Tredicesima stazione: deposti dalla croce
Riflessioni del reverendo David Eck* tratte dal blog “Jesuslovesgays” (Stati Uniti) del 24 marzo 2013, liberamente tradotte da Adriano
Essendo già sera (poiché era la Preparazione, cioè la vigilia del sabato), venne Giuseppe d’Arimatea, illustre membro del Consiglio, il quale aspettava anch’egli il regno di Dio; e, fattosi coraggio, si presentò a Pilato e domandò il corpo di Gesù.
Pilato si meravigliò che fosse già morto; e dopo aver chiamato il centurione, gli domandò se Gesù era morto da molto tempo; avutane conferma dal centurione, diede il corpo a Giuseppe. Questi comprò un lenzuolo e, tratto Gesù giù dalla croce, lo avvolse nel panno, lo pose in una tomba scavata nella roccia; poi rotolò una pietra contro l’apertura del sepolcro. (Mc. 15 42-46)
Nel mio lavoro come cappellano dell’ospedale, una delle cose di cui sono più orgoglioso è il modo in cui il personale del Pronto Soccorso prepara il corpo di una persona per mostrarla ai loro cari e alle loro famiglie. Nella maggior parte dei casi si parte col rimuovere tutti i tubi e le attrezzature.
Gli infermieri lavano teneramente il viso e le braccia del defunto, avvolgono una coperta intorno a loro e quindi puliscono l’intera stanza. Si tratta di un rituale che ho visto fare molte volte, posso dire che il personale va ben al di là del proprio dovere. Essi trattano i nostri cari defunti con grande cura e rispetto. E ‘una cosa bella da guardare.
Gesù è morto di una morte profondamente vergognosa, nudo sulla croce, ma Giuseppe d’Arimatea si è organizzato affinché il corpo di Gesù fosse amorevolmente avvolto nel sudario e degnamente sepolto. Liberò il corpo di Gesù dai chiodi che avevano causato la sua morte. Egli amorevolmente gli lavò il viso, le braccia, il busto e le gambe. Quindi lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in un sepolcro nuovo.
Quando ci soffermiamo in questa tredicesima stazione, chiediamoci: “Come possiamo dimostrare rispetto al corpo di Cristo? Come possiamo donare cure amorevoli ai corpi di coloro che ci circondano così come ai nostri corpi?”
Sia nella vita che nella morte, siamo tutti creati a immagine di Dio: omosessuali, etero e quelli che stanno nel mezzo. È mia speranza e preghiera che, un giorno, avremo un profondo rispetto per tutti i figli di Dio, non importa con quale lettera dell’alfabeto vengano identificati!
* Il reverendo David Eck, di Asheville nel North Carolina (USA) è un pastore della Chiesa Evangelica Luterana d’America (ELCA). Oggi può raccontarsi, senza nascondersi, nel suo blog http://jesuslovesgays.blogspot.it
Titolo originale: “Station Thirteen: Jesus is Taken Down from the Cross”