“… si chiamava Maria” (Lc 1,26-27)
Riflessioni del tempo d’Avvento di Luigi Testa*
L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria (Lc 1,26-27)
Permettici, Maria, di spiare qualcosa della vostra intimità. Lasciaci sentire, solo per un attimo, cosa gli dici, cosa gli canti, come gli parli.
Lascia che stiamo qui a guardarti, a guardarvi, in silenzio, mentre tu ancora ti accarezzi la pancia, e sogni che occhi avrà, che naso avrà, che bocca avrà.
Lasciaci, solo una volta, posare la mano sul tuo grembo, per sentire come si muove, come calcia, come respira.
Quando tra qualche giorno vi vedrò insieme – madre e figlio – fa’ che io capisca, Maria, che è qui tutta la dolcezza e tutta la bellezza che desidero. «E tu non languisci, o dur’alma mia, vedendo Maria languir per Gesù? Che aspetti, che pensi? Ogn’altra bellezza è fango, è bruttezza; risolviti, sù» (“Fermarono i cieli”).
* Luigi Testa è autore di testi a carattere giuridico e scrive su alcuni quotidiani nazionali. “Via crucis di un ragazzo gay” (Castelvecchi, 2024) è il suo primo libro di natura spirituale, altre sue riflessioni sono pubblicate anche su Gionata.org