Raymond Hunthausen, un Arcivescovo precursore di papa Francesco con le persone LGBT
Articolo di Francis DeBernardo pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 10 settembre 2016
L’arcivescovo Raymond Hunthausen ha compiuto 95 anni in agosto e ci si è felicitati con lui per i suoi scritti apparsi sul National Catholic Reporter e sul Seattle Post-Intelligencer, precursore di uno stile ecclesiastico attivista, pastorale e socialmente consapevole di cui ora è campione papa Francesco. Non ultima delle qualità di Hunthausen, tanto simili a quelle del Pontefice, citiamo la sua prontezza nell’offrire parole di accoglienza alle persone LGBT.
Hunthausen è andato in pensione come arcivescovo di Seattle nel 1990, lasciando una lunga eredità di discorsi coraggiosi su questioni che hanno sollevato controversie come le armi nucleari, l’uguaglianza delle persone LGBT, la comunione per i divorziati/risposati, l’assoluzione generale e il potere decisionale dei laici. Nel 2015, in un articolo per il National Catholic Reporter, Kenneth Briggs ha riassunto la storia piena di fierezza delle prese di posizione di monsignor Hunthausen, che gli guadagnarono le ire dell’allora cardinale Joseph Ratzinger e di papa Giovanni Paolo II: “Trent’anni fa l’arcivescovo Raymond G. Hunthausen venne messo in ceppi e incarcerato metaforicamente da quello che è ora il papa emerito Joseph Ratzinger, con l’esplicita approvazione di Giovanni Paolo II. Non per aver rubato o commesso abusi sessuali su minori, ma per aver sostenuto valori e pratiche che papa Francesco sembra approvare in tutto o in parte. Nel 1985, nel suo dossier sull’arcivescovo di Seattle, Ratzinger riassumeva le sue accuse, fatte a partire dalle indagini il cui uomo di punta negli Stati Uniti era l’arcivescovo di Washington James Hickey. Tra di esse: che Hunthausen avesse permesso a cattolici divorziati, ma senza l’annullamento della Sacra Rota, di fare la comunione; che avesse concesso ai laici indebita influenza nel formulare programmi come ‘votazioni su questioni morali o di dottrina’; che avesse permesso comunioni interconfessionali a matrimoni e funerali e che avesse aiutato ad un gruppo di omosessuali ad incontrarsi nella cattedrale, fatto che ignorava il giudizio del magistero secondo il quale l’attività sessuale omosessuale è ‘un male moralmente intrinseco, distorto e autoindulgente’. Oltre ad ospitare il gruppo gay nella cattedrale si era dato da fare per la dignità delle persone omosessuali con un articolo sul Gay News di Seattle nel 1977. Era stato anche ripreso per aver dato la sua approvazione all’assoluzione generale. Venne tralasciata, ma era chiaramente decisiva nella sua offensiva, la convinta protesta dell’arcivescovo contro le armi nucleari in generale e alla base sottomarina Trident vicino a Seattle. Si era unito ai dimostranti anti-Trident e si rifiutò di pagare metà della sua tassa federale sul reddito”.
L’anno scorso la rivista America ha pubblicato un numero con una biografia di Hunthausen che dà dato conto dei risultati delle indagini del Vaticano su di lui: “La reazione del Vaticano fu quella di eleggere un vescovo ausiliario con poteri speciali, Donald Wuerl. Hunthausen seguì le indicazioni di James Coriden, il maggiore canonista degli Stati Uniti, che gli disse di non sapere cosa suggerirgli dal momento che sembrava che il Vaticano cambiasse le regole man mano che si andava avanti. Il vescovo Wuerl ebbe l’autorità finale in sei aree: liturgia, matrimonio, clero e seminaristi, ex-sacerdoti e tutte le questioni relative alla salute e agli omosessuali. In effetti, l’arcivescovo venne simbolicamente privato delle sue prerogative”.
