“Sei omosessuale? E allora!”. La lotta contro l’omofobia della diocesi cattolica di Poitiers
Articolo di Baptiste Bize pubblicato sul sito del quotidiano La Nouvelle République (Francia) il 15 ottobre 2018, liberamente tradotto da Valentina Picano
Le iniziative di Isabelle Parmentier irritano i cattolici integralisti. Per conto del suo arcivescovo, Isabelle Parmentier da sei anni ha l’incarico di lottare contro l’omofobia all’interno della diocesi (cattolica) di Poitiers.
A Lusignan, i suoi manifesti sono stati strappati via. A Poitiers, i suoi opuscoli spariscono dalle chiese, quando i preti non dimenticano di metterli a disposizione dei fedeli. A le Châtelleraudais, trovare una parrocchia che accettasse di accogliere uno dei «Martedì della differenza» non è stata una passeggiata.
L’arcivescovo di Poitiers, Monsignor Pascal Wintzer, non ha affidato una missione semplice a Isabelle Parmentier quando, sei anni fa, le ha chiesto di lottare contro l’omofobia nella Chiesa. In pieno dibattito sul matrimonio per tutti, il tema era scottante e ancora oggi resta estremamente sensibile tra i cattolici.
«L’arcivescovo si è dispiaciuto vedendo le nostre comunità dividersi. Ha ricevuto email di genitori omosessuali, di famiglie ferite da tutto quello che avevano letto o sentito dire», racconta un laico coinvolto in qualità di volontario, che prosegue questa missione al centro teologico prima di andare in pensione. «La chiesa non deve lasciarsi intrappolare in questa immagine data dalla Manif pour tous. La maggior parte dei cristiani non ha fatto parte di quel movimento.»
“L’amore tra due persone dello stesso sesso non è peccato”
Teologa specializzata nell’annuncio della fede e l’educazione, Isabelle Parmentier si è così ritrovata, «immersa in sofferenze inesprimibili», di cui non sapeva nulla: «Vivevo in tranquillità. Non ero preparata a questo. Quando sono andata al primo aperitivo arcobaleno della comunità LGBT (sigla utilizzata come termine collettivo per riferirsi a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) di Poitiers, ho capito fino a che punto la Chiesa fosse odiosa e quanto avesse da farsi perdonare.»
È riuscita a farsi accettare dopo aver dovuto accettare, lei stessa, di andare al di là degli insulti e di non fermarsi davanti all’attitudine volontariamente provocatrice delle «Sorelle della perpetua indulgenza», dei travestiti i cui abiti la scioccano sempre così tanto. «Conduco una missione di amicizia e di riparazione per conto di Cristo», precisa Isabella. «E sono felice di vedere che gli opuscoli della Chiesa sono accettati al corteo del Pride»
Per conto della diocesi, è al fianco degli adolescenti nei quali la paura del «coming out» resta la prima causa di suicidio; è accanto alle donne i cui mariti rifiutano i loro figli (LGBT) e ai padri che non riescono a piangere la scomparsa del figlio ideale (dopo la scoperta che è LGBT). È anche al fianco delle coppie: «in questo momento ne accompagno tre, che sono in piena crisi dopo una decina di anni di matrimonio.»
Isabelle Parmentier fa un discorso pedagogico: «Non si sceglie di diventare omosessuali, lo si è. L’amore tra due persone dello stesso sesso non è peccato.» Organizza riunioni pubbliche con la Pastorale delle famiglie per liberare il Verbo (leggere in basso). Lo scorso giugno, la sua prima «escursione di tutti i colori» ha riunito una quarantina di camminatori di Parthenay in presenza dell’arcivescovo che era venuto a sostenere l’iniziativa. Poco a poco, le cose hanno incominciato a muoversi anche all’interno della diocesi : «nella prima riunione pubblica a Poitiers, non c’erano preti. Due anni dopo, erano una decina. La Chiesa non cambierà, se a cambiare per primi non sono i nostri preti.»
Lui non pensava che la Chiesa fosse capace di questo
Da sei anni, trentacinque diocesi in Francia hanno seguito l’esempio di Poitou, e Isabelle Parmentier viene regolarmente invitata a condividere l’iniziativa che è cominciata lì. Non per questo la sua guerra è vinta. Per capirlo, basta leggere i commenti pieni di odio postati sulla pagina facebook di padre Louis de Villoutreys quando annunciava i prossimi incontri (in programma) a Naintré.
Nonostante tutto la Chiesa cattolica avanza. Durante il matrimonio di due donne che dicevano quel «sì, lo voglio» dopo trentatré anni di convivenza, a Iteuil, l’arcivescovo ha autorizzato Isabelle Parmentier a dire una preghiera. «c’era un silenzio nella sala dei festeggiamenti, un rispetto, un’emozione e un grande applauso alla fine», si ricorda, gli occhi le diventano rossi. «Quando me ne stavo per andare, un invitato è venuto nel parcheggio per abbracciarmi e dirmi che non pensava che la Chiesa fosse capace di ciò»
Per saperne di più (libera traduzione di Giacomo Tessaro)
“Un abisso si è aperto sotto i nostri piedi”. Le riunioni pubbliche della Pastorale Famigliare (ndr per discutere di omosessualità) iniziano sempre con la proiezione del film Le Ciel sur la tête, la storia di una famiglia messa di fronte all’omosessualità del figlio maggiore. “A Chauray una coppia di Niort si è alzata alla fine del film e ha detto: ‘È la nostra storia, salvo il fatto che non è il cielo ad esserci caduto sulla testa, ma un abisso ad essersi aperto sotto i nostri piedi’. Per dieci anni non avevano osato dire a nessuno che la loro unica figlia era omosessuale. Ora, invece, animano un gruppo di discussione a Niort, che riunisce una ventina di persone. La figlia è molto fiera di loro” racconta Isabelle. Il film è liberatorio. Isabelle racconta anche di una mamma e di suo figlio: “Quando hanno offerto la loro testimonianza, il loro parroco si è alzato per stringerli tra le braccia”. Dopo una discussione sul film, nelle altre tre serate interviene una psicologa e si parla di Vangelo: “Per alcune famiglie è una catastrofe sapere che il figlio o la figlia è omosessuale; per altre, invece, è una catastrofe quando vuole farsi prete”.
«Homosexuel (le)… Et alors ? Parlons-en !» (“Omosessuale … E allora? Parliamone!” è il titolo della prossima serie d’incontri. Per info scrivere a sab.parmentier@laposte.net
Testo originale: Elle lutte contre l’homophobie au sein du diocèse de Poitiers