La sessualità è un affare delle chiesa cattolica?
Articolo dell’8 aprile 2013 di Martine Sevegrand* pubblicato su martinesevegrand.fr (Francia), liberamente tradotto finesettimana.org
“La sexualité, une affaire d’Église?” È il titolo del mio ultimo libro pubblicato presso le edizioni Karthala. In realtà, nel 2008 avevo proposto uno studio sul caso Humanae Vitae per il 40° anniversario dell’enciclica che aveva condannato la contraccezione. Ci si poteva domandare: la gerarchia cattolica ha paura della sessualità? Ma oggi è urgente porsi un’altra domanda: la Chiesa ha ricevuto da Cristo la missione di dettare una morale sessuale ai cristiani?
E, inoltre, sulla base della “legge naturale” di cui pretende di essere la custode, ha il diritto di condannare determinati comportamenti sessuali a tutti, indipendentemente dalle loro convinzioni?
Si può solo constatare, vista la battaglia condotta dagli episcopati, dagli Stati Unti a Parigi, senza dimenticare l’Argentina di Bergoglio, l’accanimento di tutti questi vescovi contro le leggi per la liberalizzazione dell’aborto e del matrimonio gay. Ai loro occhi nient’altro è così importante.
Sappiamo che Humanae Vitae ha provocato l’uscita dalla Chiesa di molti cattolici, in particolare di donne e a volte anche di preti. Non tutti sanno che l’enciclica è stata seguita da dichiarazioni degli episcopati di tutto il mondo, alcuni dei quali, come in Francia, ne davano una interpretazione che ne attenuava la portata. Quell’enciclica è una riaffermazione della morale sessuale tradizionale fondata sulla legge naturale.
Con tutte le conseguenze che sappiamo. Ma rappresenta più di questo: una vera svolta nella storia della Chiesa contemporanea, dopo il brevissimo periodo di apertura al mondo iniziato da Giovanni XXIII e proseguito dal Concilio Vaticano II.
Il magistero romano ha fatto di Humanae Vitae il punto di partenza di una riconquista della sua autorità sull’intera Chiesa. Imponendo il suo insegnamento, Paolo VI, e poi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno iniziato a mettere in riga tanto gli episcopati quanto i teologi. E in questo modo hanno accentuato la distanza che separa la Chiesa dalla società moderna.
Nel momento in cui un’interruzione di pontificato rivela il fallimento di una “politica” romana autoritaria e il declino della Chiesa cattolica, dobbiamo constatare che il sesso continua a costituire un ambito fondamentale dell’affermazione cattolica tradizionale.
(*) Martine Sevegrand, storica, è specialista del cattolicesimo francese contemporaneo e membro associato al gruppo di sociologia delle religioni e della laicità (CNRS). Ha già pubblicato: Les enfants du bon Dieu. Les catholiques français et la procréation au XX’ siècle (Albin Michel): L’amour en toutes lettres. Questions à l’abbé Viollet sur la sexualité (1924-1942) (Albin Michel); Vers une église sans prêtres. La crise du clergé séculier en France (1945-1978) (Presses
universitaires de Rennes); Vatican II (1959-1965). Feuilleton d’un concile en 34 épisodes (Golias).