L’articolo del mese scorso del Seattle Post-Intelligencer ha parlato di alcuni importanti dettagli del coinvolgimento di Hunthausen con le persone LGBT: “Monsignor Hunthausen ha parlato dei diritti umani di gay e lesbiche sia dal pulpito che in contesti più laici. In un suo articolo sul Catholic Northwest Progress, infatti, depreca ‘il terribile impatto che il tessuto discriminatorio della società ha sulle singole persone e sull’intera comunità’. L’arcivescovo Hunthausen lasciava che l’annuale conferenza di Dignity, che si tiene a Seattle, si concludesse con una messa nella sua cattedrale. Questo è stato uno dei ‘peccati’ che hanno portato il cardinale Hickey ad un’indagine ordinata dal Vaticano, sotto gli auspici del cardinale Joseph Ratzinger, il futuro Benedetto XVI. Dopo il massacro di Orlando vengono in mente quelle messe dell’associazione Dignity. Una marcia contro la violenza si è svolta dalla cattedrale di St. Mark’s a St. James, con il sindaco Ed Murray e giovani attivisti LGBT che hanno preso parola dal pulpito. Il rettore della cattedrale Michael Ryan è stato responsabile dell’arcidiocesi di Seattle sotto Hunthausen”.
Un altro dettaglio dell’incidente della messa di Dignity è stato che lo stesso Hunthausen aveva deciso di accogliere personalmente i partecipanti alla conferenza in cattedrale. Ma, proprio quando Dignity si stava riunendo, lui fu convocato a Roma. Imperterrito, Hunthausen registrò un messaggio audio che venne fatto sentire all’inizio della messa.
Briggs è stato esplicito nel paragonare Hunthausen a Francesco: “Le sue [di Hunthausen] posizioni assomigliano parecchio a quelle che papa Francesco ispira oggi nella Chiesa: perdona, tratta coloro che sbagliano senza seguire strettamente la dottrina, ma piuttosto con tolleranza e concede misericordia a quelli che, in altre circostanze, dovrebbero essere considerati indegni. Apertura agli omosessuali, un più vasto accesso alla comunione, un ruolo importante per i laici, una testimonianza di fede determinata più da compassione e attenzione ai sofferenti che alla legge e all’ordine: le similitudini tra Francesco e Raymond appaiono sbalorditive”.
L’articolo del Seattle Post-Intelligencer traccia parallelismi simili: “L’avvento di papa Francesco ha riportato in auge valori per cui Hunthausen era molto amato dai cattolici della parte occidentale dello stato di Washington, talmente amato che il Vaticano ha fatto un passo indietro dopo averlo umiliato pubblicamente e averlo limitato nelle sue prerogative. Ad esempio, papa Francesco ha convocato un gruppo per studiare il modo in cui le donne possano servire come diacone, come succedeva nella Chiesa primitiva. Sotto Hunthausen, l’arcidiocesi di Seattle smise di ordinare nuovi diaconi fino a che fosse dato un ruolo nel diaconato alla donna. Hunthausen era un vero pastore per la sua diocesi, viveva semplicemente e tendeva la mano ai più bisognosi: lo faceva sempre”.
Secondo un articolo dell’Independent Record di Helena in Montana, sua città natale, quando Hunthausen andò in pensione si stabilì proprio lì, dove vive in una casa di riposo con suo fratello Jack, anche lui sacerdote. L’articolo sottolinea che, sebbene necessiti di cure ventiquattr’ore su ventiquattro, la sua mente è tagliente e lucida come sempre. La sua lucidità risulta evidente da una citazione di Hunthausen su papa Francesco, riportata l’anno scorso dalla rivista America: “Francesco sta facendo le cose che ho provato a fare io!”. L’arcivescovo Hunthausen è stato un profeta su molte cose, a diversi livelli. È più che un piacere notare che la sua eredità finalmente è stata recepita dai più alti livelli della Chiesa.
Testo originale: As Archbishop Hunthausen Turns 95, Remembering Him as a Precursor to Pope Francis