Religioni e omofobia. Perdona loro perché non sanno quello che fanno
Testo tratto dal Rapporto annuale sull’omofobia 2013, curato da SOS Homophobie (Francia), maggio 2013, pp.122-127, liberamente tradotto da Dino
Le religioni sono state, nel 2012, onnipresenti. Le testimonianze che le riguardano in quanto tali sono in calo, ma quelle caratterizzate una forte dimensione religiosa sono in compenso molto numerose e si riferiscono a manifestazioni di ostilità verso lesbiche, gays, bisessuali e transessuali su Internet, nell’ambiente scolastico e nella famiglia.
Il 2012 è stato caratterizzato da due decisioni politiche importanti: in Francia e negli Stati Uniti i candidati eletti alla Presidenza hanno annunciato il loro sostegno al matrimonio di persone dello stesso sesso e questo ha provocato una serie di reazioni da parte delle autorità religiose, i cui interventi pubblici che adducono argomenti concretamente religiosi sono rari, se non del tutto inesistenti, e la partecipante ad una manifestazione contro il matrimonio per tutti, che profetizzava che “la collera di Dio si abbatterà sulla Francia”, rappresenta piuttosto un’eccezione.
Viene infatti addotta un’argomentazione di pretesa scientifica (leggere il testo di Danièle Hervieu-Léger riportato più sotto). Solamente i buddisti affermano che il matrimonio è un atto civile e il pronunciarsi al riguardo non è di loro competenza (1).
Ebraismo
In uno scritto di grande risonanza mediatica, pubblicato come reazione al progetto di legge, il Grande Rabbino di Francia Gilles Bernheim afferma che il progetto di matrimonio per tutti è fondato sulla “negazione della differenza sessuale” e non sulla rivendicazione dell’uguaglianza, “che illude […] quelli che diventano i suoi portabandiera” (2).
E’ la teoria del genere, corrente curiosamente propagandata, tuttavia poco rappresentativa dell’ambiente LGBT francese e dell’ambiente universitario in Francia, che è il principale nemico dell’attuale ordine di cose. La teoria queer secondo il rabbino sosterrebbe che “non essendo altro che una costruzione sociale, l’identità sessuale non è in alcun caso determinante quanto alla psichicità dell’individuo. Non si deve quindi tenerne conto”.
In primo luogo è sbagliato presentare questa teoria come una voce univoca che ottiene l’approvazione di tutte le persone che si occupano degli studi del genere – è un campo di discussione molto vivace e l’eterogeneità non dogmatica è la sola regola. Secondo il rabbino, il matrimonio è un’istituzione “che articola l’alleanza dell’uomo e della donna con la successione delle generazioni”.
Bernheim difende i PACS, sottolineando che essi, utilizzati con abilità, risolveranno tutte le questioni giuridiche delle coppie omosessuali; ma allo stesso tempo critica l’impostazione giuridica del matrimonio, la volontà di togliere ad esso il suo aspetto spirituale profondo, che va oltre il contratto. Ma proprio per questo è necessario autorizzare il matrimonio per tutti: le coppie lesbiche o gay dovrebbero, se lo desiderano, poter partecipare a questo particolare evento.
“L’omogenitorialità non è la genitorialità. Il termine omogenitorialità è stato inventato come palliativo per l’impossibilità per le persone omosessuali di essere genitori” fa notare il rabbino, aggiungendo che per ciò che riguarda le famiglie omogenitoriali nelle quali ci sono già dei figli, la legge attuale consente già di organizzarle in modo da proteggere questi figli.
Cattolicesimo
Per le autorità cattoliche francesi, il matrimonio per tutti serebbe “una soverchieria che scuoterebbe uno dei fondamenti della nostra società”, come l’ha definito il cardinale arcivescovo di Parigi, André Vingt-Trois (3). La presidente del Partito Cristiano-Democratico Christine Boutin è da parte sua “convinta che il matrimonio e l’adozione per gli omosessuali siano una bomba a scoppio ritardato. E’ la distruzione della società che è in causa” (4).
