Se Benedetto XVI avesse potuto riscrivere la Bibbia
Articolo di Gaetano tratto da Acqua di fonte n.42 del Febbraio 2007
Quando si parla di chiesa cattolica spesso si dimentica che questa è fatta da milioni di comunità di fedeli, laici e consacrati, e non solo dal Papa e dalla sua gerarchia che spesso trattano questo popolo come un bambino da ammaestrare, da richiudere tra altri steccati perchè non sbagli e segua sempre le loro "verità" figlie a volte delle loro "paure". Tanto che c'è da chiedersi "se Benedetto XVI avesse potuto riscrivere la Bibbia cosa avrebbe fatto?". Forse avrebbe recintato l’albero della conoscenza del bene e del male. Poi, chissà, pensando pensando Benedetto lo avrebbe messo in una gabbia… non l’albero ma l’uomo! Tanto l’importante è raggiungere il fine: quel frutto non deve essere raccolto. Amen.
Se Benedetto fosse stato al posto del Padreterno nel giardino dell’Eden, avrebbe recintato l’albero della conoscenza del bene e del male. Avrebbe pensato: meglio tutelarli questi esseri umani, con tanti serpenti in giro potrebbero farsi convincere a mangiare il frutto sbagliato, potrebbero abusare della libertà che hanno e così facendo mi disubbidirebbero…
Poi, chissà, pensando pensando avrebbe anche potuto stabilire: meglio metterlo in una gabbia… non l’albero ma l’uomo! Tanto l’importante è raggiungere il fine: quel frutto non deve essere accolto. Amen.
Se Benedetto avesse potuto raccontare la parabola del padre misericordioso al posto di Gesù, quando il figlio minore gli avesse chiesto la sua parte di eredità, il padre gli avrebbe dato un bel calcio nel sedere, l’avrebbe diseredato e cacciato, giustamente, fuori di casa… O forse, mosso a compassione (del resto era sempre suo figlio!) l’avrebbe messo per punizione nella cantina, finché non avesse capito che la libertà è tale solo se coincide con quella del padr…one di casa. Amen.
Se Benedetto avesse potuto soffiare al posto dello Spirito Santo, avrebbe evitato di far scegliere alla sorte il dodicesimo apostolo al posto di Giuda, meglio affidarsi alla ragione, meglio ancora affidarsi solo alla ragione di Pietro; avrebbe consigliato a Paolo di non portare un confronto aperto e chiaro all’interno del collegio apostolico, addirittura contro Pietro, sull’obbligatorietà o meno di circoncidere i non ebrei; avrebbe detto a Pietro di non credere a quella visione che lo invitava a mangiare animali profani ed immondi, perché l’uomo è a servizio della legge e la legge va rispettata, sempre; avrebbe consigliato agli evangelisti di non scrivere esattamente tutto ciò che Gesù diceva…
Meglio non far sapere in giro che prostitute e pubblicani passerebbero avanti ai sacerdoti, ai farisei, ai pii e alle pie nel regno di Dio; avrebbe suggerito a Pietro di non dire apertamente a Cornelio: “anch’io sono un uomo!” altrimenti sarebbe stato più difficile un giorno far valere l’infallibilità papale e la sua qualità di vicario di Cristo in cielo, in terra e in ogni dove; avrebbe fatto capire, finalmente, allo stesso Spirito Santo la sua vera missione: non il Paraclito, avvocato-difensore-consolatore, ma il pubblico ministero, il semaforo (rosso!) di Dio (giudice). Amen.