Mia figlia è diventata lesbica! Cosa posso fare?
Email inviataci da Bruna, risponde Alessandra Bialetti*, pedagogista sociale e Consulente della coppia e della famiglia di Roma
Sono una madre disperata, perché da un anno a questa parte mia figlia improvvisamente, dopo essersi lasciata con il suo ragazzo con cui stava insieme da 14 anni, mi dice che gli piace una ragazza e la sua vita è cambiata ed è diventata un’altra persona.
Prima avevamo un legame bellissimo mi confidava tutto, riuscivamo a dialogare e a raggiungere comunque una soluzione. Era una ragazza splendida dentro e fuori. Premetto che nei due anni precedenti ha vissuto un periodo di stress a causa degli esami universitari ed ha fatto uso di psicofarmaci, dopo questo periodo il suo cervello ha cominciato a svalvolare, preciso che nonostante prendesse dei farmaci assumeva anche alcol, se usciva con amici, nonostante non dovesse prenderlo.
Comunque finiti gli esami si è laureata brillantemente , ha lasciato il suo ragazzo e si è buttata in questa nuova avventura lesbo, passando da una storia all’altra. Ma la cosa che mi fa paura è che frequenta contemporaneamente anche un ragazzo che, poverino, illude dicendogli che appena finisce questa storia che vive probabilmente staranno insieme .
Insomma io sono veramente distrutta sotto tutti i punti di vista, perché non mi spiego quello che succede, non riesco ad accettarlo anche perché lei non era così. Ha sempre cercato i ragazzi, era tranquilla , seria, adesso davvero non la riconosco.
Litighiamo in continuazione perché io sono convinta che questo suo cambiamento sia dovuto all’uso dei psicofarmaci, che prendeva a volte abusando anche di alcolici, vino, birra ecc. Poi è come se fosse presa di odio, quando sta con questa diventa cattiva indisponente. A volte ha momenti in cui lei stessa dice che vorrebbe avere una vita diversa, che non sta bene. Ma il giorno dopo cambia nuovamente. Vi prego datemi un consiglio non so cosa fare, forse è il caso di sentire un psichiatra?
Bruna
La risposta…
Carissima Bruna, grazie di averci aperto il cuore e condiviso la tua storia così delicata. Un primo passo è già compiuto: aver cercato ascolto e aiuto e non essere rimasta nella solitudine e nella forte sofferenza che vivi. La situazione di cui ci parli è sicuramente pesante e delicata e mostra molta angoscia. In primo luogo è una sofferenza non solo tua ma anche di tua figlia che vive in prima persona una tempesta emotiva molto forte e anche dei disagi pregressi di cui ci hai parlato.
La prima attenzione va portata proprio su di lei e su quanto sta passando anche se per te ora è difficile comprenderla e starle vicino. Pensa quanto sia pesante per lei stare vicino a se stessa, accettare ciò che sta vivendo e cercare di capire quale sia il cammino da intraprendere. I primi a soffrire sono proprio i figli che perdono le coordinate del loro percorso e cercano, a volte in modo disperato e lesionista, una via d’uscita. È un nuovo travaglio e una nuova nascita che richiede tempo e pazienza. In questo travaglio ci sei tu con la tua sofferenza, con la difficoltà di comprendere, con le paure e i timori di qualcosa che ti crea dolore.
Si tratta di rigenerare tua figlia, di ripartorirla magari accogliendo qualcosa di diverso in lei se dovesse consolidarsi il suo orientamento che, al momento, probabilmente, non risulta chiaro nemmeno a se stessa. Da quanto dici tua figlia aveva già vissuto delle difficoltà nel periodo universitario e aveva assunto dei farmaci e alcol anche se è poi riuscita a concludere gli studi. Ha lasciato il fidanzato e ora vive una relazione omosessuale, o varie relazioni, mentre contemporaneamente esce anche con un ragazzo.
