Sulle orme di Francesco. Il mio cammino di gay cristiano inizia ora
Testimonianza di Armando del gruppo Ruah di Trieste sul “weekend per cristiani LGBT ad Assisi” (5-7 giugno 2015)
Un week-end ad Assisi tra gay, lesbiche e transessuali cristiani è un’esperienza unica per me; per fortuna che l’esperienza è ripetibile e sempre nuova. Dal vedere alcune coppie tenersi mano nella mano per strada, dalle carezze e dagli sguardi d’amore dati in libertà, al poter scherzare goliardicamente tra noi, al potersi muovere per la città parlando in libertà di ogni cosa; anche dei bei ragazzi (e dei bei soldati) che erano lì.Passando alle cose serie, cercherò di andare per ordine: come tutti sono partito lasciandomi alle spalle la vita ordinaria, dove non sempre sono accolto come persona gay, e dove non sempre posso essere me stesso. Personalmente, ultimamente ho dichiarato la mia omosessualità a degli amici e ho iniziato a confidarmi con mio fratello e mia sorella; d’altra parte, in ambienti adiacenti la chiesa (con la “c” piccola) sono stato costretto a negarmi e non rivelarmi come persona gay amata da Gesù! Non scriverò delle scemenze (mai ascoltate prima in vita mia) che sono stato costretto a sentire, scriverò che non posso più ascoltarle: ho tanti amici che mi vogliono bene, ad Assisi ho ritrovato degli amici e ho conosciuto nuovi amici: non è giusto tacere dinanzi a una ferocia ignoranza che ci condanna perché siamo creati (ed amati da Gesù) così come siamo.
A iniziare dal primo momento di preghiera, in cui don Tonio ci ha raccontato il richiamo di un suo vescovo che lo apostrofava come “asino di don Abbondio” (perché preferisce camminare sul ciglio della strada, piuttosto che camminarvi al centro), al dialogo in silenzio col crocefisso di san Damiano, alla preghiera silenziosa nel bosco dell’eremo delle Carceri: ho sentito che non devo tacere, ma devo parlare; devo testimoniare l’Amore di Cristo nella mia vita, vivendola con libertà e senza paura!
È mio desiderio far sapere ad ogni persona gay, lesbica e transessuale che nella Chiesa di Dio (con la “C” maiuscola) c’è posto anche per tutti noi e non solo!, che dobbiamo liberarci dalla paura dei pregiudizi degli altri, e soprattutto dalle false immagini di Dio che ci siamo creati e che ci hanno inculcato nella mente e nel cuore.
Sono tornato a casa, consapevole che il mio cammino di cristiano omosessuale inizia proprio da casa mia, dal mio rapporto coi miei genitori, non ancora ottimale; ma noto che loro vorrebbero essere più partecipi della mia vita, e questo è un segnale positivo non da poco.
Non mi resta che continuare a camminare con Gesù Risorto e testimoniarlo davvero colla mia vita: camminando alla Sua presenza, nella Sua Chiesa, coi miei fratelli e sorelle, come persona omosessuale, libera, amata e voluta bene da Gesù, senza paure e senza nascondimenti di sorta.