Come persone LGBT+ non si ottiene rispetto offendendo la fede degli altri
Riflessioni di don Fabio
In Sicilia si dice “U RISPETTU È MISURATU, CU LU PORTA L’AVI PURTATU” … per dire: se mi rispetti, ti rispetto!
Come battezzato, come cristiano, come prete, come persona che crede fermamente che tutti e tutte debbano avere pari diritti e pari dignità, come amico, fratello e accompagnatore di tante persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+, prendo le distanze da questa “stupidaggine”, che nulla ha a che vedere con il pride e con il suo significato sociale e umano.
Tutto questo fa male alle persone che soffrono a causa del loro orientamento sessuale.
Prestare il fianco a speculazioni e polemiche politiche, specialmente in questo momento, e sminuire tutto il lavoro di chi ha creduto in questa manifestazione e si è speso affinché potesse darsi, è segno di ignoranza e di idiozia!
Spero sia stato il gesto di qualche imbecille che ha voluto godere di un momento di celebrità, ma che ha recato più danno che altro!
I simboli religiosi, di qualsiasi religione, non vanno vilipesi.
Se si vuole rispetto e riconoscimento non lo si ottiene offendendo la fede, la cultura, la storia, le tradizioni, ma impegnandosi a far sì che possa essere conosciuta la bellezza e la ricchezza della diversità, della pluralità di pensiero, impegnandosi, come fanno già tantissimi e tantissime persone LGBTQIA+, a testimoniare che l’amore non conosce barriere di genere.