E’ un’atmosfera di minaccia che regna nei discorsi che provengono dalla religione o dal terreno politico-religioso, e molto spesso queste idee sono accompagnate da un’interpretazione molto criticabile della psicanalisi.
La pseudo-psicologia in particolare è stata presente in occasione di una serie di incontri organizzati nel mese di ottobre 2012 dall’associazione AllianceVita, che si augurava in questo modo “di proteggere il bambino”, e mettere in guardia dalla menzogna diffusa da coloro che sostengono il matrimonio per tutti, quella di “far credere al bambino che è possibile avere due papà o due mamme”.
Una tale presa di posizione da parte dell’associazione dà valore solamente alla filiazione biologica, che tuttavia fin dagli albori dell’umanità coesiste con altri tipi di genitorialità, elaborati socialmente, e che non hanno niente da invidiare alla filiazione fondata sui geni (l’adozione è la più evidente di esse).
Il timore di conseguenze ritenute nefaste causate dalla “teoria del genere”, criticata dai due grandi monoteismi (5) nel 2012 ha raggiunto anche il mondo politico, così l’UMP ha avanzato una “proposta di risoluzione che richiede la creazione di una commissione d’inchiesta sull’introduzione e la diffusione della teoria del genere in Francia” (6).
E’ un momento particolarmente pericoloso nella sfera pubblica, dove le decisioni arbitrarie sono prese dogmaticamente dai politici che tracciano confini netti su ciò che merita l’appellativo di scientifico e ciò che invece non lo merita.
Islam
Rifiutando univocamente ogni rivendicazione relativa al matrimonio per tutti, l’Unione delle Organizzazioni Islamiche di Francia dichiara di condannare l’omofobia curiosamente perchè “questa discriminazione non è l’argomento della discussione” (7).
Ma sarebbe difficile comprendere le dichiarazioni che seguono se non come omofobe, poiché l’Unione, parlando delle pretese conseguenze del matrimonio per tutti, dichiara: “[Le rivendicazioni] più incongrue possono, un giorno, essere legittimate in nome dello stesso principio di uguaglianza. Chi potrà allora delegittimare la zoofilia, la poliandria, in nome del sacrosanto amore?”.
L’organizzazione utilizza qui il sofisma del pendio scivoloso per scalare le paure, ma si tratta di un ragionamento non valido, e il cui unico scopo è quello di creare delle associazioni di idee stigmatizzanti; la condanna implicita della poliandria aggiunge a questa torta avvelenata una ciliegia misogina. E, secondo l’Islam come secondo le altre religioni, la realizzazione di questa promessa elettorale di François Hollande metterà “in pericolo un fondamento umano universale”.
Nel contesto internazionale, notiamo che in marzo i media hanno trasmesso gli assassini degli adolescenti irakeni che si vestivano in stile emo, che in questo paese è associato all’omosessualità. Sono state ritrovate molte decine di corpi di giovani uomini che presentavano tracce di torture.
Il Ministero dell’Interno irakeno avrebbe qualificato il movimento emo col termine di “satanico” (contestando nello stesso tempo l’esistenza di omicidi); quando le autorità religiose del paese si sono sforzate di condannare queste azioni, esse hanno tuttavia pensato bene di avanzare una critica severa allo stesso movimento emo (8).
Verso una <nuova alleanza>
L’immagine che emerge dai dibattiti religiosi che avvengono nel mondo è quella di una <nuova alleanza> che riunisce i rappresentanti ufficiali delle grandi religioni monoteiste nella loro lotta contro la legittimazione istituzionale dell’omosessualità attraverso il matrimonio.
Benedetto XVI nel suo discorso davanti alla Curia romana, il 21 dicembre 2012, si è focalizzato “soprattutto sul tema della famiglia e sulla natura del dialogo”.
Ha ricordato che la Chiesa “lotterà a favore di risposte che corrispondano il più possibile alla giusta dimensione dell’essere umano” (9) e, prevedendo il dialogo tra le religioni, ha sottolineato che “in un primo tempo semplicemente pragmatico, il dialogo diventa peraltro anche una lotta per il giusto modo di essere persona umana”.
