Smettiamola di legittimare la pseudoscienza per emarginare le persone transgender!
Articolo di Maxwell Kuzma* pubblicato sul sito di NCR – National Catholic Reporter (USA) il 25 giugno 2025, liberamente tradotto da Luigi e Valeria de La Tenda di Gionata
Le principali società scientifiche di medicina, tra cui l’American Academy of Pediatrics, l’American Medical Association and l’Endocrine Society, sono assolutamente concordi: il percorso medico di affermazione di genere è un percorso terapeutico basato sull’evidenza scientifica, salva la vita delle persone interessate ed è appropriato anche nelle persone in età evolutiva quando sia guidato da team di professionisti in collaborazione con le famiglie.
La medicina per le persone transgender non è oggetto di dibattito nelle riviste mediche specializzate o al capezzale di medici compassionevoli. Ma il nostro sistema di assistenza sanitaria viene ripetutamente sollecitato in senso contrario da attacchi politici in malafede mascherati da implicazioni legali.
Sono un uomo transgender e un cattolico da sempre, e so bene cosa significa vivere sempre in bilico tra fede, identità ed emarginazione.
E ve lo dico io: non c’è nulla di neutrale nel legittimare la pseudoscienza, cioè presunte affermazioni scientifiche prive di fondamento, nell’alimentare la paura sull’esistenza delle persone transgender e nell’invocare la “ragionevole preoccupazione” mentre i giovani transgender sono sotto attacco da parte delle istituzioni legislative.
La recente decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha confermato il divieto del governo dello stato del Tennessee sui bloccanti della pubertà e sulla terapia ormonale per gli adolescenti transgender non tiene in conto gran parte del dibattito scientifico, legittimando implicitamente la pseudoscienza.
Il caso ha sollevato questioni costituzionali fondamentali – se le persone transgender siano una categoria protetta, se tali divieti violino il diritto costituzionale ad avere pari protezione per tutti i cittadini, e se la Costituzione debba garantire l’accesso alle cure mediche necessarie – ma la Corte ha evitato di rispondere.
Al contrario, ha ritagliato un’eccezione molto circoscritta, che consente la possibilità di intervenire dal punto di vista medico in presenza di una diagnosi di “disforia di genere”, ma di fatto ha dato il via libera al divieto di assistenza per le persone transgender a livello nazionale e ha aperto la strada a restrizioni più ampie.
Michael Sean Winters, il 20 giugno, ha affrontato il dibattito scientifico in un editoriale che si basa molto sul cosiddetto Rapporto Cass. L’articolo di Winters cita il Rapporto Cass come se offrisse una valutazione scientifica equilibrata, solida e completa.
Non viene mai menzionato il fatto che il Rapporto Cass è stato ampiamente criticato per i suoi difetti metodologici, per l’inquadramento non corretto e per il pesante influsso del contesto politico in cui è stato creato.
Le sette revisioni sistematiche condotte da Cass sostengono che le prove scientifiche su cui si basa la pratica attuale di cura dei bambini e delle bambine con disforia di genere sono estremamente deboli. Tuttavia, diverse associazioni mediche internazionali hanno riaffermato il loro sostegno per il percorso medico di affermazione di genere.
Nonostante questo, Winters presenta il Rapporto Cass come un correttivo a quello che chiama «eccesso diagnostico», suggerendo che i giovani transgender sono, in realtà, soltanto adolescenti difficili che hanno altri problemi che devono essere affrontati, attenuati o risolti. Questo inquadramento non è corretto dal punto di vista medico.
Winters cita l’intervista di Sarah McBride a Ezra Klein del New York Times. McBride, la prima persona transgender eletta come componente del Congresso, ha recentemente rilasciato a Klein un’intervista che molti liberali, in buona fede, hanno ritenuto come un modello di difesa pacata ed equilibrata dei diritti delle persone transgender.
Ma, come ha sottolineato la giornalista e donna transgender Erin Reed nella sua critica sferzante, l’intervista è servita più come copertura politica per coloro che invitano i democratici a non impegnarsi per la difesa dei diritti delle persone transgender che come difesa della nostra comunità.
McBride ha suggerito che le persone transgender potrebbero aver calcato troppo la mano, che dobbiamo moderare le nostre richieste e venire incontro all’opinione pubblica «lì dove si trova». Ma la giustizia non ha mai aspettato che l’opinione pubblica si allineasse. Se così fosse, il matrimonio interrazziale sarebbe ancora illegale in metà del Paese.
La crudeltà non è astratta. Mentre la Corte Suprema si pronunciava a favore del divieto di assistenza ai giovani transgender da parte del Tennessee, il governo federale ha sospeso i finanziamenti per il call center di supporto per il rischio di suicidio nella comunità LGBTQ+.
In un momento in cui le persone transgender più giovani stanno perdendo l’accesso a cure, supporto e ora anche visibilità nelle strutture federali di intervento in caso di problemi, come i call center, questa sentenza rappresenta un’ulteriore violenza contro questa comunità emarginata.
Queste decisioni non avvengono nel vuoto. Sono atti deliberati di annientamento e stanno causando grande sofferenza emotiva alle persone coinvolte.
Il mondo cattolico ha le risorse – spirituali, culturali, sociali – per contrastare l’ingiustizia con chiarezza e senso di compassione. Io credo che sia ancora così. Ma questa convinzione richiede responsabilità. Richiede che chiamiamo le cose per quello che sono. E richiede il coraggio di dire, senza riserve: le persone transgender non sono una minaccia da gestire.
Non siamo una controversia da spiegare. Siamo amati, siamo sacri e meritiamo di meglio. E meritiamo una comunità che riconosca la nostra piena umanità, non solo a parole, ma anche nei fatti.
Nella sua autobiografia, Hope, pubblicata all’inizio di quest’anno, Papa Francesco ha scritto: «Tutte le persone sono invitate nella Chiesa, comprese le persone divorziate, comprese le persone omosessuali, comprese le persone transgender».
L’invito è stato fatto. L’unica domanda, ora, è chi avrà il coraggio di dare un riscontro – non con condizioni o cautele, ma con porte aperte, cuori aperti e la convinzione che l’inclusione e la giustizia non sono un optional in una fede radicata nell’amore.
* Maxwell Kuzma è un uomo cattolico transgender che si batte per l’inclusione delle persone LGBTQ nella Chiesa e scrive sui doni unici delle persone queer e sulla bellezza della diversità nella creazione di Dio. Gli articoli di Max sono stati citati dal New York Times e dall’Associated Press a proposito delle notizie del Vaticano relative alle persone transgender.
Testo originale: Stop legitimizing pseudoscience to marginalize trans people