Teena Brandon o Brandon Teena? Un dilemma per un tragico destino
Testo di Matteo B. Bianchi tratto da dispenseronline.rai.it
La differenza fra Teena Brandon e BrandonTeena non è poi così sottile come si potrebbe pensare, visto che era una ragazza che non si sentiva a proprio agio col suo corpo femminile che, dopo aver consultato alcuni psicologi, aveva deciso di cambiare sesso.
Nel frattempo aveva deciso di assumere un’identità maschile e di usare il proprio cognome, Brandon, che in inglese è anche un nome maschile. Ma la sua identità fittizia venne presto scoperta e, dopo essere stata stuprata, fu uccisa dai suoi violentatori. Questa è la sua tragica storia.
Se avete visto il film Boys don’t cry conoscerete già la toccante storia di Teena Brandon. La pellicola, diretta nel 1999 da Kimberly Peirce e interpretata fra gli altri da Chloë Sevigny, ha il grande merito di aver portato alla luce questa vicenda di cronaca nera.
Nello stesso periodo ha visto la luce anche il documentario “The Brandon Teena story” – composto principalmente da testimonianze di parenti e amici – da qualche tempo disponibile in formato dvd e in onda in questo periodo sul canale satellitare Jimmy.
Nella sua cittadina natale tuttavia questa identità fittizia era stata presto scoperta e nel novembre del 1993 Brandon aveva deciso di trasferirsi un centinaio di chilometri più in là, a Falls City.
Il Nebraska non è certo famoso per le sue idee progressiste e a proposito di Falls City, cinquemila anime, uno dei suoi abitanti ha avuto a dire: “Siamo una comunità bianca, ci sono giusto due o tre famiglie di neri e credo che se un gay si facesse vedere da queste parti verrebbe subito accompagnato fuori”.
Brandon comunque stringe alcune amicizie e all’inizio di dicembre inizia a uscire con Lana Tisdel. La mancanza di denaro lo spinge tuttavia a falsificare un assegno e così in seguito all’arresto lo sceriffo scopre la sua vera identità. Lana paga la cauzione a fa uscire Brandon di prigione, ma la notizia nel frattempo ha iniziato a diffondersi.
La situazione precipita la vigilia di Natale quando nel corso di un party due amici di Brandon, Thomas Nissen e John Latter, gli chiedono di dimostrare loro che è un maschio a tutti gli effetti. Al suo rifiuto, Brandon torna a essere Teena: le sfilano i pantaloni, la picchiano, la violentano. Nonostante la denuncia che segue, la polizia non interviene. Qualche giorno più tardi infatti chiama i due per un interrogatorio poi li lascia andare.
Conscia del pericolo Teena lascia Falls City e cerca rifugio cinquanta chilometri in là presso un’amica: Lisa Lambert. Non è sufficiente.
Impauriti dalla possibilità di essere processati, Thomas Nissen e John Latter decidono d’impedire alla ragazza di testimoniare e nella notte del 30 dicembre la uccidono a colpi di pistola insieme all’amica e a una terza persona che si trovava casualmente nell’appartamento. Unico sopravvissuto alla strage il figlio di Lisa: un bambino di nove mesi.
In sede di processo Nissen e Latter sono stati condannati, rispettivamente, all’ergastolo e alla pena di morte.
La verità giudiziaria tuttavia, come spesso accade in certi casi, non è capace da sola di rendere piena giustizia, se è vero che l’attore Norm MacDonald, nel corso di una sua apparizione televisiva al Saturday Night Live, ebbe il coraggio di affermare: “Ho saputo che in Nebraska un uomo è stato condannato a morte per aver ucciso una ragazza che fingeva di essere un maschio e che l’aveva accusato di stupro. Per quanto possa sembrare spiacevole, credo proprio che in questo caso tutti meritino la morte”.