Si può essere cristiani e supportare il matrimonio gay?
Testo di John Elliott Lein*, pubblicato su Gay Marriage and the Bible (Stati Uniti) nel 2015. Liberamente tradotto dai volontari del Progetto Gionata.
Che cosa dice la Bibbia sul matrimonio tra persone dello stesso sesso e l’omosessualità.
Per la nostra generazione, questo è uno dei dibattiti più accesi nel cristianesimo evangelico americano. Molti avanzano prospettive diverse. Ho deciso di condurre un mio studio diretto sulle Scritture riguardo le relazioni tra persone dello stesso sesso.
Si può essere cristiani, credere nell’autorità delle Scritture e supportare il matrimonio tra persone dello stesso sesso?
Questa è una domanda importante per la chiesa evangelica di oggi.
Alle persone LGBTQ+ cristiane viene detto che devono rimanere celibi o sposare qualcuno del sesso opposto se vogliono essere in armonia con Dio. Ai cristiani eterosessuali che affermano il matrimonio tra persone dello stesso sesso come una scelta valida viene detto che stanno rifiutando la Bibbia per farlo.
Ma è possibile leggere la Bibbia senza trovarvi un messaggio contro tutti i matrimoni tra persone dello stesso sesso? Questa è la questione che esploriamo in questo saggio.
La mia fede: un fondamento di inclusione, amore e giustizia
Credo che il cristianesimo sia fondato su un’inclusione radicale. Gesù cercava in modo speciale coloro che erano respinti dalla società e dai leader religiosi del suo tempo, e li accoglieva come amici. Successivamente, le lotte più intense dell’apostolo Paolo furono con i credenti giudei che volevano escludere i gentili a meno che non si conformassero alle tradizioni giudaiche. Paolo si oppose con forza a qualsiasi barriera all’inclusione in Cristo (Galati, 1 Corinzi, Romani, Atti).
Credo che l’amore sia il cuore della nostra fede. Gesù sostituì i 613 comandamenti della legge con un principio duplice d’amore (Marco 12:28-34). Paolo scrisse che la legge e tutti i comandamenti si realizzano nell’amore (Romani 13:8-9), e lo definisce ulteriormente in 1 Corinzi 13. Giovanni scrisse che Dio È amore (1 Giovanni 4:8).
Credo che il giudizio spetti a Dio, non a noi. Anche se a volte mi sento a disagio con le questioni LGBTQ+, perché per decenni mi è stato insegnato che erano sbagliate, so che Gesù parlò più spesso di non giudicare che di non peccare.
Sei chiavi interpretative
Nelle Scritture troviamo sei passaggi principali che sembrano affrontare l’omosessualità come peccato. Tuttavia, possiamo analizzarli per comprendere se si riferiscano davvero a relazioni amorevoli, monogame e impegnate tra persone dello stesso sesso.
In Genesi 19, il racconto dei sodomiti per eccellenza riguarda un tentativo di violenza sessuale, non delle relazioni consensuali. I passi di Levitico 18 e 20 si riferiscono alla prostituzione maschile nel contesto idolatrico, non a relazioni paritarie. In 1 Timoteo 1, la condanna riguarda la prostituzione degli schiavi maschi, una pratica di sfruttamento sessuale.
In 1 Corinzi 6, si parla di relazioni sessuali diseguali tra uomini adulti e ragazzi, basate su uno squilibrio di potere. Infine, in Romani 1, Paolo condanna le pratiche idolatriche che coinvolgono gli atti sessuali, ma non fa riferimento a relazioni consensuali e amorevoli.
Un invito alla riflessione
La Bibbia ha sempre visto reinterpretazioni nel corso della storia. Essere aperti a nuove prospettive non significa minare la fede, ma comprenderne meglio i principi di amore e inclusione.
Se desideri esplorare ulteriormente, ti invito a leggere l’introduzione completa e a condividere le tue riflessioni.
* John Elliott Lein è uno studioso indipendente con un interesse particolare per la teologia inclusiva e i diritti umani. Il suo lavoro si basa su anni di ricerca e approfondimento personale sulle Scritture.
Testo originale: Gay Marriage and the Bible