Sempre nostri figli. L’incontro di una madre cattolica con i giovani cristiani lgbt
Testimonianza di Elena da Reggio Emilia del Gruppo Davide di Parma per genitori cattolici con figli LGBT e i loro amici sul I° Ritiro nazionale per Giovani Cristiani LGBT (Firenze, 28-30 ottobre 2016)
Quando sono tornata a casa da Firenze, la sera stessa mi sono appuntata le mie riflessioni sul fine settimana speciale appena trascorso al I° Ritiro nazionale per Giovani Cristiani LGBT, con il cuore colmo di commozione per ciò che avevo appena vissuto e per la mia, la nostra incapacità a poter donare di più a questi ragazzi e alle loro situazioni di vita. Queste sono le righe scritte allora:
“Quando sono partita da Reggio avevo dentro una grande gioia per essere stata invitata assieme a mio marito come genitori al convegno e mi chiedevo che contributo potevamo dare a questi ragazzi, al di là del nostro affetto e del racconto della nostra esperienza. Invece quante domande, quante necessità, quanti bisogni sono emersi da parte loro! Il mio cuore piange per la loro sofferenza, per il loro amore e per la grande sensibilità che sentono nei confronti dei loro genitori.
Le storie che ho sentito non hanno potuto che farmi comprendere ancora meglio la grande responsabilità che noi abbiamo nei confronti dei figli e i grandi errori che possiamo commettere e che li possono segnare per sempre, ma anche, a volte, la nostra incapacità come genitori di comprenderli ed aiutarli.
Dobbiamo avere l’umiltà di lasciarci aiutare e di metterci in discussione, non smettere mai di cercare delle risposte e di essere sempre alla ricerca della Verità”.
Nei giorni successivi mi sono chiesta più volte come fare ad aiutare questi genitori a confrontarsi, per cercare un dialogo, per aiutarli a capire, ad accettare e a vivere serenamente insieme ai loro figli il disegno che Dio ha su ciascuno di loro e la strada che per loro ha scelto che non deve coincidere per forza con quella che noi genitori abbiamo pensato per loro. Penso che una soluzione possa essere riuscire a creare dei gruppi di genitori nella varie città per poter camminare e crescere insieme.
L’esperienza di Firenze mi ha lasciato tanta commozione, avrei voluto prendere quei ragazzi e abbracciarli tutti per cercare di dare loro conforto e aiuto. Ci ho lasciato il cuore e ci è voluto qualche giorno per riuscire a staccarmi da quello che ho vissuto la mattina di domenica.
Lo so, sono troppo mamma ma non riesco a fare altrimenti: mi hanno detto che col tempo mi abituerò e non ci starò più così male. Speriamo! non so se è un bene o un male… per il momento va bene così! Sicuramente il Signore ci indicherà la strada e ci darà gli strumenti e la forza per percorrerla.