Sandro Bondi: “spero nella fede cristiana che sa aprirsi alle unioni civili”
Discorso tenuto dal sen. Sandro Bondi* al Senato della Repubblica il 28 gennaio 2016 , trascrizione effettuata da registrazione da Luca Bocchi
Non è la prima volta che Sandro Bondi si schiera a favore delle unioni civili, una posizione che risulta inaspettata vista la carriera politica del senatore e la sua fede cattolica. Bondi, però, non ha mai avuto dubbi sulle nozze gay e ha ribadito il suo pensiero nell’Aula di Palazzo Madama, durante la discussione sulla regolamentazione delle unioni civili. ecco il suo intervento integrale tenuto il 28 gennaio 2016 al Senato:
“Signor Presidente, colleghi, io credo che questo confronto sia il momento in fondo più bello ed esaltante del confronto parlamentare, esaltato dalla libertà di coscienza che ciascuno di noi può finalmente testimoniare in quest’aula al di là dell’appartenenza a diverse forze politiche. Questo disegno di legge, secondo me, non solo non è incostituzionale, ma della Costituzione osserva la lettera e lo spirito più profondo, il riconoscimento delle unioni civili infatti abbatte finalmente ogni discriminazione nei confronti dei cittadini italiani, l’approvazione di questa legge renderà finalmente l’Italia un paese più moderno e più civile.
Avremo uno Stato più laico, ma proprio per questo le persone potranno testimoniare più liberamente e più autonomamente i propri valori religiosi e culturali.
Prendo la parola come cristiano: un cristiano pieno di dubbi e per lo più con tante domande senza risposta, ma non è forse il dubbio che vive nella parte più intima della nostra coscienza il segno di una ricerca e di una fede, che non è una dottrina rassicurante, ma un rovello costante nel tentativo di dare un senso alla nostra vita?
Proprio come cristiano lamento una Chiesa che, nonostante le aperture di papa Francesco, rimane ancora attardata su posizioni che non si conciliano con la coscienza moderna; e sempre come cristiano non temo di ammettere che l’arretratezza dell’Italia sul piano dei diritti e della modernità si spiega anche con il conservatorismo e con il clericalismo politico di una parte della cultura Cattolica: un conservatorismo clericale che, come vediamo in quest’aula, dal dibattito sulla stampa e in Parlamento, pesa anche sulla nasci e sull’esistenza in Italia di un partito autenticamente liberale, di una destra autenticamente liberale che come si vede è sparita.
Su questo disegno di legge, così come su altre questioni riguardanti la bioetica a partire dal testamento biologico, è una constatazione e un dato di fatto dire che il Parlamento fatica a legiferare e quando lo fa produce delle leggi così condizionate dalle ideologie politiche e talvolta dalle interferenze indebite della Chiesa Cattolica, posso affermarlo per esperienza diretta che le leggi non superano quasi mai l’esame della Corte Costituzionale.
La legge 40 ne è una dimostrazione eclatante (una legge che purtroppo io personalmente ho contribuito ad approvare) e non vale poi prendersela con i magistrati se si fanno delle pessime leggi che oltretutto negano diritti che nella maggioranza dei paesi civili sono in vigore da anni.
Io credo che la coscienza del Paese sia cambiata profondamente, e credo anche che l’influenza di questo papa sia destinata a cambiare radicalmente la cultura Cattolica in Italia. Personalmente ho la speranza che il Parlamento approvi questo disegno di legge che è un passo in avanti in questo momento e non escludo, anzi mi auguro personalmente, che qualche buon emendamento […] possa migliorarlo questo testo e stemperare contrapposizioni che non rispecchiano la coscienza della maggioranza dei cittadini, anche cattolici.
Nessuno mette qui in discussione la famiglia tradizionale, nessuno fa l’apologia dell’utero in affitto, e nessuno vuole aprire alle adozioni anche per coppie omosessuali senza regole e senza limiti; tutto questo fa parte di un’abitudine, inveterata purtroppo in Italia, a estremizzare le posizioni mentre invece su questi problemi bisognerebbe essere aperti al nuovo e ricercare semmai dei punti di incontro.
Credo allo stesso tempo che la famiglia come la conosciamo si stia trasformando, e sono comunque convinto che ciò che è davvero importante è la civiltà dei rapporti che legano due persone ed il loro rapporto con i figli.
La vita reale, lo sa chiunque abbia avuto una famiglia, manda generalmente in frantumi i nostri pregiudizi e le nostre convinzioni più diffuse. Mi arrischio anche a dire che se anche i sacerdoti potessero sposarsi comprenderebbero meglio cos’è una famiglia: nel bene e nel male.
Fra non molto tempo, anche in Italia, i matrimoni fra persone dello stesso sesso e la possibilità di adottare i figli saranno fatti normali e ci sarà allora chi farà il solito “mea culpa” tanti anni dopo, ammettendo, anche nella Chiesa, di aver capito tardi i cambiamenti della società.
Concludo dicendo che coloro che hanno fede, e che professano un credo religioso hanno tutta la possibilità di mettere in pratica le proprie convinzioni senza pretendere che esse valgano per tutti. Il disegno divino, mi permetto di dirlo e di interloquire con il Card. Bagnasco, se c’è non va iscritto nelle leggi secondo una concezione integralistica nella Chiesa italiana (che mi preoccupa); un disegno divino, se c’è, va iscritto nella nostra coscienza e nei nostri comportamenti personali, questo toglierà spazio finalmente ai collateralismi politici presenti in Italia e metterà al centro la nostra coscienza personale, anche di credenti ed i frutti che essa potrà dare anche nell’ambito pubblico. Grazie.”
> Video Originale dell’intervento
*Sandro Bondi è un politico italiano, senatore del Gruppo Misto. Dopo essere stato militante della Federazione Giovanile Comunista Italiana e sindaco di Fivizzano per il Partito Comunista Italiano, è passato negli anni ’90 a Forza Italia di cui è stato coordinatore nazionale dal 2005 al 2008. Dal 2008 al 2011 ha ricoperto la carica di Ministro dei beni e delle attività culturali nel Governo Berlusconi.
Il 16 novembre 2013, con lo scioglimento definitivo del Popolo della Libertà, aderisce a Forza Italia di cui è amministratore fino al 20 maggio 2014.