Su Jesus di ottobre 2025 si parla di pellegrinaggio giubilare LGBT+, vocazioni e omosessualità

Nel numero di ottobre 2025 del mensile cattolico Jesus troviamo due articoli che raccontano, da prospettive diverse, la fatica di una Chiesa cattolica che cerca di mettersi in ascolto delle persone LGBT+.
Alle pagine 8–9, nel reportage “Giubileo LGBTQ+: le ‘pecore nere’ in cammino a San Pietro”, la giornalista Vittoria Prisciandaro segue passo dopo passo il pellegrinaggio giubilare de La Tenda di Gionata con i cristiani LGBT+ e i loro genitori, restituendo il clima di commozione e di speranza che ha attraversato i due giorni di preghiera, veglia e condivisione. Le sue parole raccontano una Chiesa cattolica viva, che prova a lasciandosi interrogare dalle storie di fede di tante persone LGBT+ che, per anni, si sono sentite ai margini.
Tra i testimoni, monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, che durante la Messa alla Chiesa del Gesù a Roma invita a “restituire dignità a chi si è sentito ai margini”. Accanto a lui, due gesuiti che da tempo accompagnano le persone LGBTQ+: padre James Martin e padre Pino Piva, segno concreto di una Chiesa cattolica che, pur tra resistenze, sceglie l’ascolto e l’incontro.
Nel racconto emergono le voci dei pellegrini: coppie come Floriana e Laura, di Ragusa, che dicono con semplicità: «In una Chiesa che guarda con imbarazzo le nostre mani intrecciate, noi siamo una testimonianza d’amore, non una richiesta di tolleranza». O quella di Fausto, che ricorda: «Siamo Chiesa,
La cronaca del pellegrinaggio si intreccia con il simbolo della “pecora arcobaleno”, la spilla distribuita ai partecipanti, che diventa metafora di un popolo credente che cammina insieme agli altri, portando i propri colori nella casa di Dio.
Nel box accanto, nell’articolo “Una Chiesa che si apre davvero?”, la giornalista Elisa Bertolà racconta l’udienza concessa da papa Leone XIV (successore di Francesco) al gesuita James Martin, che ha incoraggiato a proseguire nella pastorale con le persone LGBT+.
Alle pagine 40–44, un altro reportage “La Chiesa cattolica s’interroga su omosessualità e celibato” di Valentina Barile — che affronta una domanda che nasce dentro la Chiesa cattolica: come accompagnare la vocazione dei futuri sacerdoti quando entrano in gioco affettività, orientamento e libertà personale?
Tra le voci ascoltate c’è quella di don Marco Luca Bertani, che molti chiamano don Malù. Sospeso dal ministero dopo il coming out, confida: «Io non faccio grandi cose, ma affronto questioni calde con cui la Chiesa dovrà prima o poi fare i conti. Nel cuore di Dio, nel mondo di Dio, nella Chiesa c’è posto per tutti».
A riflettere con lui ci sono padre Pino Piva, gesuita, che ricorda che «ogni scelta cristiana va fatta su due fronti: la fedeltà al Signore e il realismo della propria situazione», e Chiara D’Urbano, psicoterapeuta del Dicastero per il clero, che spiega come la vocazione diventi autentica solo quando spiritualità e affettività riescono a parlarsi.
Leggendo questi articoli uno dopo l’altro, si respira la stessa aria: la fatica di una Chiesa cattolica che cerca di mettersi in ascolto.
Da una parte c’è la gioia di chi ha finalmente varcato una soglia, dall’altra la difficoltà di chi cerca di capire come restare fedele al Vangelo senza rinunciare a essere se stesso.
Non ci sono risposte facili, solo voci che raccontano, pongono domande e chiedono di essere ascoltate.
Un cammino che non finisce con queste pagine, ma che deve continuare in ciascuna delle nostre realtà cristiane.