Tutto questo ci porta a pensare che abbia delle difficoltà a comprendere chi sia veramente e cosa voglia realizzare e stia passando un periodo di sperimentazione e di confusione in cui anche il suo carattere è mutevole. Questo ti destabilizza e ti mette in grande difficoltà soprattutto perché ti sembra di aver perso la bella ragazza di prima e soprattutto quel legame di confidenza e intimità che avevate costruito.
Per te è un grande dolore, una sorta di lutto, la sofferenza di aver perso qualcosa di fondamentale e di non comprendere cosa stia accadendo. In fondo stai sperimentando esattamente ciò che lei sta vivendo: confusione, disorientamento, ricerca di una vita autentica ma incapacità a costruirla. Entrambe state provando le stesse sensazioni dolorose anche se su piani diversi.
Nella confusione e nell’emergenza non si possono prendere decisioni non ponderate: occorre, prima di tutto, tanta presenza e vicinanza anche se tua figlia a volte sembra rifiutarla e non desiderarla. In certi momenti i figli tornano anche bambini, sembrano adulti e vogliono fare gli adulti ma hanno bisogno di sapere che possono tornare a essere accuditi e protetti nella difficoltà anche se tutto questo ha per i genitori un notevole peso emotivo.
L’odio che ti butta addosso, la rabbia, i calci, sono solo sintomo del grande dolore che vive, del non riconoscersi più, dell’essere contraddittoria nel suo percorso. E naturalmente sfoga sulla persona più sicura, ovvero la mamma, tutta la sua frustrazione e senso di fallimento certa che non verrà rifiutata. Per te è una grande prova perché non la riconosci più, non ritrovi in lei quella ragazza tranquilla e seria di una volta e sulla quale avevi investito tante speranze.
Il fatto che abbia sempre frequentato ragazzi di per sé potrebbe non aver molto significato se dovesse scoprire di avere realmente un orientamento omosessuale: molto spesso la non consapevolezza e la paura di perdere gli affetti porta a indossare una maschera di “normalità” piuttosto che correre il rischio di essere rifiutati.
Ma ora questo non è il dato importante che verrà chiarito col tempo quanto cercare di starle accanto anche quando “scalcia” ed esterna in modo molto aggressivo il suo malessere. Un aiuto da parte di una persona professionalmente valida può essere una buona strada da percorrere: se tua figlia non volesse incontrare una tale figura potrebbe essere importante per te avere un supporto e costruire insieme delle strategie di come vivere la quotidianità.
Ti potrebbe far sentire accompagnata e non sola e darti anche utili consigli circa la parte medica di questa situazione. Quindi ti invito a cercare un sostegno per poi essere in grado di mettere in atto delle dinamiche di aiuto verso di lei. Se avessi bisogno di confrontarti con altri genitori di figli omosessuali puoi rivolgerti ad Agedo consultando il sito online.
Anche il condividere un dolore, dubbi e interrogativi ti potrebbe dare la forza per andare avanti e la speranza di trovare la giusta strada. Ora è un momento di grande travaglio per rimettere tua figlia alla luce e ben sai quanto sia doloroso.
Per ora ti mando un abbraccio di comprensione e vicinanza e se vuoi rimaniamo in contatto. Non perdere la speranza anche se il cammino ora è in salita. Ti auguro di ritrovare presto la luce per mano a tua figlia la quale è la prima a soffrire, una figlia che “non era splendida” ma lo potrà ricominciare a essere con il lavoro su di sé e la tua vicinanza. Ora è solo una luce offuscata, su questo devi contarci. Nulla si perde anche se si vivono momenti di grande difficoltà
Alessandra
* Alessandra Bialetti, vive e opera a Roma come Pedagogista Sociale e Consulente della coppia e della famiglia in vari progetti di diverse associazioni e realtà laiche e cattoliche. Ha discusso la sua tesi Baccalaureato alla Pontificia Università Salesiana, Facoltà Scienze dell’educazione e della formazione salesiana sul tema “Genitori sempre. Omosessualità e genitorialità”. Il suo sito web è alessandrabialetti.wordpress.com