Se negli Stati Uniti i gay mettono nell’angolo i mormoni
Riflessioni di Franco Grillini tratto da Il Firenze del 25 Novembre 2008
Il 10 dicembre prossimo omosessuali e lesbiche americani incroceranno le braccia per protestare contro la bocciatura dei matrimoni gay in California. Sarà il primo “sciopero gay” della storia, una protesta clamorosa, ideata e proposta da Yoel Stein, redattore del “Los Angeles Times”.
La data è simbolica, coincide con la giornata internazionale dei Diritti umani delle Nazioni unite e lo stesso giorno sarà assegnato ad Oslo il Nobel per la Pace.
Lo “strike” prende il nome di “Day without gay” e si ispira ad altre due giornate di lotta analoghe, una sull’Aids, dal titolo “Day without art” del ’99, e “Day Without immigrants, che, nel 2006, durante il primo maggio fermò gli Stati uniti, perché i lavoratori immigrati incrociarono le braccia per protestare contro l’atteggiamento discriminatorio dell’amministrazione Bush.
La giornata del 10 dicembre è stata preceduta da centinaia di manifestazioni di protesta contro la Chiesa mormone, principale finanziatrice del referendum contro il matrimonio gay, e contro la “Proposition 8” che ha cancellato, per il ora, la sentenza della Corte suprema della California, che, in base al principio di uguaglianza, aveva esteso il matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso. Avrà successo la giornata di lotta?
Qualche dubbio serpeggia, perché questo “sciopero” implica gioco forza un “coming out” (cioè dichiararsi omosessuali) che anche nell’aperta e tollerante California, per molti permane piuttosto problematico. Per di più un’azione di questo tipo chiama nei fatti a scioperare solo gli omosessuali e non anche, come sarebbe necessario, tutti coloro che pensano che i diritti delle minoranze siano diritti di tutti. Tuttavia il successo di adesioni lascia ben sperare, anche se il fatto decisivo è il ricorso che molte coppie omosessuali hanno indirizzato alla Corte suprema della California che aveva introdotto il matrimonio gay con una sentenza passata alla Storia della giurisprudenza.
La decisione dovrebbe arrivare presto, e, con ogni probabilità, la Corte dichiarerà nullo il referendum fortemente voluto da mormoni e integralisti clericali di varia natura. Nel frattempo, rimane sullo sfondo, la grande capacità di mobilitazione delle organizzazioni omosessuali americane, che ha persino spinto la chiesa mormone sulla difensiva. Lo dico dall’Italia, con una certa ammirazione ed una certa invidia.
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