Sulla sessualità la crisi di una chiesa cattolica afona
Riflessioni inviataci da Paolo Scuro
Osservando le reazioni dinnanzi al coming-out del sacerdote vaticano, così ampiamente diffuse, ho tracciato le seguenti analisi. La cosa più terribile dell’insegnamento della Chiesa cattolica in materia di sessualità (e quindi pure di omosessualità) è che non offre una posizione credibile all’attuale mondo perché oppone alle obiezioni un principio di autorità (= si fa così perché è giusto e perché IO ti dico che lo ha detto Dio e poi… è scritto nella natura), con quel fare tipico da accademia medioevale nel quale si tiravano in ballo le auctoritates.
Nel frattempo l’osservazione dei fatti e la soluzione dei problemi è cambiata totalmente nel mondo moderno, non ha più il metodo medioevale (si parte da grandi principi astratti propugnati da autorità indiscutibili e li si cala come letti di procuste sulla realtà) ma il metodo sperimentale (si parte dalla realtà e si costruiscono delle leggi provvisorie). Per questo l’insegnamento clericale non convince più.
Così capita che i cristiani per ottenere una risposta etico-religiosa un po’ più convincente si affidano alla dottrina buddista che cerca di dare una risposta di tipo energetico alla questione, dicendo pressapoco che nella misura in cui si portano le energie in qualche centro vitale del corpo le si sottraggono ad altri centri. Come dire: se io mi concentro a guardare alla mia destra mi potranno sfuggire le cose alla mia sinistra.
Vi si può credere o no ma è un dato di fatto che quest’altro tipo di spiegazione non si appoggia sulle auctoritates, in modo puramente astratto e almeno fa appello a qualcosa di sperimentale e verificabile dal singolo.
La Chiesa cattolica, sulla scia di un’antica tradizione di tipo sperimentale (presente anche nel Paganesimo se si pensa ai terapeuti di Alessandria), potrebbe dare una spiegazione spirituale simile a quella buddista. È per essa che tutte le grandi religioni, soprattutto in prossimità d’importanti eventi religiosi, chiedono ai loro adepti la continenza e un certo digiuno, per affinare la sensibilità religiosa (se investo molto sulla sensibilità del corpo sottraggo sensibilità alla parte spirituale dell’uomo o, per fare un altro esempio, potrò accorgermi del rumore del vento solo se rimango in silenzio rinunciando a bombardare le mie orecchie con una musica ad alto volume. Forse è per questo che l’Antico Testamento parla della presenza simbolica di Dio non nella folgore ma nella brezza mattutina!).
Anche qui uno può crederci o no, ma è indubbio che questo tipo di discorso cade di più sulla possibile sperimentazione, piuttosto che sulle solite auctoritates infallibili e sulle teorie astratte.
Invece i fanatici nel cattolicesimo che fanno? Tralasciano ogni approccio spirituale (tanto dubito fortemente che ci credano!) e continuano il discorso accademico scolastico medioevale con i suoi astrattismi finendo per aprire ulteriormente la forbice tra mondo laico e Chiesa la quale inevitabilmente viene vista come una struttura che predica contro l’umanità.
I peggiori nemici del Cristianesimo non sono quelli che stanno fuori ma sono i suoi più fanatici propugnatori che lo trasformano in una triste setta. D’altronde, se si presenta la castità come un dovere dietro al quale c’è solo un imperativo vuoto di contenuto, chiunque dice “chi me lo fa fare?” e sente la cosa assurda in se stessa, anche se non ha il coraggio di dirselo o di dirlo. I preti per primi.
Ecco perché oramai la maggioranza di essi non ci crede più e in modo più o meno segreto ha delle relazioni amorose.
La religione non consola più, non offre più alcun sostegno umano perché, coscientemente o meno, a breve o lungo termine la si vede come contraria alla propria umanità. In effetti questo tipo di religione astratta lo è divenuta. A questo punto si fanno le scelte più conseguenti alla propria natura.
Dispiace che alcuni si fermino ad accusare questo povero prete (onestissimo da parte sua) senza accorgersi che la struttura Chiesa è oramai entrata in una crisi profonda perché TOTALMENTE INCAPACE di trasmettere in modo convincente il messaggio e le esigenze cristiane.
Allora c’è chi inganna il tempo, perché non sa cosa realmente dire, con una politica di cerchiobottismo (come papa Bergoglio) parlando di cose universalmente accettate (il dovere di proteggere la natura dall’inquinamento) e facendosi dipingere per ciò che non è (un rinnovatore del cattolicesimo mentre in realtà è solo un temporeggiatore).