La Bibbia riscoperta dai cristiani omosessuali
Riflessioni di Gianni Geraci de Il Guado di Milano, 6 agosto 2011
Al Guado le serate di lettura della Parola di Dio vanno avanti da tredici anni, da quando cioè padre Paolo non segue più il gruppo. All’inizio eravamo davvero timidi e cercavamo di avere un prete che ci facesse da guida nella lettura. Poi, quando la biblista Lidia Maggi ci ha detto di leggercela pure da soli la Bibbia, siamo partiti con un incontro tutti i mesi e abbiamo letto di tutto.
Dalla prima lettera di Giovanni, al libro di Malachia, agli Atti degli Apostoli (ci abbiamo messo la bellezza di tre anni, perchè magari ci fermavamo per tre mesi su un capitolo, ma è stata davvero un’avventura esaltante).
Poi ci hanno chiesto di affrontare i testi che condannano l’omosessualità: l’abbiamo fatto con il metodo che, nel frattempo, si era andato progressivamente definendo nelle nostre “lectio divine” e le sorprese sono state fantastiche.
Quest’anno è stato il turno dei brani che sembrano approvare l’omosessualità e direi che le aspettative sono state tutte soddisfatte.
L’anno prossimo non abbiamo ancora deciso cosa fare: il Vangelo di Marco? ancora la prima lettera di Giovanni (riletta adesso avrà un sapore molto diverso da quando l’abbiamo letta dieci anni fa)? Il libro di Ruth? o il libro del profeta Sofonia?
Vedremo. Di sicuro abbiamo imparato che non siamo noi a leggere la Parola di Dio, ma è la Parola di Dio che legge la nostra vita e le da un significato.
Qualcuno ci ha chiesto di raccogliere il materiale che è stato prodotto. Vedremo.
Il tempo è quello che è e poi quello che abbiamo fatto non l’abbiamo fatto per pubblicare qualche cosa, ma per sperimentare, nella preghiera della Parola, la presenza di Dio in mezzo a noi.
Trovo molto pertinente l’osservazione di Emanuele (ndr del Guado) quando scrive che: “Tanti testi (biblici) che apparentemente non c’entrano con il vissuto di una persona, in realtà abbiano molto da dire”.
Una cosa di cui mi sono pian piano convinto in questi anni di consuetudine con questo tipo di lettura, che ora il Papa raccomanda, è che le vere grandi sorprese vengono dai brani più insignificanti.
Perché quando si leggono le beatitudini, la bellezza del testo è già così suggestiva che difficilmente si riesce a creare dentro di sé quel vuoto che permette il cambio di prospettiva in cui consiste questo tipo di lettura.
Quando invece ci si imbatte in un brano che sembra più adatte a un brutto libro di fantasy che alla Bibbia (come la guerra dei cinque re del capitolo 14 di Genesi) il primo impatto disorienta, ma poi, masticando il testo come se fosse un cibo dalla consistenza dura, avviene il miracolo e misteriosamente, per l’azione dello Spirito Santo, quello che il testo dice si trasforma in quello che noi abbiamo bisogno di sentire.
E se qualche mese dopo si ripete la stessa esperienza con lo stesso testo, ci si accorge, con sorpresa, che quello stesso testo è capace di dirci cose nuove che, alla prima lettura, nemmeno ci eravamo sognati.