In Uganda arrestano gli omosessuali con il pretesto del Covid-19
Articolo di Nicola Napoletano* pubblicato sul sito BL Magazine il 12 maggio 2020
Nuova allerta di Human Rights Watch contro l’Uganda, responsabile di tenere in custodia 19 ragazzi arrestati mentre cercavano soccorso in un rifugio per giovani senzatetto. Sono accusati di aver commesso “un atto negligente che potrebbe diffondere l’infezione da malattia“, nonché “disobbedienza a ordini legittimi“.
I 19 giovani sono in prigione dallo scorso 29 marzo, insieme ad altri quattro che sono stati successivamente rilasciati, col pretesto di aver violato le leggi sul contenimento del Covid-19. Alloggiavano tutti in una casa-rifugio gestita dall’organizzazione non governativa Children of the Sun Foundation, a Nsangi, nel distretto di Wakiso, poco fuori Kampala.
Il commissario generale delle carceri ha impedito agli avvocati del Forum di sensibilizzazione e promozione dei diritti umani di visitarli o comunicare tramite telefono o collegamento video. C’è preoccupazione soprattutto per tre giovani sieropositivi, la cui immunità potrebbe essere compromessa a causa dell’impossibilità di accedere ai trattamenti antiretrovirali, comportando una maggiore esposizione a contrarre il Covid-19 anche per le pessime condizioni igieniche delle strutture detentive.
La Children of the Sun Foundation offre protezione a giovani LGBT considerati vulnerabili alla violenza e alla discriminazione in Uganda, dove i rapporti tra persone dello stesso sesso possono essere puniti con l’ergastolo.
“Le autorità giudiziarie dovrebbero far cadere le accuse e rilasciare 19 giovani ugandesi che non hanno commesso alcun crimine“, ha affermato Mausi Segun, direttore africano di Human Rights Watch. “Non è un crimine essere senzatetto e vivere in un rifugio, e la detenzione in corso dei residenti del rifugio è arbitraria, offensiva e contraria alla salute pubblica“.
Ai detenuti non è stato concesso il rilascio su cauzione, né sono stati concessi accordi alternativi con gli avvocati. Il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria e l’esperto indipendente delle Nazioni Unite sull’orientamento sessuale e l’identità di genere hanno chiesto il rilascio dei detenuti e UNAIDS ha condannato gli arresti.
“In ogni circostanza questa detenzione arbitraria è un’ingiustizia e con Covid-19 è un rischio imminente per la salute“, ha detto Segun. “Il direttore della pubblica accusa dovrebbe ritirare le accuse contro gli arrestati nel rifugio della Fondazione Children of the Sun e rilasciarle immediatamente“.
Il blitz: “Perché non sposate le nostre figlie?”
Erano 23 gli uomini e le donne donne seduti sul piazzale della struttura nei pressi di Kampala, davanti al sindaco e ai suoi funzionari che li schernivano e urlavano contro.
Le immagini del raid contro il rifugio LGBT Children of the sun sono piuttosto chiare e non lasciano molto all’immaginazione.
“Chi sono i tuoi genitori?” grida il sindaco Hajji Abdul Kiyimba a uno dei rifugiati. “Dammi il numero dei tuoi genitori. Rapidamente, dai. Spazzatura!“
Quando i ragazzi non rispondono, vengono colpiti a bastonate.
“Chi è il responsabile qui … dimmi dei preservativi? Da dove vengono … dimmi per cosa stavi usando i preservativi?“
Un giovane in camicia blu viene interrogato da un altro uomo: “Con chi stavi facendo sesso?” “Non stavo facendo sesso con nessuno“, risponde.
Sono state le denunce degli abitanti del villaggio vicino a portare al blitz della struttura per i ragazzi senzatetto lgbt, lo scorso 29 marzo.
“Ci è stato detto degli omosessuali nella nostra zona e ci stiamo chiedendo cosa fare al riguardo. Abbiamo detto alle persone che ce ne stiamo occupando con la massima urgenza“, afferma il segretario di informazione municipale, Vincent Nyanzi.
I residenti del rifugio sono stati legati in modo da formare una catena umana, e sono poi stati fatti marciare verso la stazione di polizia locale in una sorta di “passeggiata della vergogna”.
“Le nostre figlie non sono sposate, perché non le sposate invece di impegnarsi nell’omosessualità“, accusa una donna del villaggio.
Delle ventitrè persone del rifugio, diciannove sono state accusate dalla polizia di disobbedienza alle normative sul distanziamento sociale per il contenimento del coronavirus. Non sono stati sanzionati ai sensi della controversa legge anti-omosessualità dell’Uganda per mancanza di prove.
Secondo il Gay Happiness Index di Planetromeo del 2019, l’Uganda si posiziona ultima nazione in classifica se si considera la felicità delle persone omosessuali.
* Sono nato a Monopoli (BA) 34 anni fa. Cresciuto a pane e prosciutto e una passione smodata per la scrittura, oggi mi divido tra la Puglia e la Città Eterna. Adoro il mare azzurro, i film di François Truffaut, il vino rosé e le poesie di Saffo. Su BL Magazine mi occupo soprattutto di raccontare come vengono trattati i diritti umani e diritti lgbt+ nel mondo… e qualche volta mi distraggo scrivendo di tv e spettacolo!