Ricordando Gabriele, ucciso a 29 anni solo perchè gay?
Testimonianza di Sergio*
Alcuni giorni fa i giornali hanno titolato “in libertà l´uomo che ha ucciso il figlio”, è successo a Monza, dove un 57enne in pensione “ha ucciso con 12 colpi di revolver il figlio (omosessuale) Gabriele di 29 anni. Lo ha inseguito per tutta la casa, lo ha raggiunto in bagno e gli ha sparato nella doccia. Dopo due giorni, nonostante una richiesta di custodia cautelare avanzata dal pm, il gip lo ha scarcerato perché non è più pericoloso”. Pubblichiamo con commozione un ricordo di Gabriele scritto da chi lo conosceva bene, senza dare giudizi o fare pettegolezzi sulla pelle di chi non c’è più, ma soprattutto di chi c’è ancora.
Intervengo in merito alla discussione su Gabriele perché lo conoscevo da 10 anni! Era più di un amico per me, siamo usciti insieme un paio di sere dopo il suo ritorno dall’America (era tornato a settembre) e ci scrivevamo e-mail quasi ogni giorno… Anche sabato scorso mi ha scritto, domenica è stato ucciso! Prima della sua partenza ci vedevamo e ci sentivamo molto spesso, spesso sono stato a casa sua (quando abitava da solo in Italia) e spesso è stato da me. Ciò che dico, lo dico in base alla mia conoscenza profonda di Gabriele! Sì, posso confermare che Gabri era gay.
Ma più ancora che era un ragazzo fantastico, esuberante, forse un po’ troppo, il che gli rendeva difficili i rapporti con la famiglia, che mal sopportava oltre alla sua omosessualità anche la sua eccessiva esuberanza!
Gabri era un ragazzo pieno di voglia di vivere, lo testimoniano le ultime lettere che mi ha inviato, aveva progetti per il futuro, anche se il passato non sempre è stato benevolo con lui. Dico che era gay perché lui non lo nascondeva mai, neanche ai familiari, che lo sapevano benissimo, anche se non lo accettavano.
Sapevo delle sue difficoltà, ne parlavamo spesso, anche se dopo il suo ritorno dall’America la situazione mi sembrava migliorata, lui molto più maturo, consapevole e determinato, la famiglia pareva volesse aiutarlo nella sua ricerca di autonomia anche economica. Non credevo ai miei occhi quando è stato descritto come una persona violenta, mai Gabri avrebbe potuto usare violenza! Esuberante e casinista sì, violento mai!
I problemi con la famiglia erano di antica data, non ho gli strumenti per giudicare o per ricercare cause o colpe. Era gay e per questo aveva contrasti con la sua famiglia, ma i suoi problemi erano anche di altra natura, vanno ricercati nell’infanzia e nei rapporti famigliari … insomma non era solo l’omosessualità il problema!
Non mi dilungo oltre perché non voglio tradire le tante confidenze che Grabri mi ha fatto e che conservo nel mio cuore e che metterò a disposizione del magistrato se lo riterrà opportuno per le indagini.
Ciò che ho scritto, col cuore ancora sanguinante, l’ho scritto perché come mi sono indignato quando si è cercato di far passare Gabriele come uno psicopatico violento, mi indigno quando se ne vuole fare una bandiera dell’omofobia. Gabriele non era psicopatico e men che meno violento, Gabriele era omosessuale ma i suoi problemi con la famiglia non erano solo inerenti la sua omosessualità!
Lasciamolo riposare in pace, vi prego! Non ne facciamo una bandiera, un simbolo o uno slogan … Gabriele, come ognuno di noi, non era “solo” un omosessuale, era un ragazzo (e che ragazzo!) con una personalità ricchissima, bellissima, veramente affascinante, esuberante, intelligentissimo e solare, con un sacco di
problemi legati ad una situazione famigliare che non sono riconducibili solo alla mancata accettazione dell’omosessualità.
Se sostenessimo questo non faremmo un servizio alla verità e neppure a Gabriele, neanche alla sua famiglia e ancor meno alla causa omosessuale!
Vi ringrazio di cuore.
* Si ringrazia l’autore per averci autorizzato a pubblicare questo suo scritto.