“Scossa la polvere dei piedi, andarono” (Atti 13,14.43-52)
Riflessioni bibliche del gruppo Kairòs di Firenze pubblicate su Adista Notizie, n. 11 del 19 marzo 2016, p.15
Donaci la gioia di capire che tu non parli solo dai microfoni delle nostre Chiese. Che nessuno può menar vanto di possederti. E che, se i semi del Verbo sono diffusi in tutte le aiuole, è anche vero che i tuoi gemiti si esprimono nelle lacrime dei maomettani e nelle verità dei buddisti, negli amori degli indù e nel sorriso degli idolatri, nelle parole buone dei pagani e nella rettitudine degli atei (don Tonino Bello).
Proprio mentre Gesù sentiva crescere intorno a sé l’ostilità dei sacerdoti del tempo e dei farisei, in Giovanni 10,27-30, ricorda con forza ai suoi discepoli che le pecore che gli appartengono sono quelle che “ascoltano la mia voce” e lo “seguono”, e promette loro che “nessuno le strapperà dalla mia mano”.
Le sue sono parole chiare, eppure viene da chiedersi se le nostre Chiese sono state sempre dei luoghi accoglienti per tutti coloro che cercavano Gesù. La risposta, lo sappiamo bene, purtroppo è: No!
Nonostante le parole di Gesù, le nostre comunità cristiane spesso si sono arrogate il diritto di decidere chi era degno di essere parte dell’assemblea e chi no: perché straniero, perché povero, perché donna, perché divorziato, convivente o perché omosessuale. Un lungo elenco di esclusi è stato inchiodato spesso all’entrata delle nostre chiese, trasformate così in luoghi d’esclusione.
Come ci racconta la seconda lettura (Atti 13,14.43-52) della IV domenica di Pasqua, gli stessi Paolo e Bàrnaba predicando ad Antiochia attirarono nella sinagoga una “moltitudine” di pagani pronti ad “ascoltare la parola del Signore”.
Ma di fronte all’arrivo di questa “moltitudine” come reagisce la comunità di Antiochia? Subito si scandalizza che la “Parola di Dio” sia stata annunciata ai pagani, impuri (per definizione), che avrebbero contaminato la comunità e disgregato l’ordine tradizionale.
Gli apostoli con franchezza rispondono alle loro parole “ingiuriose” che: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani». La comunità reagisce a queste parole con ancora più veemenza e cerca di cacciare gli apostoli dalla città con l’aiuto delle “pie donne della nobiltà e i notabili della città”, che hanno tutto l’interesse a difendere il potere che hanno nella comunità, così insieme “suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba”
Davanti a questo conflitto che esplode all’interno della comunità, cosa fanno i due apostoli? Loro rifiutano di farsi trascinare nello scontro, ma “scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono” via, a Icònio, verso un’altra comunità che gli attendeva. Il gesto degli apostoli dell’andare via è un gesto potente, ed è un invito a noi cristiani di oggi ad “andare via” da quelle comunità cristiane che non sanno essere luoghi di accoglienza per tutti.
I discepoli ci ricordano che, di fronte a coloro che non vogliono accoglierci, è tempo di andare a Icònio, che diventa l’emblema delle comunità che non conosciamo, ma che ci attendono per accompagnarci nella fede. Forse si tratta della parrocchia accanto a quella in cui ci sentiamo esclusi, magari è una comunità religiosa nella città vicina, oppure per alcuni diventa l’approdo liberante in un’altra Chiesa.
Ognuno di noi ha la sua Icònio da raggiungere. L’importante è cercarla ricordandoci la promessa di Gesù, che “nessuno ci strapperà dalle sue mani”.
*Dal 2001 il Gruppo Kairòs (gay, lesbiche e trans cristiani di Firenze) è in cammino affinché ogni donna e ogni uomo vivano la propria fede in pienezza (cf. Gv 10, 10). I testi delle lectio di preghiera di Kairos sono scaricabili dal sito kairosfirenze.wordpress.com.
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IL TESTO > “Scossa la polvere dei piedi, andarono” (Atti 13,14.43-52), lectio tenuta dal gruppo Kairos il 13 gennaio 2016 (File PDF)