Il dialogo diventa così una costituzione pragmatica di un fronte comune “senza che le scelte fondamentali siano cambiate”: dunque non si tratta più di una ricerca comune di una verità, quest’ultima dichiarata come fondamentalmente impossibile, ma della creazione di un blocco che si opporrebbe alle nuove concezioni della famiglia, mai esplicitamente nominate, ma chiaramente annunciate nel tema principale del testo.
Il papa loda la profondità del testo di Gilles Bernheim, che permetterebbe di comprendere che “se fin qui abbiamo visto come causa della crisi della famiglia un malinteso sull’essenza della libertà umana, adesso diventa chiaro che qui è in gioco la stessa visione dell’essere, di ciò che in realtà significa il fatto di essere una persona umana”. Benedetto XVI si basa su una pretesa perizia antropologica della Chiesa (10) per suggerire che il matrimonio tra persone dello stesso sesso costituisce una minaccia per l’umanità in quanto tale.
Si può anche notare che molti gesti di riconciliazione per una migliore lotta contro l’omosessualità sono stati fatti dagli ortodossi russi, che riallacciano un dialogo con i cattolici, nel loro desiderio di ritornare verso l’Europa, sotto l’egida di Hilarion, il metropolita di Volokolamsk.
Oltre all’invito al reciproco perdono tra i popoli e le religioni (i dibattiti a tutt’oggi coinvolgono i Russi e i Polacchi), le prime questioni di comune interesse su cui è stata posta attenzione sono state “la protezione dell’istituzione della famiglia e del matrimonio, così come la difesa della vita” (11).
I fedeli infedeli
Sono numerose le voci di parere contrario che arrivano da fedeli, ma esse non sempre sono avvalorate. Così, il 18 aprile 2012, la Congregazione per la Dottrina della Fede (i cui membri sono tutti uomini) ha criticato l’organizzazione americana che raggruppa molti ordini cattolici femminili, la Leadership Conference of Women Religious (che rappresenta l’80% delle religiose cattoliche degli Stati Uniti) per la sua mancanza di sostegno alle prese di posizione ufficiali della Chiesa cattolica, in particolare per ciò che riguarda l’omosessualità e la posizione della donna (12).
Secondo un sondaggio Ifop, sono molti i cattolici francesi favorevoli al matrimonio omosessuale. Tra i praticanti, il 45% sostiene il matrimonio e il 36% l’adozione (nella popolazione generale lo stesso sondaggio indica rispettivamente il 65% e il 53%, e tra i cattolici non praticanti il 61% e il 49%) (13).
Prima della manifestazione del 16 dicembre 2012 alcuni responsabili di associazioni cattoliche e protestanti hanno dichiarato la loro volontà di manifestare a favore del matrimonio per tutti, meravigliandosi della compattezza espressa dalle autorità religiose delle grandi religioni non solo nel loro rifiuto del matrimonio, ma di fatto nella loro incapacità di sostenere un vero dibattito sociale riguardo a questi problemi (14).
Si alzano delle voci anche in seno all’ebraismo (15), per esempio Hervé Elie Bokobza analizza alcuni testi biblici per ricordare che essi non parlano mai di persone omosessuali, ma di atti, e soltanto questi sono condannabili.
Sotto questo aspetto la Bibbia conterrebbe un non-detto che sarebbe opportuno chiarire, quello dell’omosessualità intesa come tendenza generale della persona, e non come un atto isolato dal quale è possibile astenersi.
Quest’anno, il 18 febbraio, a Sevran è avvenuto anche il primo matrimonio tra omosessuali musulmani, durante una cerimonia ecumenica. Pur essendo privo di valore giuridico, esso permette di vedere che esiste una reale volontà dei musulmani omosessuali di far sentire la loro voce.
Testimonianze
In una larga maggioranza delle testiminianze ricevute, soprattutto attraverso e-mail, i testimoni esprimono la loro indignazione di fronte alla pretesa non-omofobia degli oppositori al progetto di legge.
