Trump nega la mia esistenza, ma io esisto: sono cattolico e transgender
Testimonianza di Maxwell Kuzma* pubblicata sul sito di National Catholic Reporter (USA) il 28 gennaio 2025, liberamente tradotto da Luigi e Valeria de La Tenda di Gionata
La mattina dell’insediamento del presidente Trump, avevo un nodo stretto stretto alla bocca dello stomaco. Sono andato al lavoro e ho chiacchierato con i colleghi, fingendo che fosse tutto come al solito, ma chiedendomi se il giorno successivo alla stessa ora sarei stato ancora in grado di ritirare il testosterone con la mia ricetta medica.
Anni di attacchi politici senza tregua alle persone transgender avevano raggiunto un livello spaventoso prima delle elezioni presidenziali (si dice che la campagna elettorale di Trump abbia speso di più per la pubblicità anti-trans che per qualsiasi altra tematica), e il presidente in carica ha ora scelto di usare il giorno del suo insediamento per sancire ufficialmente l’inserimento della transfobia nelle leggi del Paese.
Quando il leader del tuo stesso Paese vuole implementare leggi che mirano a cancellare la tua esistenza, come puoi continuare ad alzarti dal letto per affrontare gli orrori di ogni nuova giornata?
Ho scelto di risparmiarmi l’umiliazione di seguire l’insediamento di Trump dal vivo, ma in seguito ho acquisito tutti i dettagli circa le sue intenzioni nei confronti delle persone transgender americane. L’ordine esecutivo intitolato Difendere le Donne dall’Estremismo dell’Ideologia Gender e Ripristinare la Verità della Biologia nel Governo Federale non fa una piega.
Il suo titolo, la sua struttura e il suo linguaggio prendono di mira le donne transgender (ignorando sostanzialmente l’esistenza di uomini transgender e di persone non binarie o intersessuali), vietandone l’accesso agli spazi riservati alle sole donne per la «dignità, la sicurezza e il benessere» delle donne cisgender – ignorando i riscontri che dimostrano che le donne transgender non rappresentano un rischio particolare per le donne cisgender in tali spazi.
Non sono sicuro che il presidente Trump, un uomo indagato per abusi sessuali, che si è vantato di aver molestato sessualmente delle donne, sia una persona affidabile per prendere decisioni sulla sicurezza delle donne.
L’amministrazione Trump ha anche eliminato la pagina web dedicata alla memoria di Nex Benedict (una persona adolescente non binaria morta in Oklahoma nel febbraio 2024 per le ferite riportate in un attacco transfobico da parte di bulli della sua scuola) e una pagina in onore di Matthew Shepard (un giovane gay brutalmente assassinato nel 1998).
Colpisce il fatto che il lunedì dell’insediamento di Trump le chiamate a un numero verde di supporto per i giovani LGBTQ negli USA sono aumentate del 33%. Sono in gioco vite reali e le persone transgender sono diventate l’agnello sacrificale sull’altare del potere.
Questo ordine esecutivo rappresenta l’inizio di una nuova era di ostacoli per accedere a sussidi e servizi essenziali per le persone LGBTQ in generale e per le persone transgender in particolare. Per le persone transgender adulte come me, che hanno attraversato le principali tappe dell’affermazione di genere, assistere alla così rapida abolizione di infrastrutture che hanno dimostrato dal punto di vista scientifico e medico di poter salvare vite umane, è come una frustata.
Purtroppo, la scorsa settimana la Conferenza episcopale degli Stati Uniti ha tradito il proprio dovere pastorale nei confronti dei cattolici transgender americani. In una dichiarazione ufficiale, i nostri vescovi si sono espressi per sostenere la causa di altri gruppi di persone marginalizzate colpite dagli ordini esecutivi di Trump, ma non hanno esteso la stessa attenzione pastorale alle persone transgender che fanno parte del loro gregge.
