senza distinzioni di sorta.