“Se il matrimonio tra due persone dello stesso sesso diventasse legale, dove si fermeranno le rivendicazioni? […] L’omofobia è condannata da tutti. Noi la condanniamo con fermezza, ma questa discriminazione non è l’oggetto della discussione”, così afferma L’Unione delle Organizzazioni Islamiche di Francia (16).
Etero o niente
Romain, 50 anni, si è dovuto confrontare con il rifiuto e con una solitudine insopportabile all’interno di una Chiesa evangelica e afferma: “Nelle Chiese sarete accolti se siete un vecchio ladro, un drogato, una prostituta, ma non se siete un omosessuale, perchè vi diranno che dovrete assolutamente cambiare”.
Non veramente cristiani?
Charles, 36 anni, descrive un incontro con una cattolica praticante: secondo lei gli omosessuali sono perfettamente in grado di cambiare orientamento sessuale per poter rispettare la volontà di Dio.
Siccome Charles le ribatteva che d’altra parte gli omosessuali erano credenti e praticanti, lei ha ritenuto che queste persone non fossero coerenti e dunque non veramente cristiane. Charles ha avuto la sensazione di trovarsi di fronte al”omofobia più dannosa, più viziosa, quella che alla fine può essere una delle più pericolose.
“Per fortuna sono una persona adulta che ha ben chiara la propria vita. Non oso immaginare i danni che tali parole possono fare su un giovane omosessuale che si sta interrogando sul suo orientamento”.
Aymeric, 20 anni, fa notare un paradosso: “E’ particolarmente opprimente constatare che in queste persone religiose, che non cessano di rivendicare la loro tolleranza, l’omofobia sembra essere il valore più condiviso”.
La parola a Danièle Hervieu-Léger*
A voler ben guardare è la Chiesa che, istituendo il sacramento del matrimonio in occasione del quarto concilio del Laterano nel 1215, ha inventato la formula della famiglia coniugale “padre-madre-figli”, (figli che essi procreano insieme). La Chiesa oggi riafferma solennemente questo modello, presentandolo come iscritto nella natura (e per questo riflettente la volontà divina), ma in realtà è essa stessa ad esserne stata la principale realizzatrice.
Nel XIX secolo la Chiesa rafforzerà il fondamento biologico di questo modello, soprattutto per salvaguardare la plausibilità del suo modello normativo di fronte all’ascesa della scienza. E’ il momento in cui tutta una visione della natura, ancorata ad una teologia della creazione, è ribaltata verso le leggi della natura scoperte dalla biologia, e ciò spiega questa sacralizzazione della fisiologia dimostrata dai divieti cattolici nei confronti della contraccezione e del ricorso alla procreazione assistita.
L’argomento che oggi viene opposto agli omosessuali relativamente alla questione del matrimonio, riprende quello della natura, ma piuttosto attraverso la scappatoia di una “antropologia” col pretesto di una convalida psicanalitica, investendo l’idea dello sviluppo “naturale” degli individui. Questo argomento è tuttavia respinto da una parte degli psicanalisti.
In questo movimento di strumentalizzazione della psicanalisi, ciò che secondo me ha un diretto rapporto con l’omofobia è l’idea secondo la quale gli omosessuali non avrebbero accesso alla differenziazione sessuale.
In altri termini: la scoperta della differenza dei sessi sarebbe loro di fatto impedita dal loro orientamento sessuale. Questo ha delle conseguenze notevoli: a partire dal momento in cui si ritiene che gli omosessuali si trovano in una specie di ritardo in rapporto al processo di sviluppo psicoaffettivo normale, si considerano gli omosessuali (anche se non lo si afferma in questi termini) come una specie particolare all’interno degli umani.
La Chiesa, evidentemente, non si accolla questo discorso tale e quale, ma si può osservare che le argomentazioni da essa sostenute usando come supporto l’autorità degli psicanalisti vanno proprio in questa direzione: poiché l’omosessuale ricerca un identico a sé, questa è la prova che egli non accetta la differenziazione dei sessi e in sostanza si trova in una situazione di immaturità del suo sviluppo.
