Sono omosessuale. Perché devo scegliere tra Dio e il mio compagno?
Testimonianze pubblicate su tetu.com il 10 dicembre 2007, liberamente tradotte da Domenico Afiero
“Si può essere gay e credere in Dio?”. Ogni omosessuale credente si è posto questa domanda, anche se non tutti riescono a dargli una risposta positiva. Di fronte alla difficoltà di conciliare ciò che si è con ciò che le nostre chiese pretendono dalle persone omosessuali, molti credenti decidono di tagliare i ponti con la loro fede e il loro Dio, oppure cambiano religione e Dio di riferimento.
Ecco due storie significative. Un ragazzo e una ragazza ci raccontano il perché della loro scelta radicale e a noi non resta che chiederci, con loro, perché “devo scegliere tra Dio e il mio compagno?”.
Come conciliare fede e amore tra persone dello stesso sesso mentre l’omosessualità rimane un tabù per le varie Chiese? La soluzione è accettarsi anzitutto! E poi?
Arnaud , un diciannovenne ateo
«Essere gay e credere in Dio? Questa domanda me la sono posta varie volte. Ho ricevuto un’educazione cattolica e , quando ho preso coscienza della mia omosessualità, ho rinunciato alla fede, perché l’essenza stessa di ciò che ero mi sembrava in totale contraddizione con i dogmi cattolici.
Poi sono cresciuto e ho realizzato che la mia rinuncia alla religione era forse ( e anche sicuramente) un disprezzo totale , perché si trattava della mia interpretazione della Bibbia.
Anche se oggi sono un ateo, penso sinceramente che non vi è incompatibilità tra omosessualità e religione, perché ciascuno di noi è libero di prendere ciò che vuole e di trarre quello che crede meglio dai testi religiosi. E questo,a mio avviso, vale per qualsiasi religione!
Certo ,alcuni testi sono retrogradi. Ma la fede è qualcosa di intimo e se si crede in qualcosa, anche quando si è gay, bis, trans o lesbica, non bisogna mollare, perché significherebbe escludersi da una comunità religiosa che, tutto sommato, non rifiuta gay, lesbiche, bisex e trans.»
Delphine, una ventiquattrenne neopagana
«Mia madre è cattolica e mio padre protestante. Accompagnavo i miei genitori a messa, ma ben presto mi sono fatto un’idea. Mi sono orientata verso il lato spirituale femminile del neopaganesimo.
I movimenti spirituali neopagani sono molto vicini al femminile sacro, vale à dire che piuttosto che avere un dio padre, si ha , per esempio, una dea madre. Nel mio modo di intendere la spiritualità, ogni persona è responsabile di quello che fa, di quello che è e di quello che pensa e la fede non ti contraddice in niente dal momento che ti trovi d’accordo con te stesso.In breve, la linea direttrice è “ Fai quello che vuoi finché non fai del male a nessuno”.
Quindi, poiché non aderisco a nessuna corrente dogmatica, è più facile mettere d’accordo la mia spiritualità e la mia vita. D’altronde, non ho avuto nessun conflitto interiore quando ho deciso di andare a vivere con una ragazza.
Poiché credo che la visione della fede e della religione si riflette nella propria vita , penso che mi sarei posto più domande sulla compatibilità della mia omosessualità e della mia fede se avessi seguito una religione rivelata attraverso un Libro sacro.
Quando parlo con gli amici omo, questi mi raccontano quanto è difficile per loro vivere la sessualità, in quanto si sono ‘formattati’ su un modello religioso.Per quanto mi riguarda, poiché il paganesimo è poco conosciuto, mi sento più ‘normale’ nell’essere lesbica che pagana! ».
Testo originale: Dieu ou mon mec, pourquoi choisir?