Al contrario, la dichiarazione dei vescovi (cattolici USA) definisce come qualcosa di «positivo» il fatto che il presidente abbia rifiutato alle persone transgender la dignità di descrivere la loro esperienza di vita. La dichiarazione ha poi la curiosa audacia di affermare che «è nostra speranza che la leadership del nostro Paese riconsideri quelle azioni che calpestano la dignità umana non solo di alcuni, ma di tutti noi». Un messaggio a dir poco contraddittorio.
Sono un cattolico transgender e ne conosco molti altri. Esistiamo e la nostra comunità merita di essere trattata con la stessa dignità di tutti gli altri, soprattutto quando una colpevole ignoranza ha impedito alla Chiesa di riconoscere la diversa realtà del genere, da chi nasce intersessuale alle numerose varianti cromosomiche esistenti.
Nell’ottobre dello scorso anno, ho incontrato papa Francesco e gli ho detto che sono un uomo transgender. Se lui mi ha accolto con gentilezza, amore e atteggiamento di supporto, allora anche i vescovi degli Stati Uniti potrebbero farlo.
Le persone transgender non sono una novità. Nel corso della storia, molte culture hanno riconosciuto un «terzo genere» o qualcuno che esiste al di fuori della concezione tradizionalmente binaria di maschio e femmina, per esempio in Asia meridionale, in Messico e nelle isole Hawaii. I Galli dell’antica Roma erano sacerdotesse transgender che servivano la dea Cibele. Nell’antica Mesopotamia, i sacerdoti di Inanna erano noti per la loro androginia e per l’aspetto che sfidava la rigida distinzione dell’espressione di genere binaria. Siamo sempre state qui e, purtroppo, abbiamo spesso subito la violenza degli uomini al potere.
Anche di fronte a sfide apparentemente insormontabili come queste, che si manifestano sotto forma di barriere costruite e muri eretti perché il potere cerca di consolidarsi in modi nuovi e terrificanti, c’è un filo che collega tutte le persone emarginate attraverso il tempo e lo spazio. Dobbiamo quindi tessere questo filo di solidarietà in un arazzo di resilienza, di famiglia ritrovata, di aiuto reciproco e di attivismo sociale, proprio come coloro che ci hanno preceduto.
Questo legame di solidarietà è stato promosso in molte occasioni: durante i primi giorni della crisi dell’AIDS, le persone lesbiche hanno organizzato raccolte di fondi nelle sale bingo, donazioni di sangue e attività di volontariato per assistere le persone gay sieropositive. Dopo l’approvazione della Proposition 8 nel 2008, che ha abolito il matrimonio tra persone dello stesso sesso in California, è stata fondata l’associazione Gay For Good per unire le persone attraverso attività di assistenza reciproca. Dopo la sparatoria al nightclub Pulse del 2016, è stata fondata l’associazione Gays Against Guns come risposta diretta alla violenza delle armi da fuoco che colpisce in modo sproporzionato le comunità LGBTQ.
Negli ambienti cattolici, l’appello all’inclusione delle persone LGBTQ dura da decenni, sostenuto da coloro che credono che tutti debbano essere accolti nella casa di Dio. DignityUSA, New Ways Ministry e, negli ultimi anni, Outreach, hanno portato avanti questo bel progetto insieme ad altri.
La comunità LGBTQ è costruita sulle fondamenta dell’amore, del sostegno e del rispetto – valori evangelici a tutti gli effetti. In questo periodo di rinnovate minacce per le persone transgender, tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere nel sostenerci a vicenda, nel sostenere i più fragili e nel dire la verità a chi sta al potere.
I cattolici transgender come me sono pronti ad aprire la strada.
* Maxwell Kuzma è un uomo cattolico transgender che si batte per l’inclusione delle persone LGBTQ nella Chiesa e scrive sui doni unici delle persone queer e sulla bellezza della diversità nella creazione di Dio. Gli articoli di Max sono stati citati dal New York Times e dall’Associated Press a proposito delle notizie del Vaticano relative alle persone transgender.
Testo originale: A trans Catholic reacts to Trump’s executive order on gender