Se tutti gli omosessuali presentano questo stesso sintomo d’immaturità, essi costituiscono una specie a sè. Da qui l’invito “all’accoglienza delle persone diverse”, una forma di stigmatizzazione implicita (e talvolta esplicita) che può continuare ad essere espressa, sulla base della “natura”.
Anche se si afferma: “Attenzione, non si condannano mai gli omosessuali, si condannano solo le loro azioni”, ciò non toglie che definendo gli omosessuali come portatori di una caratteristica che sarebbe assolutamente comune a tutti loro, e della quale il loro orientamento sessuale sarebbe l’indicatore, li si costituisce di fatto come un gruppo che non ha avuto la possibilità di accedere alla differenza dei sessi.
Da qui l’idea secondo la quale i figli allevati da una coppia omosessuale si vedrebbero nascondere il fatto che essi, in un modo o nell’altro, sono il frutto dell’unione di un uomo e di una donna. Facendo questo si ammette allo stesso tempo che i genitori omosessuali sarebbero incapaci di far accedere i loro figli alla differenziazione sessuale.
In questo contesto la teoria del genere si presenta come un’affermazione insopportabile dell’idea secondo la quale tutto o quasi tutto è costruito dall’azione della società, e questa affermazione riguarda il terreno più sensibile, quello dell’articolazione del maschile e del femminile, un grande luogo antropologico e simbolico.
Essa dunque si oppone qui frontalmente all’elemento fondamentale dell’antropologia religiosa: questa “natura” la cui assolutezza, magnificata dalla maggior parte delle religioni, rifletterebbe la trascendenza stessa del divino.
* Danièle Hervieu-Léger è sociologa delle religioni, direttrice di studi presso l’EHESS (Scuola degli Alti Studi in Scienze Sociali, ndr), autrice in particolare di “Cattolicesimo, la fine di un mondo” Parigi, Bayard, 2003.
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(2) In “Mariage homosexuel, homoparentalité et adoption: ce que l’on oublie souvent de dire”, saggio di Gilles Bernheim, Grande Rabbino di Francia, pubblicato il 18 ottobre 2012. Accusato di plagio pour une parte de quest’opera, Gilles Bernheim abbandona le sue funzioni l’11 aprile 2013.
(3)« André Vingt-Trois fustige le mariage gay », Libération del 4 novembre 2012.
(4)« Christine Boutin : “Mariage et adoption pour les homosexuels sont une bombe à retardement pour la civilisation” »
(5) Oltre a Gilles Bernheim, i vescovi francesi ne hanno fatto il loro capro espiatorio già nel 2011 e il papa ha chiuso l’anno 2012 con un discorso sul genere (vedi avanti).
(6) Proposta di risoluzione che richiede la creazione di una commissione d’inchiesta sull’introduzione e la diffusione della teoria del genere in Francia, presentata da Virginie Duby-Muller e Xavier Breton (UMP).
(7) L’Unione delle Organizzazioni Islamiche di Francia, 13 novembre 2012
(8) « Iraq militia stone youths to death for “emo” style »,10 mars 2012
(9) http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2012/december/documents/hf_ben-xvi_spe_20121221_auguri-curia_fr.html
(10) L’espressione proviene da Danièle Hervieu-Léger.
(11) “Metropolitan Hilarion attends round-table conference on Russian-Polish relations”, 26 septembre 2012,
(12) Laurie Goodstein, «Vatican Reprimands a Group of U.S. Nuns and Plans Changes », New York Times, 18 aprile 2012.
(13) «Les Français, les catholiques et les droits des couples homosexuels », agosto 2012, JF/AB N° 110645
(14) « Des chrétiens pour l’égalité des droits », Libération, 12 dicembre 2012,
(15) Hervé Élie Bokoba, « Judaïsme et homosexualité: pour sortir d’un jugement manichéen », Yagg, 26 dicembre 2012.
(16) L’Union des organisations islamiques de France, il 13 novembre 2012,
Testo originale tratto da “Rapport sur l’homophobie 2013” (file pdg)