È tempo di perdonare coloro che ci feriscono
Riflessioni di Meggan Sommerville pubblicate sul blog Trans Girl at the Cross (Stati Uniti) il 23 luglio 2012, liberamente tradotte da Silvia Lanzi
Prima che iniziate a scrivere commenti sgradevoli, mi sento costretta a scrivere quello che sto per scrivere e lasciatemi dire che il mio cuore e le mie preghiere vanno alle vittime e alle famiglie (una delle quali era proprio di Crystal Lake) della tragedia di Aurora, Colorado.
Prego che tutti loro trovino la guarigione fisica e mentale. Credo anche che James Holmes dovrebbe avere la giusta punizione per il crimine che ha presumibilmente commesso.
Vi voglio raccontare la storia personale di una perdita nella mia vita. Quando ero al liceo, la mia prozia venne brutalmente picchiata e lasciata come morta fuori dalla porta del suo appartamento a San Francisco, in California. La/e persona/e la seguirono in qualche modo in un luogo sicuro, fino al suo appartamento, proprio mentre apriva la porta. Fu picchiata così forte che si ruppe tutte le ossa del viso. L’attacco fu così efferato che catturò l’attenzione di tutta la città, incluso il sindaco.
La sua anima battagliera la mantenne in vita per quasi tre settimane prima che il suo corpo di arrendesse e morisse. Mentre mio padre stava decidendo i particolari del funerale, mia madre, mio fratello e io eravamo a casa a piangere e a venire a patti con la perdita che avevamo subito. Lottavamo per capire cos’era successo e perché qualcuno avesse fatto una cosa così priva di senso. Come poteva darsi che qualcuno avesse fatto una cosa del genere? Mia zia, che aveva quasi novant’anni, prendeva ancora l’autobus ed era ancora in forma. Era scampata ad altri due scippi prima di questo, cavandosela solo con un braccio rotto. Perché questo doveva essere così brutale?
Non ricordo il momento preciso in cui i miei pensieri si mutarono da disperazione a perdono. Sapevo che mia zia era cristiana e sapevo che l’avrei vista un giorno in paradiso. Ho iniziato a ritagliarmi qualche minuto ogni sera prima di addormentarmi per pregare per chi aveva commesso un atto così brutale. Ho pregato che trovassero nei loro cuori la capacità di rendersi conto di che cosa avevano fatto. Ho pregato che Dio portasse nella loro vita qualcuno che gli mostrasse il suo amore. Sebbene abbia smesso anni fa di pregare per loro tutte le sere, continuo a farlo anche adesso, anche se non più con la stessa frequenza.
Vi racconto queste cose perché penso che come cristiani dimentichiamo che, quando succedono tragedie come questa di Aurora, non solo le vittime e i loro familiari hanno bisogno delle nostre preghiere, ma anche i persecutori e le loro famiglie. Come le famiglie di Eric Harris e Dylan Klebold a Columbine e di Seung-Hui Cho, che sono cambiate per sempre a causa delle azioni dei loro figli, la famiglia del signor Holmes dovrà sopportare per sempre l’eredità delle sue azioni. Anche queste persone sono vittime.
Ma la nostra preghiera non dovrebbe fermarsi qui. Mentre ero questo fine settimana in chiesa, pregando per le famiglie e le vittime, mi sono domandata perché non stavamo seguendo ciò che Cristo ci ha detto in Matteo 5:43-48:
43 Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; 44 ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, 45 perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. 46 Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47 E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48 Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
Troviamo facile pregare per le vittime, come dovrebbe essere. Ma non sempre essere seguaci di Cristo è semplice. Attraverso le pene, l’infelicità, la rabbia, siamo chiamati a fare questa cosa difficile: pregare per i nostri nemici.
Ci sono diverse organizzazioni in tutto il Paese come Good News Jail & Prison Ministry of Eastern Nebraska/Western Iowa. Queste persone entrano nelle prigioni e operano lì il loro ministero. Mio padre è stato un volontario di questa organizzazione, quasi ogni domenica negli ultimi anni. Questi volontari stanno portando la Parola e l’Amore di Dio agli uomini e alle donne che molti, nella società, ritengono persi. Questi volontari non considerano persi questi uomini e donne, alcuni dei quali hanno commesso crimini efferati, ma figli di Dio nel bisogno.
L’uomo che ha causato questo dolore a innumerevoli persone non è anch’egli figlio di Dio? Se ciò che ha fatto è stato a causa di una grave malattia mentale o di un deliberato atto malvagio, deve stare LONTANO dal sentiero che Dio a creato per lui? Se Dio può usare assassini come Mosè o Davide nell’Antico Testamento, o Paolo nel Nuovo, è così difficile da capire che Dio può ancora usare un uomo come Holmes?
Il perdono di Dio non ha limiti. Cristo non dice solo di pregare per I nostri nemici ma, qualche versetto più in là nella preghiera del Padre Nostro, ci dice anche di perdonare coloro che ci hanno offeso così come Dio ci ha perdonato (Matteo 6:12). So che questo può essere difficile da fare e so che non ho avuto molta pietà di quelli che mi hanno fatto male nel corso degli anni, ma il nostro dolore è maggiore del dolore che Cristo ha sofferto sulla croce per cancellare i nostri peccati?
Vi incoraggio in questi prossimi giorni a continuare a pregare per TUTTE le persone coinvolte in questa tragedia.
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Testo originale: Praying for Our Enemies