Un pezzo di cammino intrapreso che ora prosegue. Dalla veglia di Novara
Testimonianza di Ilenia Grecu Veglia di preghiera “Dio non fa preferenze di persone” tenutasi nel Convento dei Frati Cappuccini San Nazzaro della Costa di Novara il 23 Maggio 2025
«In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone» (At 10,34) Questo il riferimento biblico che ha guidato le tante veglie che si sono svolte nel mese di maggio e questa l’esperienza che pian piano stiamo vivendo come fratelli e sorelle che, da circa un anno, sono in cammino per iniziare una riflessione ecclesiale, ma non solo, nel nostro territorio novarese.
Un mese che abbiamo vissuto all’insegna della riflessione, condivisione e preghiera insieme, cert* che l’unica via che può riempire pienamente il nostro agire è solo l’Amore. Come porzione di Chiesa ci sentiamo chiamat* a testimoniare che il progetto di Dio non conosce confini, non può essere imbrigliato o solo per poch* elett*. Lo abbiamo pregato insieme nella veglia del 23 maggio e lo abbiamo ascoltato sia da Alessandra Bialetti che da Damiano Migliorini, che ci hanno offerto due importanti riflessioni sull’omosessualità in famiglia e la cosiddetta “questione gender”.
Il brano degli Atti dal quale è tratta questa citazione ci parla di Pietro e di come il suo cammino di conversione sia sempre in crescita; quel “sto rendendomi conto” dice proprio un’apertura di mente e di cuore di chi non si sente “arrivato” ma rimane pronto al cambiamento e ad accrescere la sua personale conoscenza di Dio: troppo spesso, invece, noi ci arroghiamo il diritto di spiegarne idee e pensieri, mentre dovremmo invece noi per prim* non smettere mai di scoprire.
Alessandra Bialetti (consulente familiare che si dedica al sostegno e alla formazione alla relazione di aiuto di educatori, insegnanti, animatori) e Damiano Migliorini (filosofo e teologo esperto in studi di genere) ci hanno accompagnati in due mattinate di studio e riflessione. Tante le tematiche affrontate ma soprattutto bello il clima di ascolto e di apertura, giornate che hanno permesso di approfondire alcune questioni e sfatare dei miti che davvero non hanno più ragion d’essere.
E così, quando in famiglia giunge “l’ospite inatteso”, davvero tutto cambia e richiede quel passaggio fondamentale che Pietro ci ha indicato: “sto rendendomi conto” che forse non conoscevo in pienezza mio figlio o mia figlia, che la conoscenza che ne ho è chiamata a crescere e maturare, che mi viene chiesto un surplus di Amore, quello che “non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia” (1Cor 13, 4-6) . Un Amore che “tutto copre, tutto crede, tutto spera e tutto sopporta” (1Cor 13, 7).
Tre i catini che abbiamo riempito la sera della preghiera: quello del linguaggio (che spesso ha parole giudicanti o offensive), quello della conoscenza (usata per negare o mistificare), quello della comunione/testimonianza (che riduciamo a strumento di esclusione e non di riconoscimento).
Tre catini che solo l’Amore può riempire attraverso noi stessi di un’acqua che sia ristoro per le vite di tutt* e di ciascun*. Un pezzo di cammino intrapreso e che ora prosegue, verso orizzonti che solo possiamo intuire ma che già dicono una pienezza di umanità, così come ci viene donata dal cuore di Dio.
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